Spettri e tormenti del Brasile caput mundi

Dopo lo sboom dei Brics. Storify verdeoro

Il Brasile è un grande paese da qualche tempo in crisi di crescita. In pochi anni, praticamente in mondovisione, si sta giocando il proprio futuro da grande potenza. Prima la Confederation Cup, ora la visita del Papa in occasione della Giornata mondiale della Gioventù, nei prossimi anni i mondiali di calcio e le olimpiadi. Nel mezzo un paese cresciuto molto e stabilizzato grazie alla cura Lula, che vive sulla propria pelle le contraddizioni tipiche dei giganti in emersione: una diseguaglianza ancora fortissima e una criminalità elevata abbinata ad una crescita in frenata e a straordinarie occasioni di business e di mercato per imprese di tutto il mondo. Le proteste del ceto medio in ascesa, quasi speculari alle rivolte nordafricane, testimoniano proprio di un paese al bivio tra il salto definitivo verso modelli e stili di vita e gestione dei beni pubblici realmente occidentali e limbo sudamericano. Qui sotto pubblichiamo una breve storify di nostri articoli che spazia dai problemi del modello economico brasiliano al termine del boom del paesi Brics alla sfida della fede e delle sette pentecostali, la mappa dei cattolici, il tema del welfare sanitario fino alle proteste in concomitanza con la visita di Francesco. Un pacchetto utile a capirne di più di questo gigante sudamericano nei prossimi anni sempre più al centro del mondo.   

Le nostre analisi e approfondimenti sul Brasile

E se il Maracanà nuovo fiammante restasse improvvisamente senza elettricità l’anno prossimo nel bel mezzo del Mundial che dovrebbe celebrare il “miracolo” brasiliano? È un incubo che ossessiona da tempo Dilma Rousseff. E intanto spera che non succeda nulla del genere durante la Confederations cup, antipasto della grande festa del 2014. A Presidenta si trova alle prese con una crisi elettrica che rischia di trasformarsi in una catastrofe economica. L’endemica fame energetica s’è accoppiata a una eccezionale siccità che durante la stagione calda ha prosciugato le grandi dighe del paese e inaridito le centrali elettriche. (Continua)

L’America Latina l’ultimo grande gigante cattolico? Andiamoci piano; forse è, al contrario, l’area del mondo dove la crisi della Chiesa di Roma vive la sua fase più intensa. Certo i cattolici nella regione rimangono maggioranza almeno nominalmente, cioè per numero di battezzati. Ma se si guarda ai praticanti si assiste, anche nel “Cono sud”, a un calo verticale della fede senza contare il problema della concorrenza interna, cioè della rivalità con le chiese evangeliche pentecostali. Le cosiddette “sette”, vale a dire la diffusione di movimenti di origine protestante nordamericana slegati dalle chiese storiche europee, hanno ormai assunto dimensioni tali da mettere in discussione il primato dei cattolici; fra gli studiosi del fenomeno c’è anzi chi sostiene che se si guarda ai fedeli “attivi” il sorpasso è già iniziato nonostante la vulgata voglia che il 40% dei cattolici del mondo si trovi in America Latina. Dietro l’elezione del primo Papa argentino della storia c’è dunque anche la perdita di peso del cattolicesimo nell’intera regione e il rischio di una sua progressiva marginalizzazione. (Continua)

Ammalarsi in uno Stato dell’entroterra del Paese, lontano dalle grandi città, e senza la possibilità di pagarsi una clinica privata, è per milioni di brasiliani un problema molto serio anche negli anni del boom economico. La mancanza di strutture moderne e, ancor più, la mancanza di medici che esercitino nella sanità pubblica, rappresenta uno dei talloni d’Achille del gigante sudamericano. A effettuare una radiografia della drammatica situazione sono stati i ricercatori dell’Ipea (Istituto brasiliano della ricerca economica applicata). E i numerosi dati raccolti nel corso dell’indagine, finiscono per essere anche utilissimi a contestualizzare le ragioni delle proteste che il mese scorso hanno spinto milioni di cittadini a scendere in piazza. (Continua)

Il Papa argentino che va in Brasile sembra quasi la rappresentazione di un mega derby religioso considerata la storica rivalità – non solo calcistica – che da sempre contrappone i due grandi Paesi dell’America Latina. Eppure l’arrivo di Francesco a Rio de Janeiro nella serata di lunedì 22 luglio per la Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che si svolgerà fino al 28 nella metropoli carioca, è atteso come un grande evento di festa e partecipazione popolare. Bergoglio ha indubbiamente conquistato il cuore e le menti dei cattolici latinoamericani mai particolarmente vicini al suo predecessore, se non altro per lo stile e la sensibilità, inoltre non c’è dubbio che l’incontro fra uno de più grandi Paesi cattolici del mondo e il primo Papa del Sud America ha suscitato un entusiasmo generalizzato. (Continua)

Papa Francesco è stato accolto da decine di migliaia di persone per le strade di Rio de Janeiro, in occasione del suo arrivo in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù il 28 luglio, che lo hanno accompagnato fino a Palazzo Guanabara, sede del governo statale della città brasiliana. Ed è stato proprio il palazzo del governatorato l’obiettivo di qualche migliaio di manifestanti che protestavano contro i costi per le casse statali, secondo AFP pari a 53 milioni di dollari, della visita del Pontefice in quello che è il paese con più cattolici al mondo. Dopo che il Papa ha lasciato l’edificio si sono verificate violenze fra manifestanti e forze dell’ordine. Un poliziotto è stato gravemente ustionato da una molotov, un fotografo della AFP è stato ferito da una manganellata. O Globo parla di 8 arresti e 7 feriti, fra cui persone colpite da proiettili di gomma e contusi. (Continua)

Il 22 luglio papa Francesco è partito da Roma per il Brasile, nel suo primo viaggio da pontefice per partecipare alla giornata mondiale della gioventù a Rio de Janeiro. Alla manifestazione che si tiene ogni due anni dovrebbero partecipare un milione di fedeli. Nel paese sudamericano vivono 123 milioni di cattolici, ma negli ultimi anni la chiesa cattolica sta perdendo fedeli a favore di altre chiese come quella evangelica. Mentre dal 1970 al 2000 il numero dei cattolici era in costante aumento, dal 2000 al 2010 la popolazione cattolica nel paese ha cominciato a diminuire ed è passata da 125 milioni a 123 milioni di persone, i cattolici nel 2000 erano il 74 per cento della popolazione brasiliana, invece nel 2010 sono diventati il 65 per cento della popolazione. (Continua)

Se da un lato la perdurante crisi di molti paesi europei, Italia in primis, continua a tenere viva l’attenzione sui Bric e sulle loro ben più vivaci dinamiche, è ormai risaputo che anche tra quei paesi i differenziali di crescita sono marcati e in aumento. (Continua)

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