Francesco Gangemi è un giornalista di serie B. Direttore responsabile del mensile calabrese “Dibattito News”, è stato condannato e condotto in carcere per diffamazione a mezzo stampa e falsa testimonianza (davanti al giudice si è rifiutato di rivelare le fonti fiduciarie delle sue notizie). È stato arrestato a 79 anni – due più di Silvio Berlusconi per capirci. Eppure in pochi ne parlano. Quando un anno fa una vicenda simile interessò il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, il Paese si fermò. E meno male. Petizioni pubbliche, interventi parlamentari, richieste di grazia rivolte al Quirinale. Alla fine proprio il Colle decise di intervenire per commutare la pena al giornalista milanese. Una scelta sacrosanta, peraltro. Forse non è il caso di riaprire il dibattito sul pluralismo delle idee, mai così attuale. Ma certo l’indifferenza che sta accompagnando l’arresto di Gangemi – fa eccezione tra i pochi il quotidiano di Sallusti – fa riflettere. Dove sono finiti i giornalisti italiani che un anno fa erano pronti a scendere in piazza per difendere la libertà di espressione?