I parlamentari del Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni hanno filmato in aula i cosiddetti ‘pianisti’. L’ultimo doveva essere il senatore Lucio Malan del Pdl, il quale voto però alla verifica è risultato regolare (sono infatti arrivate anche le scuse del grillino Vito Crimi). Di certo Malan non sarebbe stato il primo pianista e nemmeno l’ultimo.
Per il presidente del Senato Pietro Grasso però sembra essere più importante porre l’accento sul fatto che «in aula le riprese sono vietate». Strano per un personaggio che tra denunce e videoriprese ha scoperto reati di mafie e mafiosi, rimarcando più volte l’importanza della denucia. Dal presidente del Senato ci saremmo aspettati tutt’altre argomentazioni: ad esempio avrebbe potuto proporre di applicare per il voto a palazzo Madama la stessa modalità utilizzata su base volontaria alla Camera, cioè con riconoscimento tramite impronta digitale. A quel punto addio pianisti o giù di lì.
Sarà anche vero, come dice Grasso, che questi filmati, sono una «anomalia» a livello di regolamento, ma altrettanta «anomalia» la rappresentano i pianisti dell’intero arco parlamentare, che ci sono e continueranno a esserci…