Romeni di Roma, alla conquista del Campidoglio

È la principale comunità straniera della Capitale

Italiani sì, italiani no. Sicuramente elettori. Mentre la politica si divide sul diritto alla cittadinanza, alle pendici del Campidoglio tutto tace. Dopotutto nella Città Eterna un abitante su dieci è straniero. In periodo di amministrative, perché correre il rischio di indispettire migliaia di votanti? La comunità più numerosa della Capitale è quella romena. Oltre 70mila esponenti (cittadini comunitari e possibili elettori). Sono lontane le polemiche sullo Ius Soli. Per una volta i partiti sono tutti d’accordo: per vincere le elezioni non si guarda il passaporto a nessuno. E casualmente, a destra come a sinistra, ecco spuntare diversi candidati provenienti da Bucarest e dintorni.

«Il voto dei romeni è molto importante» racconta il sindaco Gianni Alemanno in un breve video pubblicato dal sito iromeni.com. «Abbiamo fatto manifestazioni in questo senso e abbiamo anche romeni sulla lista civica». Chi se lo aspettava? La lista civica del sindaco “Cittadini x Roma” sembra aver effettivamente aperto le porte a Est. Per riconquistare il Campidoglio, Alemanno ha candidato almeno tre esponenti romeni in diversi quartieri della città. A Cinecittà c’è Marinel Constantin, Mioara Moraru in zona Casalotti. All’Eur ecco Ileana Loredana Luta Gavrilescu. Assistente sociale, quando era in patria giocava a pallamano in una squadra della serie A romena. Come molti dei suoi colleghi, a Roma non ha sempre avuto vita facile. Prima di dedicarsi alla politica ha lavorato come cassiera, banchista, commessa.

«Semo rumeni de Roma…Daje!». Sulla sua pagina facebook Valerica Tarca mischia spesso dacoromeno e romanesco. Assicuratrice, laureata in economia e commercio, «sono da sempre impegnata nella lotta per i diritti dei più deboli e delle minoranze». Lei sostiene l’ex senatore democrat Ignazio Marino. Al momento della sua candidatura per un pelo non si è sfiorato il caso internazionale. Quasi certa di essere inserita nella lista del Partito democratico, sembra che alla fine la Tarca sia stata estromessa. Costretta a ripiegare con non poche polemiche verso la lista civica di centrosinistra.

Il pacchetto di voti in palio è consistente. Degli oltre 70mila romeni in città, si sono iscritti alle liste elettorali in circa cinquemila. Un numero di preferenze che potrebbe risultare decisivo. E così anche i candidati meno quotati hanno deciso di rivolgersi alla più numerosa comunità straniera della Capitale. L’imprenditore Alfio Marchini ha scelto due donne. Nelle liste a sostegno della sua candidatura ci sono l’ingegnere chimico Valentina Ciobanesu e Mariana Lucia Duma.

Quasi tutti i candidati romeni sono alla prima esperienza in politica. Nei programmi elettorali le promesse sono spesso simili. Ricorrono l’impegno a tutela dei propri connazionali, la battaglia contro il lavoro in nero, la difesa delle minoranze. Sui social network molti si rivolgono solo alla comunità d’origine. L’italiano, talvolta un po’ sgrammaticato, è quasi un’eccezione. Non per questo il desiderio di integrazione passa in secondo piano. «Vorrei essere partecipe alla vita pubblica di questa città che è anche mia!» scriveva qualche giorno fa Ileana Gavrilescu.

Non sorprende la scelta di Rifondazione Comunista, che ha inserito in lista Iulian Bobe. Studente di giurisprudenza, a Roma da otto anni, per guadagnarsi da vivere è un «addetto alla vigilanza». Con un italiano stentato si presenta in un video su youtube (con annessa versione in lingua originale). «Cari amici – spiega – per il vostro bene votate lista Sinistra per Roma». Molto più inattesa la decisione de La Destra di Francesco Storace. Eppure una rappresentante della comunità romena della Capitale c’è anche qui. Si chiama Stella Camelia Enescu. «Ho scelto La Destra – raccontava qualche giorno fa al Corriere di Roma – perché so bene cosa sia il comunismo…».  

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