Per riformare la Costituzione occorre rispettarne l’articolo 138, che prevede una procedura notevolmente più complessa di quella legislativa ordinaria. Per la riforma costituzionale che costituisce ora il capitolo principale del programma del governo Letta, con la mozione concordata da Pd e Pdl e approvata nei due rami del Parlamento la settimana scorsa si è deciso di procedere così: in una prima fase verrà presentata discussa e varata una nuova legge costituzionale, seguendo ovviamente tutta la procedura dell’articolo 138, per stabilire una procedura parzialmente diversa (ma non meno complessa), con la quale, in una seconda fase, verrà presentata discussa e varata la riforma costituzionale vera e propria.
In altre e più semplici parole: con questa mozione si è deciso – per questo e questo solo caso di riforma costituzionale – di raddoppiare il percorso complesso previsto dall’articolo 138. Unica spiegazione possibile: il Pd ha bisogno di un po’ di tempo per chiarirsi le idee sul da farsi per davvero. Ma se il Pd ha bisogno di un po’ di tempo, non era meglio darglielo esplicitamente e riprendere serenamente il discorso a settembre od ottobre? Benissimo che la macchina si sia messa in moto; ma perché complicarci ulteriormente la vita, quando essa è già abbastanza complicata?