Nonostante i ritardi rispetto al resto d’Europa sulla diffusione della banda larga, gli italiani usano sempre di più i social network. A metterlo in evidenza è un’analisi condotta dal team di Blogmeter per State of the Net, la due giorni di conversazione attorno alle trasformazioni e alle relazioni tra il mondo della Rete e la società. A farla da padrone è Facebook che in Italia ha 23 milioni di utenti mensili e che a livello globale, negli ultimi due anni, si è mangiato gli utenti di Orkut e Hi5. Sul fronte italiano i numeri danno Twitter in calo dell’11,6% rispetto alla stessa rilevazione di un anno fa, nonostante una recente pubblicazione del Pew Research Center mostri come i cinguettii siano sempre più preferiti dagli adolescenti.
«Ci sono almeno due fattori che possono aiutare a spiegare questo fenomeno», spiega Vincenzo Cosenza, Social Media Strategist di Blogmeter. «Innanzitutto lo scorso anno si sono registrati alcuni picchi di iscrizioni a Twitter sulla scia dell’uso che ne hanno fatto alcuni vip, come per esempio Fiorello». Inoltre, almeno per quanto riguarda l’Italia, «non credo che possa diventare un social network di massa come Facebook, per diversi fattori: c’è una fase iniziale più complessa in cui su Twitter si deve costruire una rete di contatti, c’è l’asimmetria del rapporto con gli altri utenti, in generale c’è uno stimolo minore per l’utente medio rispetto a Facebook». A differenza di Twitter, il prodotto di Zuckerberg si è inoltre configurato sempre più come una piattaforma aperta allo sviluppo di applicazioni da parte di terzi. Questo ha favorito l’aumento della varietà dell’esperienza che può avere un’utente su Facebook rispetto a Twitter, e «non va dimenticato il ruolo determinante che hanno i giochi sviluppati per la diffusione di Facebook».
Rispetto al 2012 sono cresciuti tantissimo Google+ (+56,7%), Linkedin (+18,3%), ma anche piattaforme più giovani come Tumblr (+39,3%), recentemente acquisita da Yahoo!, e Pinterest (+119,8%). Guardando i numeri assoluti, però, Facebook con i suoi 23 milioni di utenti mensili è davvero il social network di massa e guarda dall’alto Google+ (3,8 milioni), Linkedin (3,5) e Twitter (3,3). Facebook a parte, però, «c’è una bella differenza tra i comportamenti degli utenti: quelli di Google+, per esempio, restano connessi mediamente circa 4 minuti al mese, mentre chi twitta si collega quasi 19. Su Facebook addirittura 8 ore». I dati raccolti da Audiweb ed elaborati da Blogmeter non prendono però in considerazione l’uso da mobile. Vista la tendenza che vede il computer perdere terreno rispetto a tablet e smartphone c’è quindi da prenderli con cautela, seppure siano utili per dare un’idea generale. «Nel prossimo futuro non c’è dubbio che fruiremo sempre più i social network direttamente da device mobile», spiega Cosenza, «però è anche vero che per come siamo soliti usare queste piattaforme è difficile pensare che nell’arco di un mese un utente non abbia mai effettuato un accesso da un desktop».
Accertato che gli italiani partecipano in numero crescente alla conversazione sui social network, di che cosa parlano? A questo tema Vincenzo Cosenza e Blogmeter hanno dedicato la seconda parte della loro rilevazione. Analizzando 200 milioni di interazioni su Facebook avvenute nei primi quattro mesi dell’anno emerge come gli italiani diventino fan dei grandi brand che vengono comunicati, siano essi prodotti, personaggi o trasmissioni radio e tv. Ma soprattutto ci piace parlare di politica, visto che la cima della classifica, con oltre 14 milioni di interazioni, è dominata da Beppe Grillo. Al secondo posto il quotidiano “la Repubblica” (quasi 6,5 milioni) seguito dallo «Zoo di 105» (poco più di 3 milioni). «In realtà, nonostante la classifica sia dominata dai media mainstream e dai brand», commenta Cosenza, «la rete e in particolare i social network permettono a una coda lunga di argomenti e temi di avere il proprio spazio». Sono temi di nicchia, che non arrivano nelle parti alte della classifica, ma che rappresentano tante piccole discussioni online. «Come a dire che non esiste un’Italia offline e una online: si parla sui social network delle stesse cose di cui si parla al bar». Con i propri trend topic e le proprie nicchie.
La Rete, però, non coincide con i social network. A collegarsi mensilmente alla Rete sono 29 milioni di italiani, 6 milioni in più degli utenti Facebook. Sul fronte della connessione in mobilità, inoltre, c’è una fetta di comunicazioni che sfugge ancora anche agli analisti. Si tratta di quello che viene chiamato “dark web” ed è tutto il traffico che non passa dai social network o da altri canali studiati. «Pensiamo a tutte le app come WhatsApp o Viber che permettono di scambiare messaggi tra amici», spiega ancora Cosenza, «si tratta di realtà in forte crescita ma che non sappiamo quanto vengano utilizzate dagli italiani». Proprio sulle piattaforme mobili si sta concentrando chi si occupa di pubblicità e, per esempio, visti i trend di crescita già oggi «la versione mobile di Facebook contiene più inserzioni rispetto a quella desktop» conclude Cosenza.