“Usare il web per fare comunità e ricerca”

TEDx - Video Reportage

Una pedana rossa, un acronimo americano e un teatro all’italiana, in una città che è stata battezzata «la Silicon Valley delle Alpi». La conferenza Ted (Technology Entertainment Design), nella sua versione locale «X», è sbarcata a Trento e ha lasciato un bagaglio di idee, una serie di immagini e di appunti, fitti fitti, che disegnano la possibilità di una vita diversa. Qualitativamente migliore. Creativi, informatici, scienziati, il 23 novembre scorso, si sono alternati sul palcoscenico del Teatro Sociale, per presentare un progetto o un’esperienza che valessero la pena di essere condivisi. Quindici minuti o poco più a testa, come nella tradizione della conferenza divulgativa più nota al mondo, nata in California nel 1984, con un mix di scienza e intrattenimento, una sorta di infotainment – nella migliore accezione del termine – ante litteram. Sul suo palco, negli anni, si sono alternati personalità che vanno da Bill Gates a Naomi Klein, fino a Isabel Allende.

A Trento, città che nelle classifiche relative al benessere è quasi sempre in testa (anche quest’anno per il Sole 24 ore), il focus dell’evento TEDx è ruotato attorno alla qualità della vita e all’innovazione. A rompere il ghiaccio è toccato a Luciano Moccia che, tempo fa, è partito proprio dal capoluogo trentino alla volta di Timor Est, poco più a Sud dell’Indonesia, dove attualmente è direttore della Fondazione East meets West e coordina progetti che riguardano la maternità e la neonatologia in Asia. Nei Paesi in via di sviluppo le macchine ospedaliere donate dalle organizzazioni internazionali «sono come le stampanti, una volta finite le cartucce quando vai a ricomprarle scopri che costano più del dispositivo». E così, a 12 mesi di distanza, finiscono nei magazzini degli ospedali. Come ad Hanoi, dove c’era un livello altissimo di mortalità neonatale. Il problema? L’assenza di macchine per curare l’insufficienza respiratoria, principale causa dei decessi. Moccia, insieme all’ingegnere biomedico Kirk Evans, alcuni anni fa, pensò a una soluzione: bisognava produrre macchine in loco e a basso costo. Il progetto è iniziato in Vietnam e, ora, ha preso il volo: le loro attrezzature sanitarie vengono utilizzate in altri sette Paesi dell’Asia.

(Foto Flickr TEDx Trento)

Ilaria Capua, virologa, è stata la prima scienziata a isolare il virus dell’aviariae soprattutto a renderne pubblica la sequenza genetica, sfidando le imposizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Inserita tra i 50 migliori scienziati da Scientific American, continua a lavorare alI’stituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. È entrata in scena con passo deciso, spiegando come fosse venuta l’ora di sfatare dogmi e abbattere gabbie mentali, che ci imprigionano: «Non è vero che in Italia non si possa fare ricerca di eccellenza, né che non si possano sfidare le politiche sanitarie internazionali, né che le donne non possano raggiungere posizioni apicali. Bisogna osare». Nel suo percorso c’è anche la politica, è attualmente parlamentare.

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È il 2004 quando Steve Coast, uno studente inglese, propone il progetto di raccolta dati geografici, collaborativo e condiviso, OpenStreetMap. Da quella storia, che si è fatta grande, ne sono nate piccole e ugualmente importanti. Come quella di Matera, che ha una mappa partecipata ben più informata di quella di Google Maps, o della Sardegna alluvionata, dove la cartina digitale è stata aggiornata con i centri di soccorso e quelli di raccolta per beni e medicinali (lo stesso è successo nelle Filippine). O come quella di Maurizio Napolitano, relatore al TEDx, che ha fatto di OpenStreetMap uno dei nuclei del suo lavoro di ricerca. Roberto Saracco è il direttore del nodo Italiano di Eit Ict Labs: «Le reti di telecomunicazioni del futuro assomigliano a quelle del nostro corpo, metaboliche o cerebrali. Nei prossimi 18 mesi si farà un percorso tecnologico pari a quello compiuto negli ultimi 50 anni».

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Le emozioni digitali trasmesse dalle città attraverso le mappe emozionali sono state al centro dell’intervento di Derrick de Kerckhove, sociologo ed erede di McLuhan: «La sfida è utilizzare la rete per creare sentimento di comunità». Francesca Cagnacci, biologa della Fauna, va ogni giorno alla scoperta del mondo animale, cercando di guardarlo con occhi diversi. Animali, appunto. Cosa fa una bio-logger?

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Arredi in affitto, spazi pronto consegna, ambienti usa e getta, attrezzature in condivisione sono alcuni degli elementi della casa liberata degli architetti e designer Dante Donegani e Giovanni Lauda. Valentina Moscon, avvocato e ricercatrice, si occupa, invece, di proprietà intellettuale e diritto d’autore. Andrà a vivere in un appartamento vivo e interattivo: una casa aperta, intima ma all’occorrenza un temporary shop o una sala concerti.

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Ingegneria della consapevolezza (Alberta Sanna), i big data, dai social network all’intelligenza collettiva (Francesco Levantini), la lampada che parla (Cristina Molinatti e Massimo Zancanaro), etica e morale per uno sviluppo di un benessere sostenibile (Andrea Boni), la potenzialità di ogni persona anche nella disabilità (Loredana Teofilo) e l’utente tecnologico come progettista (Diego Calzà) sono stati gli altri interventi. TEDx è finito, ma continua la ricerca per una qualità della vita migliore. Trento Rise è stato uno dei partner dell’evento, è un’associazione «catalizzatrice dell’innovazione», nata nel 2010 costruisce un ponte tra ricerca, formazione e impresa. Fausto Giuchiglia è il presidente: «L’obiettivo è un ecosistema dell’innovazione, TEDx si avvicina al cuore della nostra mission. È un modello democratico per imparare a fare innovazione e a crescere».

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