«La Gambaro deve rispondere a noi cittadini. L’abbiamo eletta noi!». L’anziano militante grillino alza la voce davanti alle telecamere. Alle nove di mattina, a piazza Montecitorio il caldo è già feroce. Incurante della Costituzione italiana – l’articolo 67 non prevede ancora il vincolo di mandato – l’attempato pentastellato se la prende con l’ultima parlamentare finita al centro delle polemiche. Colpevole di aver pubblicamente criticato Beppe Grillo. Sudati, attorno a lui una cinquantina di manifestanti si sono raccolti per dimostrare lealtà all’ex comico. «Mandiamoli tutti a casa» continuano a ripetere i cartelloni appesi sulle transenne sotto l’obelisco egizio. «L’onesta diventerà di moda». Gli slogan rimandano all’incredibile exploit elettorale dello scorso febbraio. Sembra un secolo fa.
Ieri l’assemblea dei gruppi M5S ha affidato il destino della senatrice Adele Gambaro al giudizio del web. Saranno i militanti grillini a decidere l’espulsione della parlamentare, rigorosamente in rete. L’impressione è che il sit-in di oggi serva a confermare il sostegno a Grillo e mettere a tacere le ipotesi di scissione. Una passerella per i parlamentari più fedeli alla linea. «Beppe il megafono, noi la voce del MoVimento» recita un lungo striscione. Per chi non avesse capito il senso dell’iniziativa, un altro cartellone specifica: «O dentro o fuori dal Movimento e i suoi valori». Ancora più chiaro un altro manifesto. «Ecco chi ha tradito 9 milioni di elettori». Sotto le fotografie dei parlamentari che hanno lasciato i gruppi a cinque stelle. Dal senatore Mastrangeli ai due deputati tarantini Furnari e Labriola.
Passano i minuti, il caldo aumenta. A Roma sono giornate infuocate, le prime estive. Sulla piazza i manifestanti – verso le 12 arriveranno a essere 150-200 – si spostano seguendo l’ombra dei palazzi. Dalle 9.30 iniziano ad affacciarsi i parlamentari grillini. Il primo è Alessandro Di Battista, romano. In pochi mesi è diventato una delle star del movimento. Appena lo vedono, i militanti della Capitale lo applaudono entusiasti. Lui sorride. «Dobbiamo essere compatti» spiega. Difficile non parlare delle vicende che stanno scuotendo il movimento. «Quando qualcuno se ne va mi piange il cuore – racconta Di Battista – Ma non credo sia casuale che queste persone lasciano poco prima di restituire i quattrini».
Ufficialmente nessuno vuole parlare dei fuoriusciti. «Siamo qui per parlare di contenuti, non di gossip» raccontano in tanti. Eppure nelle interviste registrate tra i militanti – davanti alla Camera ci sono anche decine di giornalisti e operatori video – il discorso cade inevitabilmente sull’espulsione di Adele Gambaro. «Una che è arrivata in Parlamento grazie a Grillo, aveva preso pochissimi voti» rivelano con fastidio i bene informati. «Perché non parlate di tutti quelli che sono stati espulsi dal Partito democratico?». In piazza gira persino una lista di epurati democrat. Un centinaio tra sindaci e dirigenti locali. «Ma questo non fa notizia, vero?»
Certo, la presenza dei militanti è limitata. «Fa caldo, è un giorno feriale» si giustifica qualcuno. Tutto vero. Ma chi si aspettava una folla oceanica resta deluso. «Dobbiamo essere compatti e molto determinati» continua ad arringare la folla Di Battista. «Alessandro è Alessandro» annuisce soddisfatta una militante romana sulla cinquantina. Il giovane deputato è uno dei più acclamati. Nel Movimento uno vale uno, ma gli attivisti hanno già i loro beniamini. Quando arriva l’ex capogruppo Roberta Lombardi partono altri applausi. Strette di mano, sorrisi. Un signore le scatta una fotografia assieme alla figlia. Lei non risparmia una stoccata alla senatrice Gambaro. «Chi vuole stare in Parlamento e cambiare il Paese lavorando è il benvenuto. Chi vuole fare bar sport è fuori».
A un certo punto davanti Montecitorio si alza un cartello. «L’IMUrtacci vostra». Stavolta la volgarità non è a cinque stelle. Senza dare troppo nell’occhio si è radunato un piccolo gruppo di sindaci calabresi. Protestano contro il patto di stabilità. Al momento di organizzare il viaggio a Roma non si sono accorti della manifestazione grillina, e così ora si confondono con la folla pentastellata. Se non fosse per la fascia tricolore sarebbe difficile riconoscerli.
Nel frattempo una militante elenca ad alta voce la lunga lista di ddl presentati dal Movimento alle Camere. «Proposta di legge per cancellare il finanziamento pubblico ai partiti…. Proposta di legge per istituire il reddito di cittadinanza…. Avete sentito queste cose in televisione?». Le persone raccolte in cerchio davanti a lei rispondono in coro. «Noooo». A tratti sembra un comizio berlusconiano. «Non vi fidate delle cazzate che dicono in tv. Fanno il gioco dei poteri forti che stanno in questo Palazzo!» replica lei. Qualcuno la prende in parola. Nonostante i tanti sorrisi, non tutti sono ben disposti con i giornalisti presenti. Non manca qualche battibecco. Un militante se la prende con l’inviata del Tg3. «Dovete fare dei servizi più onesti, meno faziosi», le suggerisce con foga.
In un angolo della piazza assiste alla scena il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. È arrivato da solo. Si guarda attorno in attesa di essere riconosciuto. Parla con la gente, non si nega ai giornalisti che lo fermano. «Questo è un movimento di protesta importante», racconta. Chissà se l’ex pm sogna un’intesa con Beppe Grillo. «Guardi che essere suo amico non è mica un peccato», sorride prima di andarsene verso piazza Colonna.
Non è l’unico politico interessato alla manifestazione. Qualche metro più in là fa capolino il democrat Pippo Civati. È il pontiere del Pd, l’anello di collegamento con il M5S. In realtà oggi è qui per caso, ammette. È uscito in piazza per incontrare i sindaci calabresi, si ritrova in mezzo ai militanti M5S. La reazione dei lealisti grillini non è entusiasta. il deputato si prende una serie di insulti. «Se non restituisci i soldi è inutile che vieni qui», «Se c’hai le palle lascia il Pd, passa al gruppo misto!». Si ascolta anche di peggio. Lui coraggiosamente resta in piazza un’altra decina di minuti.
Almeno una ventina di parlamentari grillini si alternano al megafono. Ognuno parla dei propri argomenti di competenza e delle iniziative parlamentari che ha seguito. «Dato che i temi non escono fuori dal Palazzo – spiega Di Battista – li portiamo fuori noi». Dalla scuola al conflitto di interessi. «Ciao cittadini!» esordisce la siciliana Giulia Grillo. «Sono una cittadina come voi» specifica subito dopo. Con le polemiche di questi giorni, meglio specificare.