Staderini svela il bluff: si rischia la legge truffa

Il segretario dei radicali boccia il provvedimento del governo

Il Consiglio dei ministri ha da poco approvato il disegno di legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ma già scattano le prime polemiche. Tra i primi sulle barricate è salito il segretario dei radicali Mario Staderini, che dal suo profilo twitter ha commmentato così la decisione del Cdm: «smettete di dire che il governo abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Cambia solo il modo di prendere i soldi dalle nostre tasche…».

Segretario perché questo tweet?
Innanzitutto bisogna fare chiarezza sul significato di finanziamento pubblico. Questo avviene quando le tasse dei cittadini finiscono direttamente agli apparati di partito. In questo disegno di legge ci si è limitati soltanto ad abrogare le vecchie norme. E’ vero che il ministro Quagliarello ha detto che questo finanziamento va abolito, ma di fatto non è stata invertita la rotta rispetto a quando il sistema vincente era quello in cui le tasse dei cittadini finivano ai partiti. Si continua infatti su questa strada modificando soltanto alcune modalità che si è cercato di rendere, almeno nelle intenzioni, meno scandalose.

Cosa cambia quindi con questo disegno di legge?
Cambiano la modalità del rimborso perché si passa da un fondo fisso calcolato in base ai voti, a un fondo in parte scelto dalle indicazioni dei contribuenti. Mettiamola così, questo finanziamento rimane un finanziamento pubblico perché comunque viene preso dal bilancio dello stato, solo che adesso i cittadini possono esprimere una loro preferenza. Se poi fosse, come sembra, simile al modello dell’8xmille – e cioè che anche chi non esprime una preferenza è costretto a finanziare i partiti – sarebbe una truffa clamorosa.

Secondo lei quale sarebbe la soluzione più adatta per riformare il sistema attuale?
Noi siamo per un sistema in cui i partiti si fanno finanziare da donazioni private fatte esclusivamente dai cittadini, persone fisiche intendo, con tetto limitato e non dalle persone giuridiche o dalle società. L’unica cosa che deve garantire lo Stato sono i servizi alla politica e non solo ai partiti. Questo modello, che poi è quello che gli italiani avevano scelto con il referendum del 1993, non è stato scelto. Tuttavia si è optato comunque per un finanziamento pubblico che, si spera, abbia modalità meno scandalose.

Neppure la progressiva diminuzione dei finanziamenti nel tempo la convince?
Non è serio mantenere per quattro anni il sistema attuale con piccole riduzioni. Noi siamo convinti che si debbano riconoscere solo le spese sostenute in campagna elettorale, perché possono essere rendicontate, il resto non deve essere dato. E non è tutto perché sono sicuro che il già debole disegno di legge verrà stravolto in parlamento. Proprio per questo domani ci incontreremo a Roma per un’assemblea referendaria, con il comitato cambiamonoi.itin cui proporremo una serie di referendum tra cui quello che abolisce definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti. 

Twitter: @FabrizioMarino_

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter