Vogliamo sperare sia solo la coda di una stagione politica che ha chiuso per così dire i battenti ieri per riaprire tra un dozzina di giorni. A leggere i giornali in queste ore infatti c’è da restare basiti: il tormentone Imu è un’altra volta il titolo forte e non fa nulla se l’emergenza in tutta Europa è il lavoro e la crescita che ancora non ci sono. No. Nella piccola e litigiosa Italia politica campeggia l’Imu e le minacce collegate di Berlusconi, condannato ma sempre al centro della scena: o si leva la tassa sulla casa o cade il governo, tuona il Cavaliere. Anzi di più: per andare avanti serve anche un segnale sulla giustizia. Non una grande riforma attesa invano da vent’anni, intendiamoci. No. Un segnale (leggi un qualche salvacondotto per tornare in pista).
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Specularmente, dall’opposizione che poi opposizione non è visto che il Pd è al governo con il Pdl, ecco la pensosa intervista del giorno, questa volta tocca a Dario Franceschini, il quale gonfia il petto e intima: basta diktat dal Cavaliere… E via così un pensiero su tutto: su Renzi e sulle risorse che non ci sono. A cui seguono altri retroscena sulla strategia di Berlusconi prossima futura e l’ennesima intervista ammonitrice, questa volta del fido Schifani. Fino all’ennesima mediazione/rinvio del premier Letta: Imu? Troveremo la sintesi entro fine mese.
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Ecco, fine mese. Vogliamo dirlo sommessamente, sapendo di parlare al vento: se le supposte vacanze lampo della politica («io e Alfano ci alterneremo per non lasciare sguarnito palazzo Chigi nemmeno a ferragosto», ha promesso Enrico Letta) devono essere di questo tenore, un teatrino ferragostano da ladri di Pisa, con Pd e Pdl che di giorno litigano sui giornali e di notte fanno bottino insieme, tanto vale smetterla con la retorica delle vacanze attive e di lavoro. Questa qualità di dibattito nei prossimi dieci giorni ce la risparmieremmo volentieri. Se dev’essere così, meglio rivedersi direttamente a settembre. Almeno il Paese ha bisogno di riposare…