La vacanza del politico nel 2013: si fa ma non si dice

Ipocrisie estive

Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha tenuto a specificare che «il governo non va in vacanza». Anche se qualche giorno di pausa forse c’è, visto che il prossimo Consiglio dei Ministri è il 23 agosto. Lo stesso vale per i parlamentari: il presidente della Camera Laura Boldrini ha augurato buone vacanze a tutti, ma poi, ripensandoci, si è corretta: «non sono in ferie: le Camere possono essere riaperte in ogni momento». Insomma, l’ultimo tabù della politica, adesso, sono le vacanze. Si fanno, ma non si può dire. Si vergognano, i politici. Perché? Qualcuno potrebbe insinuare che, alla base, ci sia un caso di cattiva coscienza. Può darsi. Più probabile che sia, invece, l’effetto perverso della lotta anti-Casta di Grillo e compagnia. Dopo essere stati bersagliati da insulti, strali, invettive e spese e vacanze anche i parlamentari si saranno stufati. Continuano ad andare in ferie, ma preferiscono che non si venga a sapere. In fondo a guardar bene questa storiella ha un senso un filo più ampio. È un simbolo di quello che tutta l’attività populista è riuscita a ricavare in questi mesi: che i problemi persistono, ma non se ne parla più.

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