Il Cav felice: «Il governo approva il nostro programma»

La sospensione dell’Imu, vittoria mediatica del leader Pdl

«Non sono soddisfatto, ma soddisfattissimo. La prima palla del governo è andata in gol». Il vicepremier Angelino Alfano, esordisce così al termine del Consiglio dei ministri. Il governo ha appena sospeso il pagamento dell’Imu fino a settembre. Prendendosi tre mesi di tempo per dar vita a una riforma che interesserà l’intero sistema della tassazione sugli immobili. In conferenza stampa il segretario del Pdl Alfano è visibilmente soddisfatto. Contrariamente alle attese, il blocco riguarderà anche terreni agricoli, fabbricati rurali e cooperative edilizie.

Che la vicenda dell’Imu possa rappresentare una vittoria di Silvio Berlusconi è evidente quasi subito. I primi a festeggiare la decisione dell’esecutivo sono i pasdaran del Cavaliere. Le dichiarazioni si alternano a ritmo sostenuto. Fino a poche ore fa il capogruppo alla Camera Renato Brunetta minacciava il governo Letta di voto anticipato. Ora ostenta «grande soddisfazione». Festeggiano il presidente dei senatori Pdl Renato Schifani e il portavoce Daniele Capezzone. Tanti parlamentari pidiellini si uniscono al coro. Ognuno saluta con entusiasmo il decreto del governo. Con buona pace di Enrico Letta, tutti ne attribuiscono il merito a Silvio Berlusconi. 

Il vincitore al momento è lui. Il Cavaliere incassa il primo vero successo da quando è iniziata l’avventura del governo di larghe intese. È sua la promessa di eliminare l’Imu. Di più, quando a febbraio ne aveva fatto un punto saldo della sua campagna elettorale era stato sbeffeggiato dal centrosinistra, trattato alla stregua di un piazzista televisivo. Adesso il suo slogan è diventato il primo provvedimento del governo. Certo, la riforma deve essere ancora approvata. C’è tempo fino al 31 agosto. Mediaticamente, però, è un trionfo. Viene approvato il primo di una lunga serie di interventi che, stando agli avvertimenti del Pdl, dovrà seguire passo passo il programma economico di via dell’Umiltà. Il blocco dell’aumento dell’Iva, la cancellazione di Equitalia, la sburocratizzazione, la detassazione per le aziende che assumono. 

Il Cavaliere ha raggiunto un primo grande obiettivo. Strategico. Se il percorso del governo dovesse interrompersi – ma al momento nessuno sembra aver voglia di rischiare – Berlusconi potrà comunque presentarsi in campagna elettorale con il merito di aver tenuto fede alle promesse. Se l’esecutivo di Letta proseguirà il suo lavoro, sarà lui a indicare il cammino delle riforme. E così anche lui non perde tempo per rivendicare il successo. «La sinistra era sicura di vincere e invece deve fare i conti con il nostro programma», spiega nel pomeriggio. Poco male se la restituzione dell’ultima rata dello scorso anno – così aveva assicurato agli italiani – non è stata neppure presa in considerazione dal governo. 

E non sfugge nemmeno che il riconoscimento di Palazzo Chigi arriva al termine di una settimana ad alta tensione. Negli ultimi sette giorni dal Popolo della libertà in tanti hanno messo in discussione la fragile intesa di governo. Dalla manifestazione di Brescia contro magistrati, alle polemiche sulla riforma della Giustizia. Ma anche lo strappo della proposta di legge sulle intercettazioni, gli scontri sull’ineleggibilità di Berlusconi. La tempistica forse è casuale, ma non passa inosservata. Il decreto approvato oggi potrebbe essere quasi interpretato come una vittoria dei falchi berlusconiani. Un riconoscimento del governo a chi ha alzato di più la voce. A chi ha saputo giocare meglio al tavolo delle trattative. 

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