Manovra triennale da 27 miliardi: ora il verdetto Ue

Legge di Stabilità: tutti i numeri

1. La legge di stabilità per il 2014: linee guida

La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività dell’economia. Essa punta a un tasso di crescita almeno pari all’1 per cento nel 2014 e dell’ordine del 2 per cento negli anni successivi.

La Legge di stabilità:

1) è parte di un’azione di politica economica che ha già definito interventi finanziari per 11,9 miliardi nel triennio 2013-15 (5 miliardi nel 2013, 3,3 nel 2014 e 3,5 nel 2015). Ulteriori misure seguiranno in tempi brevi per migliorare la qualità della spesa pubblica (per esempio intervenendo sulla regolamentazione delle società controllate), per privatizzare parte del patrimonio pubblico, per rendere più competitivo il sistema produttivo. I risparmi derivanti dall’attività di revisione di spesa verranno destinati prioritariamente alla riduzione della pressione fiscale.

2) effettua interventi per 27,3 miliardi nel triennio 2014-16 (11,6 nel 2014)

14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali di cui 5 per i lavoratori, 5,6 per le imprese oltre a 1 miliardo per ristrutturazioni edilizie e ecobonus

11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi.

1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.

3) reperisce risorse per 24,6 miliardi nel triennio (8,6 nel 2014)

1,1 miliardi nel triennio da introiti connessi a operazioni volontarie dei contribuenti e dalla revisione della tassazione delle svalutazioni e delle perdite su crediti degli intermediari finanziari (2,7 miliardi nel 2014).

1,4 miliardi nel triennio da interventi volti a limitare l’elusione fiscale (0,5 nel 2014).

3,8 miliardi nel triennio da aumenti dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e da un intervento selettivo sulle cosiddette spese fiscali (1,4 nel 2014).

1,5 miliardi nel triennio dalla vendita di immobili (0,5 nel 2014).

16,1 miliardi nel triennio dal taglio della spesa pubblica (escludendo gli effetti delle dismissioni immobiliari; 3,5 miliardi nel 2014). Questo importo comprende riduzioni di spesa per 0,6 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi nel 2016 che dovranno derivare dall’attività di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali e delle Amministrazioni locali, effettuata sulla base del lavoro affidato al Commissario Straordinario recentemente nominato.

4) imprime una prima riduzione del prelievo sui lavoratori e sulle imprese. Definisce una riforma della tassazione delle banche che consente di rafforzare la loro capacità di fornire credito a famiglie e imprese e la loro solidità patrimoniale.

5) Riduce sin dal 2014 la pressione fiscale su cittadini e imprese. La pressione fiscale totale scende dal 44.3 al 43,8 nel 2015 e al 43,3 nel 2016.

6) riduce l’incidenza della spesa pubblica primaria sul PIL (tolti i rimborsi di debiti commerciali) dal 46,0% del 2013 al 45,5% nel 2014. L’incidenza della spesa corrente scende dal 43,2% al 42,5%.

7) contiene nel 2014 la spesa primaria corrente diversa da quella per le prestazioni sociali (cioè la spesa per il funzionamento degli apparati pubblici) a un livello in termini nominali inferiore a quello del 2013.

8) accresce fortemente nel 2014 le spese in conto capitale (3,3 miliardi rispetto al quadro a legislazione vigente), sia a livello nazionale sia a livello locale. Si rovescia la tendenza alla riduzione in atto da vari anni.

9) concentra le risorse sui nuovi programmi di spesa che sostengono la competitività e le fasce deboli della popolazione. Estende al 2014 i livelli attuali degli incentivi per risparmio energetico e ristrutturazioni, prevedendo poi una graduale riduzione di tali livelli.

10) tra i sottosettori delle amministrazioni pubbliche aumenta le risorse a disposizione di quelle locali per circa 2,9 mld nel 2014, mentre rimangono complessivamente invariate le disponibilità delle altre amministrazioni (centrali e degli enti di previdenza).

Il Governo programma interventi che determineranno entrate di natura straordinaria, attualmente di difficile quantificazione. Tali risorse verranno utilizzate per il rimborso di ulteriori quote di debiti commerciali in conto capitale ed eventualmente per altre finalità di natura non strutturale. È inoltre previsto uno sforzo ulteriore di valorizzazione del patrimonio pubblico. Nell’ambito di quest’ultimo è prevista una gestione più efficace delle concessioni demaniali, di cui ora prudenzialmente non si considera l’impatto.

La manovra consente di raggiungere l’obiettivo di indebitamento netto indicato nella Nota di aggiornamento del DEF. Il disavanzo nel 2014 risulterà pari al 2,5 per cento del PIL, per effetto di misure di sostegno all’economia pari allo 0,2 per cento del prodotto. La Legge di stabilità include inoltre una norma che definisce interventi strutturali dell’ordine di 3 miliardi l’anno nel triennio 2015-17 al fine di raggiungere il saldo programmato per il 2015, 2016 e 2017 (rispettivamente 1,6%, 0,8% e 0,1% del PIL).

2. La legge di stabilità per il 2014 in sintesi

1. Si definiscono interventi con oneri nel 2014 per 11,6 mld:

3,7 mld per sgravi fiscali, di cui:

2,5 mld per il lavoro, di cui:

1,5 mld per ridurre l’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 nel 2015, 1,8 nel 2016).

0,04 mld per ridurre l’Irap sulla quota lavoro (0,11 nel 2015, 0,2 nel 2016)

1 mld per ridurre i contributi sociali sulle imprese (1,1 nel 2015, 1,2 nel 2016)

1,0 mld per trasferire risorse ai Comuni per ridurre il prelievo della service tax (Tirse)

0,13 mld per l’IVA sulle cooperative sociali

0,07 mld per contributi al trasferimento di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato

1 mld per gli investimenti degli enti territoriali

0,5 mld per pagare debiti commerciali in conto capitale (importo a cui si aggiungeranno i proventi connessi con operazioni di rientro dei capitali e con la rivalutazione del capitale della Banca d’Italia)

3,9 mld (di cui 0,8 in conto capitale) per spese connesse con “politiche invariate”; di cui:

0,85 mld per le missioni all’estero

0,6 mld per la cassa integrazione in deroga

0,3 mld per la ricostruzione dell’Aquila

0,3 mld per la manutenzione straordinaria della rete autostradale

0,06 mld per il semestre di Presidenza UE

0,38 mld per il 5 per 1000

0,33 mld per gli interventi per gli autotrasportatori

0,23 mld per università e policlinici universitari

0,1 mld per i lavoratori socialmente utili

0,3 mld per il Fondo Politiche Sociali

0,25 mld per il Fondo per i non autosufficienti

0,25 mld per la Carta acquisti e altre misure di contrasto alla povertà

2,5 mld (di cui 1,6 in conto capitale) per nuovi progetti di spesa, di cui:

0,7 mld a RFI per il contratto di programma 2012-2016, manutenzione straordinaria rete ferroviaria e interventi per la velocizzazione del corridoio adriatico, nodi e interoperabilità

0,24 mld ad ANAS per la prosecuzione del programma messa in sicurezza di ponti e viadotti, per il completamento asse autostradale Salerno – Reggio Calabria e per il reintegro delle risorse di alcuni contratti

0,2 mld per il completamento dei lavori del MOSE

0,12 mld per il Fondo solidarietà nazionale in agricoltura

0,12 mld per la mobilità sanitaria internazionale

0,1 mld per il Fondo Sviluppo e coesione – programmazione 2014-2020

2. Si reperiscono risorse per 8,6 mld

3,5 mld derivano da tagli di spesa; di cui

2,5 mld da tagli al bilancio dello Stato

1,0 mld da tagli alla spesa delle regioni

3,2 mld derivano da dismissioni, rivalutazione cespiti e partecipazioni, trattamento perdite

2,2 mld dalla revisione del trattamento delle perdite di banche, assicurazioni e altri intermediari

0,3 mld da misure riguardanti la rivalutazione delle attività delle imprese

0,2 mld da misure riguardanti il riallineamento del valore delle partecipazioni

0,5 mld da vendita di immobili

1,9 mld derivano da interventi fiscali

0,9 mld dall’incremento dell’aliquota del bollo sulle attività finanziarie

0,46 mld dal visto di conformità per le compensazioni sulle imposte dirette

0,5 mld dalla riduzione delle spese fiscali attraverso interventi selettivi sulle agevolazioni fiscali da definire entro il gennaio 2014.

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Il Presidente del Consiglio Enrico Letta sceglie di interrompere il Consiglio dei ministri dopo un’ora dall’avvio dei lavori per dare le prime spiegazioni relative alla legge di stabilità all’ordine del giorno del Cdm. «Abbiamo interrotto il Consiglio dei ministri – ha spiegato il Presidente – per comunicare l’impianto generale della legge di stabilità, poi lo riprenderemo per mettere a punto i dettagli».
«Nessun aumento delle tasse e nessun taglio alla sanità per il triennio 2014-2016», è la filosofia annunciata da Enrico Letta all’inizio della conferenza stampa, contraddicendo le voci circolate nella giornata di oggi 15 ottobre e di ieri. «Per la prima volta da tempo siamo riusciti a fare una legge di Stabilità dove i conti quadrano senza aumentare le tasse e senza tagli al sociale e alla sanità». La manovra, ha spiegato Letta, è all’incirca di 11,5 miliardi nel 2014, 7,5 miliardi nel 2015 e 7,5 miliardi nel 2016.

Nell’arco del triennio, ci saranno cinque miliardi in meno di tasse per i lavoratori e 5,6 mld in meno per le imprese, con una curva crescente nell’arco dei tre anni». La Legge di Stabilità contiene il rifinanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese e l’«allentamento del patto di stabilità per i Comuni di un miliardo di euro». È stato anche «bloccato l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali» ed è previsto il «rifinanziamento del fondo per le politiche sociali, il fondo per la non autosufficienza, il 5 per mille»

Il premier ha poi spiegato dove saranno reperite le risorse necessarie a coprire gli 11,5 mld del 2014: «il reperimento delle risorse, cito i dati del 2014, avviene su quattro grandi voci: 3,5 miliardi di tagli alla spesa  – 2,5 allo Stato e 1 miliardo per le Regioni – 3,2 miliardi da dismissioni immobiliari, revisione del trattamento delle perdite di banche e altri intermediari; un miliardo e 900 milioni da interventi fiscali: 500 milioni da limatura delle spese per tasse, e altri interventi che hanno a che vedere con le attività finanziarie, in particolare l’aliquota di bollo».
Letta ha spiegato che grazie alle politiche fatte finora e ai conti «tenuti in ordine», l’esecutivo ha a disposizione tre miliardi in più, che sono il «premio» per aver rispettato il 3% e per essere usciti dalla procedura d’infrazione Ue.
«Centriamo l’obiettivo del deficit al 2,5% nel 2014», ha assicurato il premier, aggiungendo che la pressione fiscale calerà così «nel triennio dal 44% al 43,3%».
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha poi aggiunto che «ci sono fonti di finanziamento non quantificate ma che potranno dare un contributo importante come la normativa sul rientro dei capitali, che potrebbe dare un apporto significativo».. 

Le dichiarazioni precedenti al Cdm

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini in vista del consiglio dei ministri che approverà la legge di stabilità ha dichiarato: «Siamo a buon punto nel lavoro per evitare i tagli alla sanità». Un punto confermato anche dal ministro per gli Affari Regionali, Graziano Derio, che a proposit dei tagli alla Sanità spiega: «Stiamo lavorando alacremente, ma ancora non abbiamo trovato la quadra. Comunque i tagli saranno meno del previsto».  

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando a margine de lavori del Consiglio Ecofin in corso a Lussemburgo, assicura: «La legge di stabilità che abbiamo fatto darà forte sostegno alle imprese e ai lavoratori, manterrà gli obiettivi europei di tetti dei deficit, e porterà a una riduzione del costo del debito». E ancora: «permetterà una forte inversione della qualità della spesa». «Per la prima volta c’è un forte incremento della spesa per gli investimenti, mentre negli anni scorsi venivano fatti quadrare i conti tagliando sugli investimenti».
A proposito delle misure per il taglio del cuneo fiscale contenute nel testo di legge: «Sono misure per la riduzione delle imposte sul lavoro e sui contributi pagati dalle imprese». Tali misure «consentiranno alle imprese di sostenere l’occupazione e ci auguriamo anche i consumi». A chi gli chiede se i tagli alla sanità serviranno per colpire gli sprechi, Saccomanni risponde che «è gia in atto la spendig review, e sarà questa il meccanismo attraverso cui saranno individuati sia i fabbisogni standard che i costi standard, soprattutto in campo sanitario». 

Il sindaco di Roma Ignazio Marino: «Abbiamo avuto 8 miliardi in meno per i trasferimenti e 8 miliardi in meno per il patto di stabilità. I comuni utilizzano questi soldi per servizi essenziali delle persone e in questo momento siamo in una situazione di disagio estremo. Non è più possibile tollerare altre riduzioni». 

La legge di stabilità secondo le bozze circolate prima del Cdm

Ecco le anticipazioni contenute in un bozza di legge circolata ieri in serata. Il ministero del Tesoro in una nota ne ha contestato il contenuto, perché «non corrisponde al disegno di legge che verrà approvato»

Pensioni
Le pensioni oltre sei volte il trattamento minimo Inps, ossia quelle pari a 3.000 euro non verranno rivalutate nei prossimi tre anni. Anche quelle inferiori, a partire dai 1.500 euro, avranno una rivalutazione automatica inferiore rispetto a quanto previsto oggi. Nella bozza della legge di stabilità, si legge infatti che verranno rivalutate del 100% quelle fino a 1.500 euro; del 90% quelle fino a 2.000 euro; del 75% quelle fino a 5 volte. Per quelle tra i 2.500 e i 3.000 euro la rivalutazione sarà del 50%, oltre tale soglia verranno bloccate.

Arriva il contributo di solidarietà per le pensioni d’oro: a decorrere dal 2014 e per un periodo di tre anni, sugli importi dei trattamenti pensionistici superiori a 100.000 euro lordi annui, sarà dovuto un contributo pari al 5 per cento (della parte eccedente i 100 mila) fino a 150.000 euro. Il contributo salirà al 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro e al 15 per cento per la parte eccedente 200.000 euro. 

Niente pensione di accompagnamento per chi guadagna più di 40.000 euro l’anno. «Dal 2014 e con riferimento alle nuove concessioni, l’indennità di accompagnamento per i soggetti ultrasessantacinquenni – si legge nella bozza – non spetta a coloro che possiedono redditi personali di importo annuale superiore a 40.000 euro»

Cuneo fiscale
Ai lavoratori dipendenti potrebbe essere riconosciuta una detrazione base fino a un valore di 1.450 euro (dai 1.338 attuali). Il meccanismo, che prevede una riduzione dello sconto in proporzione al reddito, si annulla attorno ai 55.000 euro. Rimane immutato lo sconto per chi non supera gli 8.000 euro.

Nella bozza ci sono due ipotesi di intervento alternative, accompagnate da alcuni esempi.  

Per chi guadagna 12mila euro lordi, cioè 10.023 euro netti, il beneficio varierebbe da 46 euro nella prima ipotesi a 94 euro l’anno nella seconda. 

Per chi guadagna 30mila europe lordi lo sgravio potrebbe oscillare tra 37 e 118 euro. 

I maggiori vantaggi li avrebbe chi percepisce 17mila euro lordi: le tasse sarebbero diminuite tra 108 e 220 euro. 

Social card
Il Fondo per la social card è incrementato di 250 milioni di euro per il 2014. Lo si legge in una bozza della legge di stabilità in cui si precisa che la carta acquisti non è più riservata solo ai cittadini italiani ma a «cittadini italiani o comunitari ovvero familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo».

Tagli alla Sanità
La spesa sanitaria verrà ridotta nei prossimi tre anni di complessivi 2,65 miliardi di euro: 500 mln per il 2014, 1,040 mld per il 2015 e 1,110 mld a decorrere dal 2016. Saranno rideterminati anche i tetti della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera che passearanno rispettivamente dall’11,35 all’11,3% e dal 3,5 al 3,3% con un risparmio annuo di 220 milioni a partire dall prossimo anno.

Ai 2,65 miliardi di tagli diretti sul finanziamento al fondo sanitario nazionale nel triennio 2014-2016 si aggiungono poi i 220 milioni di euro annui risparmiati dalla rideterminazione della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera (con un risparmio quindi di 660 milioni nello stesso triennio) e i 280 milioni risparmiati dalla riduzione dei tetti per le prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica acquistate dagli erogatori privati accreditati, che porteranno quindi a un risparmio complessivo di 840 milioni di euro. In totale, dunque, la sanità pubblica avrà meno risorse nel triennio per un ammontare complessivo di 4,15 miliardi di euro.

Enti locali
Esclusione del patto di stabilità interno degli Enti locali «al fine di consentire agli enti locali nel 2014 e 2015 i pagamenti in conto capitale». Una deroga al patto di stabilità interno per un importo complessivo di 1 miliardo di euro per il 2014 per Province e Comuni. 

Regioni e enti locali non potranno più ricorrere ai derivati. Lo prevede una prima bozza della legge di stabilità. Finora il blocco al ricorso alla finanza derivata era temporaneo, in attesa di un regolamento. Con la legge di stabilità diventerebbe definitivo. «Nel ddl ha chiarito Saccomanni – c’è spazio per gli investimenti sia di natura infrastrutturale come ferrovie e Anas sia un allentamento del patto di stabilità per i comuni che daranno più risorse agli investimenti». 

Spesa delle Regioni
Nuovi tetti alla spesa delle Regioni per gli anni 2014-2017 per un importo complessivo di un miliardo. La bozza della legge di stabilità in cui si precisa che la stretta determinerà «un miglioramento dell’indebitamento netto e del fabbisogno di 1.000 milioni di euro». 

Rifinanziamento ammortizzatori sociali in deroga
Gli ammortizzatori sociali in deroga saranno rifinanziata per il 2014 per un importo di 600 milioni di euro. È quanto prevede una bozza della legge di stabilita’ in arrivo domani al consiglio dei ministri.

La Service Tax si chiamerà Trise, e sarà composta da Tari e Tasi 
Il nuovo tributo sui servizi comunali non si chiamerebbe più Tares, ma Trise, e si articolerebbe in due parti. La prima riguarda la gestione dei rifiuti urbani (Tari), la seconda copre i costi relativi ai «servizi indivisibili» dei comuni (Tasi) e sarà pagata «da chiunque possieda, occupi o detenga a qualsiasi titolo le unità immobiliari, con vincolo di solidarietà tra i componenti del nucleo familiare o tra coloro che usano in comune le unità stesse». Il versamento è effettuato, per l’anno di riferimento, in quattro rate trimestrali, scadenti entro il 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre. I comuni possono variare la scadenza e il numero delle rate di versamento. È consentito il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno.
La Tari, che corrisponde come ambito alla ex Tarsu, si propone di introdurre meccanismi, già utilizzati in Europa ma innovativi per l’Italia, in base al principio che chi più consuma più paga. La Tari, questa la novità che dovrebbe essere esaminata dal consiglio dei ministri, sarebbe cioé legata, con un meccanismo sperimentale e da verificare in progress, alla reale produzione dell’utente e non più alla dimensione della proprietà immobiliare.

Quanto costerà la Trise
La Trise peserà mediamente 366 euro a famiglia, facendo un raffronto con le attuali Imu e Tares, nel 2014 pagheremo un po’ di più rispetto al 2013 ma di meno rispetto al 2012. È la conclusione alla quale arrivano gli uffici studi, dai sindacati alla Cgia di Mestre, in base alla bozza di testo della legge di stabilità in entrata al consiglio dei ministri. Due i calcoli da fare: uno per la parte riguardante i rifiuti (Tari), l’altro per la parte sui servizi (Tasi). Per questa componente, che di fatto assorbe l’Imu, si profila una vera e propria stangata sulle seconde case dove l’aliquota potrà arrivare all’11,6 per mille. Da sciogliere invece il nodo della tassazione sulla prima casa, a seconda delle interpretazioni dei testi l’aliquota massima oscillerebbe dall’1 al 7 per mille. 

Imu prima casa solo per abitazioni di lusso
Dal 2014 sarà definitiva l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Si pagherà solo per ville, castelli e appartamenti di lusso, censiti nelle categorie catastali A1, A8 e A9. 

Imposta municipale deducibile
«L’imposta municipale propria relativa agli immobili strumentali è deducibile ai fini della determinazione del reddito di impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni nella misura del cinquanta per cento. La medesima imposta è indeducibile ai fini dell’imposta regionale sulle attivita’ produttive».

Tassa sulle rendite finanziarie
La tassa sulle rendite finanziarie passerebbe dal 20% al 22%. 

 Deduzioni Irap
Deduzioni Irap in arrivo per i nuovi assunti. Le deduzioni saranno per un massimo di 15.000 euro a dipendente.

 Contratti Pubblica amministrazione
Il blocco dei contratti nel pubblico impiego relativo al triennio 2010-2012 viene esteso fino al 31 dicembre 2014. Nel ddl si precisa che la norma è estesa anche la personale del servizio sanitario nazionale. Il risparmio per lo Stato dovrebbe essere di 440 milioni di euro l’anno. Nuova stretta sul turn over, la possibilità di rimpiazzare chi va in pensione, con un tagli del 10% rispetto alle quote fissate adesso. 

Statali, tagli agli straordinari e spostamenti peggiorativi
Per gli statali è previsto un taglio degli straordinari del 10% rispetto ai livelli del 2013, misura che per militari, polizia e vigili del fuoco è ridotta al 5 per cento. 

Non ci sarà inoltre più il divieto della reformatio in peius dei trattamenti economici, che valeva dal 1957. In pratica, in caso di passaggio da un’amministrazione a un’altra o da un ufficio a un altro, il dipendente pubblico non conserverà più in automatico lo stipendio di origine se la per la nuova qualifica è prevista una retribuzione inferiore. Una norma per la quale è facile prevedere contestazioni. 

Fondo per l’editoria
È istituito un fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria con dotazione di 50 milioni di euro per il 2014, 40 milioni di euro per il 2015 e 30 milioni di euro per il 2016». Il fondo, la cui istituzione è prevista all’articolo 9 della bozza, è destinato: «all’incentivazione all’avvio di nuove imprese editoriali attribuendo 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016; al sostengo alle ristrutturazioni aziendali e agli ammortizzatori sociali attribuendo 30 milioni di euro per il 2014, 20 milioni di euro per il 2015 e 10 milioni di euro per il 2016».  

Difesa del suolo
Potenziati gli interventi straordinari per la difesa del suolo. Lo prevede la bozza della legge di stabilità in cui si legge: «Entro il 1° marzo 2014, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare verifica la compatibilità degli Accordi di programma e dei connessi cronoprogrammi con l’esigenza di massimizzare la celerità degli interventi in relazione alle situazioni di massimo rischio per l’incolumità delle persone, e, se del caso, propone alle regioni le necessarie integrazioni e aggiornamenti».

Nella giornata di martedì 15 ottobre, il governo di Enrico Letta presenta la legge di stabilità che segue di un mese la Nota di aggiornamento al Documento Economia e Finanza 2013 firmato dal presidente del Consiglio insieme al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Nel documento, si leggeva:

La politica economica ha ora due priorità: rafforzare la ripresa in atto e intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività per aumentare la crescita economica e l’occupazione. 
(…)
Nel terzo trimestre dell’anno il PIL è atteso stabilizzarsi e nel quarto dovrebbe segnare un moderato aumento. Nel 2013 il PIL è previsto ridursi dell’1,7 per cento, scontando un effetto di trascinamento negativo dal 2012 pari a un punto percentuale.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva scritto su Twitter

Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti su #LeggeStabilità.Invito a leggere testo vero del cdm martedì.Il resto è solo caos..

— Enrico Letta (@EnricoLetta) October 13, 2013

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