Berlusconi si prepara alle urne, Letta si adegua

Quelli che pensano al voto anticipato

Uno dalla sua pagina facebook, l’altro sul palco del Meeting di Comunione e Liberazione. L’ex presidente del Consiglio e il premier in carica si preparano alla prossima campagna elettorale, ognuno a modo suo. Silvio Berlusconi ed Enrico Letta sembrano guardare alle urne. E se il primo è pronto a scatenare una crisi di governo nel giro di poche settimane, il secondo si prepara suo malgrado a quello che ormai sembra l’inevitabile epilogo.

Uno utilizza i toni di sempre. L’altro svela un profilo inedito. Berlusconi chiama a raccolta i suoi militanti con un post esplicito e combattivo su facebook? Letta si prepara alle prossime sfide – anche interne al centrosinistra – intervenendo dal palco di Rimini. Questo pomeriggio a tenere banco è l’ultima uscita del Cavaliere. Un messaggio sul popolare social network, che peraltro ripete alcune frasi già anticipate ieri. «Io resisto!» conferma l’ex premier con spirito battagliero. «Non mollo». Il pensiero pare ormai volto alla prossima campagna elettorale, la parentesi delle larghe intese già archiviata.

Diversa la risposta di Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha scelto la platea amica del meeting di Rimini. Un discorso, quello di ieri, che ha colpito parecchi. Smessi i panni dell’asettico burocrate, il premier ha ammonito la politica dai rischi di una crisi di governo. Ha difeso l’esperienza delle larghe intese. Ma parlando di giovani e di “speranza” ha anche mostrato – a detta di molti presenti – una nuova immagine di sé. Sicuramente utile quando il centrosinistra dovrà indicare la nuova leadership.

Contro i messaggi tra le righe di Letta, il Cavaliere sceglie la linea diretta. Il messaggio su facebook di poche ore fa non lascia spazio a interpretazioni. Altro che ineleggibilità. Se il Senato vota la sua decadenza, l’ex premier è pronto a dare battaglia. «State tranquilli – rassicura i suoi elettori sulla Rete – che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò fino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani». Alla fine sembra quasi una anticipazione della campagna elettorale. Un invito alla mobilitazione. «Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio».

E se Berlusconi sembra ormai lanciato nella nuova avventura, Letta non può fare altro che raccogliere la sfida. Ovviamente il premier non punta a elezioni anticipate. Anzi, a Rimini difende con convinzione l’operato del suo governo (difficilmente potrebbe essere altrimenti). Parlando al meeting, il presidente del Consiglio si tiene a debita distanza dalle polemiche di questi giorni. Ma se gli eventi dovessero precipitare – come sembra probabile in queste ore – non si vuol fare trovare impreparato.

A rileggere a freddo il suo intervento, incuriosiscono in particolare tre passaggi. Quello sulla legge elettorale, considerata ormai – e forse non a caso – «il cambiamento più urgente». La modifica del Porcellum è diventata la principale priorità. «Entro ottobre – ha spiegato Letta – la Camera dovrà approvare la riforma per consentire ai cittadini di tornare arbitri».

Poi un avvertimento a chi punta al voto anticipato. Un monito buono anche da giocare in campagna elettorale, per rivendicare l’azione di governo. «L’uscita dalla crisi è a portata di mano – ha spiegato Letta – ma dobbiamo guardare al futuro. Gli italiani puniranno chi anteporrà interessi personali e di parte all’uscita dalla crisi». Insomma, se davvero Berlusconi deciderà di chiudere la parentesi delle larghe intese, se ne dovrà assumere la responsabilità davanti al Paese.

Ma c’è un terzo aspetto dell’intervento di Letta che ha colpito più di qualcuno. Quel passaggio sul futuro. «È necessario non interrompere un cammino di speranza». Una dedica alle nuove generazioni. «Non lasceremo soli i giovani. Lavoreremo e faremo di tutti perché riescano ad avere opportunità che altri giovani in altre parti d’Europa hanno oggi». Una nuova immagine da leader, capace di scaldare gli animi e coinvolgere l’elettorato. Buona non soltanto per dirigere le riunioni a Palazzo Chigi. Una figura pronta a sfidare Matteo Renzi sul suo stesso terreno. Dopotutto una campagna elettorale da candidato premier passa inevitabilmente anche dalla sfida interna al centrosinistra.