La Conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito all’unanimità l’ok per la procedura d’urgenza per l’esame della legge elettorale. I tempi si accorciano: il provvedimento verrà esaminato in commissione a settembre e a ottobre verrà votato nell’Aula. Infine, a novembre, il pronunciamento della Corte costituzionale
Cancellare il Porcellum in tempi rapidi. Assestando una prima spallata alle liste bloccate della discussa legge elettorale anche prima della pausa estiva. Come promesso qualche settimana fa dal vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, l’abolizione della legge Calderoli sarà portata (di nuovo) all’attenzione di Montecitorio già nelle prossime ore. In questi giorni ben 45 deputati di tutti gli schieramenti hanno firmato la richiesta di procedura d’urgenza presentata dall’esponente democrat. Intanto questa sera il capogruppo di Sel Gennaro Migliore chiederà alla conferenza dei capigruppo di calendarizzare entro agosto, in quota opposizione, il ritorno al Mattarellum.
Mentre il governo – così raccontano le indiscrezioni – sta cercando di elaborare un disegno di legge “di salvaguardia” per modificare il sistema di voto in autunno, l’offensiva organizzata in Parlamento accelera. Questa mattina i protagonisti più attivi del fronte anti-Porcellum si sono dati appuntamento a piazza Montecitorio. Con Giachetti erano presenti Mario Segni, Arturo Parisi, Gennaro Migliore. Gli organizzatori del referendum – poi bocciato dalla Corte Costituzionale – che la scorsa estate aveva raccolto l’adesione di oltre un milione e mezzo di italiani.
Ovviamente la lista dei parlamentari sensibili all’argomento è più lunga. A partire dai 45 deputati – a norma di regolamento ne sarebbero bastati dieci – che hanno firmato la richiesta di procedura d’urgenza presentata dal vicepresidente della Camera. Buona parte degli aderenti sono esponenti del Pd, ala renziana. Ma scorrendo la lista si trova di tutto. C’è il berlusconiano Antonio Martino (tessera n. 2 di Forza Italia), i montiani Cimmino, Galgano e Vargiu. Diversi deputati di Sel e del gruppo misto. C’è persino una grillina, la parlamentare sarda Paola Pinna. Un fronte trasversale – spiega Giachetti – formato da tutti i principali partiti, «tranne Lega Nord e Fratelli d’Italia».
E così entro questa sera i capigruppo della Camera dovranno pronunciarsi sulla richiesta di urgenza. In assenza di un larga approvazione, sarà l’Aula della Camera a votare la calendarizzazione in tempi rapidi dell’abolizione del Porcellum. Se ci fosse la volontà politica, sarebbero sufficienti alcune settimane. «Per ripristinare il Mattarellum basterebbe un solo articolo – racconta Migliore – Diciamo che ce la faremmo in un mese alla Camera e un altro mese al Senato».
Il Porcellum ha le ore contate? Non proprio. Nonostante tutti si dicano convinti della necessità di una nuova legge elettorale, «sono almeno due anni che i cittadini vengono presi in giro» spiega Arturo Parisi. Gli attivisti anti-Porcellum puntano su un’altra grande differenza. Non basta modificare la legge Calderoli, come pure molti auspicano. È necessario abolirla. «La linea di divisione è tra chi vuole mantenere la scelta dei parlamentari nelle mani dei capipartito e chi si batte per restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti – racconta ancora Parisi – Fino a quando non sarà restituito ai cittadini questo fondamentale diritto non ci fermeremo».
Da questo punto di vista il ritorno al Matterellum è un passaggio fondamentale. Una norma temporanea, sia chiaro. Necessaria per scongiurare un nuovo voto con il Porcellum in caso di elezioni anticipate, ma pronta ad essere archiviata in caso di successo del più completo percorso delle riforme istituzionali immaginato dal governo. Una clausola di salvaguardia, insomma. Per evitare di tornare alle urne con le liste bloccate. «Crediamo che attraverso i collegi possa essere ripristinato il rapporto diretto eletto-elettore» spiega Migliore. Per Mario Segni: «È una battaglia di democrazia».