La grande sfida sui dati fra hacker e agenzie digitali

Narrativa e realtà nell’era dei big data

Agenzie governative da una parte e hacker più o meno buoni dall’altra si fanno la guerra per entrare in possesso di dati sensibili, informazioni riservate e chiavi d’accesso. E sono proprio gli hacker Mayhem e Gizmo ad aver progettato un sistema che costantemente è in grado di tenere traccia di tutto ciò che accade sulla Rete nel corso del loro monitoraggio. Sotto tiro c’è il sistema del ministero dell’Interno, e la Crociata Anarchica pronta a violarlo.

È l’inizio di Destini Hacker, primo di una serie di racconti che mostrano come le vulnerabilità dei sistemi informatici non siano solo una questione tecnica e che la sicurezza delle informazioni passa prima di tutto dalla consapevolezza e dai comportamenti corretti degli utenti. I due autori dell’ebook uscito per Blonk editore, Alessio Pennasilico e Lele Rozza, evidenziano i limiti tra sicurezza informatica e sorveglianza digitale: fondamentale nell’epoca dei big data.

Forte anche l’accento anche sulle difficoltà da parte del giornalismo e dei media più in generale di raccontare le vicende che ruotano attorno ai crimini informatici e alle vicende hacker. Esempi su tutti, oltre alle vicende di Edward Snowden, Wikileaks, e le incursioni di Anonymous nei sistemi informatici di governi e pubblica amministrazione. Qui, nel primo episodio “Attacco al Sistema”, a tirare le fila dell’attacco informatico al sistema del ministro dell’Interno è la Crociata Anarchica,

«Una delle tante sigle, ma era solo una copertura. Soldi, tanti soldi, macchine potenti, sesso e coca erano l’obiettivo del gruppo che per ottenerli sfruttava le competenze informatiche costruite in anni. Tra i membri c’era un po’ di tutto, ed erano tutte persone che non si facevano troppi problemi. Il periodo post comunista li aveva colpiti , chi con la guerra, chi con la prigione, tutti avevano la pelle dura, poca paura e tanta voglia di riscattarsi con i soldi, la droga e le belle ragazze. Un gruppo internazionale che aveva base in Italia, un paese dove con pochi soldi si aprono molte porte, dove l’opinione pubblica è facile da coinvolgere e detta l’agenda: e dove i crimini informatici erano ancora relativamente poco noti e poco preoccupanti». 

A contrastare l’avanzata dell’organizzazione criminale c’è il CERT, «una strana agenzia. Non se ne può fare a meno, ma fa parte di quelle strutture che per metterle insieme bisogna camminare sulle uova, col rischio che si arrabbino in molti». «Troppi papaveri devono fare i conti con il CERT, troppo trasversale»: nel racconto che fanno Rozza e Pennasilico non manca anche un tocco di realpolitik, che continuamente mette in discussione il ruolo di chi opera all’interno delle agenzie governative e che ancora fatica a mettere a regime un’agenda digitale sempre più indispensabile all’Italia. E non mancano di far notare come una vera e propria agenzia istituzionale, in grado di intervenire in situazioni critiche derivanti dagli attacchi informatici, ancora non esista nel nostro Paese.

Pochi giorni prima dell’esplosione del caso Snowden, contractor della National Security Agency divenuto noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti, l’editore digitale Blonk pubblicò la prima puntata di quella che sarà una serie in eBook dal titolo “Destini Hacker”.

Clicca qui per leggere il primo capitolo di “Destini Hacker – Attacco al Sistema”

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