Fiducia al governo di Letta, Pdl a rischio scissione

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3 ottobre 

Il premier Enrico Letta, appena appresa la notizia della tragedia degli immigrati a Lampedusa, ha incontrato il ministro dell’Interno e vicepremier Angelino Alfano, con il quale ha concordato che lo stesso Alfano andrà al più presto possibile a Lampedusa a nome di tutto governo. Annullata la conferenza stampa dei ministri del Pdl prevista per le 11.30. 

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10.55 Dopo il voto di fiducia, parla Alfano
Alle undici e trenta è prevista una conferenza stampa del vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno Angelino Alfano. Nella giornata del 2 ottobre, la scelta dei ministri del PdL di forzare la mano a Berlusconi ha poi prodotto un voto di fiducia di tutti e due i gruppi parlamentari del Popolo della Libertà, tranne alcuni parlamentari. Si è molto parlato della costituzione di due gruppi parlamentari di fuoriusciti dal PdL che avrebbe dovuto contare sull’appoggio di 25 senatori e una ventina di deputati. Angelino Alfano spiega in conferenza stampa le ragioni che hanno animato la presa di distanza rispetto a Silvio Berlusconi riguardo alla fiducia al governo Letta, che Berlusconi aveva più volte detto di non voler votare, anche nella giornata del 2 ottobre.

22.22 Alfano partecipa alla riunione dei dissidenti

22.05 Napolitano: la serietà di Letta ha prevalso, non si riapra il gioco al massacro
In seguito alle votazioni del Senato e della Camera sulla fiducia al governo, dall’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica è stata diffusa la seguente valutazione:
«L’essenziale è che il governo ha superato la prova, vinto la sfida e innanzitutto per la serietà e la fermezza dell’impostazione sostenuta dal Presidente del Consiglio dinanzi alle Camere.
In quanto alla prospettiva che si apre in uno scenario politico in via di mutamento, chiaramente il Presidente del Consiglio e il governo non potranno tollerare che si riapra un quotidiano gioco al massacro nei loro confronti».

20.18 Previsto incontro Berlusconi-Alfano dopo il voto alla Camera
La riunione del gruppo dei dissidenti non si terrà presso la fondazione Magna Carta. Sembra che siano gli uffici di Maurizio Lupi

19.40 Continuano le dichiarazioni di voto
Alla Camera dei deputati continuano le dichiarazioni di voto, da Fratelli d’Italia, Popolo della Libertà e Movimento 5 stelle. Al termine delle dichiarazioni di voto ci sarà il voto sulla questione di fiducia, ma il voto alla Camera è di minore importanza rispetto a quello del Senato.

17.55 Dissidenti Pdl, in serata l’incontro per definire la linea
I fuoriusciti vanno avanti con il progetto. Stasera alle 21.30 è in programma una riunione e non è escluso che vi partecipino Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello. L’appuntamento potrebbe essere in una sala del Senato o nella sede di Magna Carta, la fondazione di Gaetano Quagliariello

16.40 Berlusconi: dimettermi da senatore? Assolutamente no

16.31 Alla Camera nasce un gruppo autonomo di fuoriusciti del Pdl
Costa entra alla Camera e presenta al presidente della Camera Laura Boldrini una lista di nomi: sono i 26 dissidenti di un nuovo gruppo autonomo alla Camera. La lista

16.00 Comincia il dibattito per la fiducia alla Camera dei deputati

14.50 Voto al Senato: passa la fiducia con 235 sì e 70 no

14:25 Formigoni: «Berlusconi vince sempre»
Lo ha detto l’ex presidente della regione Lombardia, uno degli esponenti del PdL che più si era esposto nell’operazione che avrebbe dovuto portare alla nascita del gruppo I Popolari, i circa 25 presunti dissidenti del PdL. Formigoni ha anche dichiarato che loro non sono «traditori, ma lungimiranti pionieri». Berlusconi, dal canto suo, ha fatto sapere di non aver fatto «nessuna marcia indietro».

14:20 Lupi: nessun nuovo gruppo
Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, ha dichiarato: «Se si fosse andati all’errore clamoroso di portare il Pdl lontano dal Paese» allora sarebbe nato il gruppo I Popolari (di cui aveva parlato Formigoni in mattinata). Ma, dice Lupi, «abbiamo lavorato tutti per l’unità e non per la divisione. La nuova maggioranza non c’è: questa è quella che ha voluto fortemente il governo».

14:00 Berlusconi ha votato la fiducia
Il senatore Silvio Berlusconi ha votato la fiducia. C’è qualcuno nel PdL come Nitto Palma che, dopo l’intervento di Zanda del Pd, ha deciso di uscire dall’aula (al Senato l’astensione equivale al voto contrario). 

14:00 Il video dell’intervento di Berlusconi al Senato

Qui, invece, il testo del discorso

13.31 Parla Berlusconi: votiamo la fiducia
Dopo le elezioni l’unica soluzione possibile erano le larghe intese. 

«Abbiamo deciso non senza travaglio di esprimere un voto di fiducia»

13.20 Monti conferma la fiducia e rivendica l’idea di un centro moderato composto da Letta e Alfano

L’ex presidente del Consiglio Mario Monti parla a nome di Scelta Civica e conferma la fiducia al governo. Alla fine del suo discorso lancia una frecciatina a Berlusconi: «Quando mi aveva chiesto di guidare i moderati, rifiutai». Era più opportuno «un centro moderato formato da una parte del Pdl, magari capitanato da Alfano, e dall’altra parte Enrico Letta». 

13.15 Il pizzino di Alfano a Enrico Letta: 25 del Pdl per la fiducia
Il vicepremier Alfano avrebbe consegnato un biglietto al premier che indicherebbe le intenzioni di voto del Pdl: 32 per la sfiducia, 24 per lasciare l’aula e 25 voteranno la fiducia

13.00 Berlusconi rinuncia all’intervento: al suo posto ci sarà Renato Schifani

12.15 Letta torna a parlare in aula e pone definitivamente la fiducia
Enrico Letta torna a parlare in aula: riconosce il travaglio interiore che attraversa i senatori. Ringrazia la senatrice Paola De Pin e critica il Movimento Cinque Stelle («Ai colleghi del Movimento 5 stelle dico che il rispetto e la libertà della persona è la base della democrazia sostanziale. Non ne posso più di lezione di morale da chi minaccia perché uno ha cambiato idea»). Ribadisce la sua intenzione di continuare il governo, riconoscendo la difficoltà di raggiungere gli obiettivi con una nuova maggioranza. 

12.12 Scilipoti interrompe Letta: perché lodate Paola De Pin e chiamate me traditore?
Il presidente del consiglio Enrico Letta comincia il suo secondo intervento ringraziando la senatrice Paola De Pin, fuoriuscita dal gruppo del M5s e intenzionata a votare la fiducia al governo. Scilipoti si offende per la diversità di trattamento. La sua protesta viene zittita dal presidente del Senato Pietro Grasso.

11:53 IL PDL VOTA ALL’UNANIMITA’ LA SFIDUCIA A LETTA
La decisione è stata presa all’interno del gruppo di parlamentari del Senato. All’unanimità si sarebbe deciso di votare contro la fiducia al governo Letta e di restare in aula. Per Berlusconi «se uscissimo fuori sarebbe un gesto ambiguo e gli elettori non lo capirebbero». Quindi ora bisognerà vedere quanti, dei 23 senatori che avrebbero firmato la lettera di Quagliariello a favore del governo Letta, formeranno un nuovo gruppo che Formigoni ha dichiarato si chiamerà I Popolari e conterà 23 voti provenienti dal PdL e 10 dal gruppo GAL.

11:46 Alcune foto della mattinata in Senato

La lettera pro-governo Letta tenuta in mano da Quagliariello (foto Corriere della Sera)

Silvio Berlusconi in aula al Senato durante la mattinata (Filippo Monteforte AFP)

Silvio Berlusconi e Denis Verdini in Aula al Senato (Filippo Monteforte AFP)

11:38 Stefano: la giunta continua a lavorare anche in caso di crisi o scioglimento camere
Il presidente della giunta per le elezioni e le immunità del Senato Dario Stefano ha dichiarato a Radio Popolare Roma: «La giunta va avanti anche in presenza di crisi di governo o di scioglimento delle camere e conserva piena autonomia e indipendenza»

11:37 Bondi: Cicchitto assoldato dalla sinistra, spero non gli diano più del piduista
Sandro Bondi ha dichiarato: «Non ho mai voluto replicare a Cicchitto avendo cura di conservare vecchi rapporti di amicizia. Visto per che lui non si fa scrupolo di venir meno a ogni memoria di amicizia e non esita ad accusarmi di stalinismo sapendo di mentire e di offendere la mia limpida storia personale, mi auguro solo che la sinistra che ora lo ha assoldato non lo accusi più, di essere un “piduista” come ha fatto finora».

11:24 Maurizio Lupi: depositata mozione a favore del governo Letta

11:22 Quagliariello: sono 24 i senatori PdL pronti a votare la fiducia al governo Letta
Lo sostiene Quagliariello, che sarebbe l’autore della lettera con cui si chiede ai senatori di firmare a favore del governo Letta.

11:19 Il gruppo PdL sta mettendo ai voti la possibile fiducia al governo Letta
Durante la riunione del gruppo PdL al Senato sarebbe stata messa ai voti la possibilità di votare la fiducia al governo Letta

11:16 Franceschini: nasce una nuova maggioranza
Con la lettera sottoscritta da 23 senatori del PdL e il gruppo del GAL, sostiene Enrico Franceschini, ministro dei Rapporti con il Parlamento, nasce una nuova maggioranza per il governo.

11:10 Formigoni: frattura insanabile con il PdL
Roberto Formigoni a SKY Tg24: «Siamo 25 senatori PdL più i 10 di GAL» che costituiranno un gruppo parlamentare diverso, separato per ora dal PdL. «Non vogliamo fare un nuovo partitino neocentrista». E Berlusconi? «Non mi pronuncio: non si può portare avanti una battaglia politica dicendo che Letta e Napolitano sono inaffidabili e poi votare la fiducia». 

11:00 SKY Tg24 conferma: il PdL pronto a votare la fiducia
Sempre secondo SKY tg24 i senatori PdL sarebbero pronti a votare la fiducia al governo Letta.

11:00 Formigoni: 25 senatori per il nuovo gruppo I Popolari
L’ex-presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha riferito che sarebbero già «venticinque» i senatori che daranno vita al gruppo I Popolari.

10:55 Il PdL voterà la fiducia, secondo fonti di SKY Tg24
Durante la diretta, il canale all-news fa riferimento a proprie fonti e sostiene che il PdL voterà compatto la fiducia al governo Letta.

10:53 Berlusconi: decide il gruppo PdL cosa fare
«Sarà il gruppo in maniera compatta a decidere cosa fare». Lo avrebbe detto Silvio Berlusconi alla riunione del PdL.

10:43 Sarebbero 23 le firme a favore del governo Letta fra Pdl e Gal
Si tratta del numero determinante per capire se Letta avrà la fiducia. Dei 91 senatori PdL, Giovanardi aveva parlato di 40 voti a favore. Verdini, fedele alla linea di Berlusconi aveva parlato di «una dozzina». Se fossero davvero 23, come riporta l’ANSA, i senatori che avrebbero firmato a favore del governo Letta fra PdL e Gal, vorrebbe dire che, al netto di due senatori di Gal che avevano già fatto sapere che avrebbero votato con Berlusconi, sarebbero quindi 15 i senatori del PdL effettivamente pronti a votare la fiducia al governo Letta. Tuttavia, a quanto risulta il nostro inviato Alessandro Da Rold

In corso riunione del gruppo Pdl al Senato: si discute se votare la fiducia compatti #Letta

— Alessandro Da Rold (@ARoldering) October 2, 2013

10:32 Interviene Pier Ferdiando Casini
L’ex presidente della Camera parla del governo delle larghe intese, che «non è un’alleanza d’amore, ma di necessità». Casini ricorda lo strappo con Berlusconi e dice che «è ingiusto ridurre la storia politica di Berlusconi ad una storia criminale». Il leader Udc chiude così: «Presidente vada avanti e che Dio ce la mandi buona».

10:23 Concluso il discorso di Letta
Il presidente del Consiglio ha terminato il suo discorso. Durante i trequarti d’ora in cui stava parlando, al Senato è arrivato Silvio Berlusconi che, riferisce SKY, avrebbe riferito di “voler ascoltare per poi decidere”. Intanto il presidente del PdL si è iscritto a parlare in Aula durante le repliche che seguiranno al discorso di Letta. Dopo l’intervento del premier Enrico Letta, Berlusconi ha indetto una riunione del gruppo del PdL del Senato

9:35 Prende la parola Enrico Letta
Inizia il discorso di Letta. Si parte con una citazione di Einaudi. «L’Italia corre un rischio» continua Letta. Il Presidente del Consiglio cita «con gratitudine» Napolitano. Primo applauso. «I componenti del governo hanno dato tutti prova di lealtà, senza rinunciare alle proprie idee». Per Letta «gli italiani non ne possono più delle messe in scena “sangue e arena». Il presidente del Consiglio continua e parte il primo applauso per lui.  Letta parla di «rispetto e amore per le Istituzioni». «Il governo che guido è nato in Parlamento e se deve morire, morirà qui in Parlamento, davanti a tutti gli italiani, alla luce del sole». 
«Esattamente una settimana fa si è creata una situazione insostenibile». Letta contestato al riferimento «alle sentenze che vanno applicate» e parla della necessità di evitare «atteggiamenti ad personam e contra personam».
«Più e più volte mi avete ascoltato tessere l’elogio della stabilità, valore assoluto. Stabilità messa così a repentaglio. Non è sempre stato così nella storia italiana». 
Letta parla della differenza fra l’instabilità italiana confrontata con il resto d’Europa: «servono governi stabili per le politiche della crescita». Una crisi ora «posticiperebbe provvedimenti per imprese, giovani», e rinunciare «alle riforme necessarie anche alla politica».
Tre priorità per Letta «rafforzamento della ripresa in atto, taglio delle tasse su imprese e lavoratori, miglioramento delle condizioni che impediscono la crescita».
Il presidente del Consiglio fissa l’obiettivo di una crescita dell’1% per il 2014 e superiore negli anni successivi.
«Rispetteremo gli impegni con l’Europa per il 2014», dice Letta. «Subito misure necessarie per contenere l’indebitamento nei limiti del 3%» nel rapporto fra debito e PIL. «L’eventualità di un governo debole impedirebbe di finire di pagare i debiti alle imprese». Poi Letta parla di politiche economiche adottate dal governo. «Non siamo stati il governo del rinvio».
«Chi parla del governo del rinvio mente». Secondo applauso per Letta. 
Ricorda la legge sui figli adottivi: terzo applauso per il presidente del Consiglio, che continua a parlare dei provvedimenti adottati e di quelli che il governo intende promuovere, fra cui, «il taglio delle tasse». Necessario «un contenimento della spesa pubblica: non ci sono tagli di spesa facili». Letta fa il nome di Carlo Cottarelli, come commissario per la spending review. (Cottarelli è il direttore del dipartimento affari fiscali del Fondo Monetario Internazionale).
Letta parla dei capitali esportati illegalmente all’estero e chiede di avviare un percorso su «legalità e capitali all’estero». «Migliorare i rapporti fra fisco e contribuente».
Silvio Berlusconi, intanto, è arrivato in Senato.
«Gli italiani hanno pagato meno tasse per 3 miliardi di euro in questi cinque mesi». «Più soldi in busta paga per il dipendente, più margini per le imprese, più incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato». Parte l’applauso dell’aula.
Letta parla poi di «privatizzazioni, ma nessuna svendita». «Evitare quelle delocalizzazioni in Slovenia, Austria e Svizzera». «Il momento in cui il mondo farà rotta verso l’Italia è vicino»: Letta parla dell’Expo 2015 e prosegue nel suo discorso. Arriva un altro applauso. Letta parla del Sud, degli investimenti fatti in infrastrutture e «cultura, come nel piano per Pompei», altro breve applauso.
Sull’Europa «gli anni di programmazione 2015-2020» vanno definite e trattate. 
Nel discorso si affrontano i temi di politica estera, primo fra tutti quello della Siria. 
Letta ricorda che nel 2014 l’Italia avrà la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea e, sottolinea, la prossima «sarà tra quindici anni». Sarà il primo semestre della nuova legislatura 2014-2019. «L’Europa non è un compitino, ma un cammino dei popoli». Difesa, sicurezza e politica industriale devono essere al centro della nostra politica europea. «Abbiamo il diritto di sognare gli Stati Uniti d’Europa, per noi e per i nostri figli», (applauso). Come si muore di austerità, si muore anche di timidezza, dice il Presidente del Consiglio.
«Possiamo scegliere di chiuderci nel nostro cortile di liti, oppure giocare all’attacco (…) la nostra prova arriva adesso».
«Il Paese è stremato da mille conflitti. Appello: basta con la politica da trincea, concentriamoci su ciò che dobbiamo fare, cose che il Paese si sta stancando persino di chiederci: sulle donne, sul contrasto alle mafie, presidio dell’ordine pubblico e della legalità. Provvedimenti seri per scuola, cultura, università.
Vi chiedo coraggio e fiducia. Mi appello al Parlamento tutto. Dateci fiducia per realizzare questi obiettivi. Dateci fiducia che non è contro qualcuno, ma per l’Italia, per gli italiani e le italiane».
Silvio Berlusconi si è iscritto a parlare.
Il discorso di Letta si chiude con una citazione di Benedetto Croce. Segue un applauso.

2 ottobre – Enrico Letta al Senato
Il presidente del Consiglio Enrico Letta è al bivio della fiducia in Senato. La questione riguarda il numero di senatori, su un totale di 91 appartenenti al gruppo del PdL, che voteranno la fiducia al governo, contraddicendo le indicazioni di Berlusconi, seguendo invece quelle del segretario PdL Alfano. Carlo Giovanardi, anche il 2 ottobre, ha ribadito che sono «circa 40» i senatori intenzionati a votare la fiducia, mentre Denis Verdini, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe detto che «sono una dozzina» i parlamentari intenzionati a seguire i ministri PdL nel proseguire l’esperienza delle larghe intese. L’obiettivo del governo Letta è superare quota 161, necessaria per la maggioranza in Senato. 

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