Quattromila euro al mese, posto fisso, 40 anni. Niente da fare, il mutuo per acquistare la prima casa rimane un sogno: una banca su quattro rispedisce al mittente la richiesta, a meno di poter fornire ulteriori garanzie. È quanto emerge da un’indagine di Altroconsumo ripresa oggi da la Repubblica. L’analisi è stata condotta lo scorso giugno in 155 agenzie di 10 città: il 26% degli istituti di credito non ha avviato l’istruttoria per un finanziamento da 240mila euro, pari all‘80% dell’importo dell’appartamento (300mila euro). Le motivazioni principali? «Il reddito è troppo basso».
C’è poi un elemento: degli istituti che invece avviano la pratica per l’erogazione del mutuo, il 24% propone l’acquisto di una polizza vista collegata, conditio sine qua non per il buon esito dell’istruttoria. Nel 17% dei casi è abbinata una polizza incendio della medesima banca – obbligatoria per legge, ma il cliente dovrebbe poter scegliere tra diverse soluzioni – e infine 8 banche su 10 obbligano l’apertura del conto corrente. Tutti comportamenti vietati dal Codice del Consumo e denunciati dall’associazione consumerista a Bankitalia e all’Ivass, l’ente di via Nazionale che regola le assicurazioni.
Far ripartire il Paese passa anche per la capacità di fare buon credito, che non significa solo sbattere la porta in faccia ai tanti che non possono offrire alcuna garanzia supplementare, se non il proprio duro lavoro. Per questo il governo Letta dovrebbe stipulare un patto con l’Abi, l’associazione bancaria italiana: via libera alle detrazioni fiscali sulle perdite nell’anno in corso, e non in 18 anni, in cambio dell’erogazione di credito a famiglie e imprese.