Renzi e il sociale: ecco com’è andata a Firenze

Diamo i voti al futuro premier

Cosa ha fatto Matteo Renzi per il sociale a Firenze? Redattore sociale ha posto sotto esame le scelte da sindaco sui temi sociali del nuovo presidente del consiglio incaricato. Tanto per capire come si comporterà quando sarà alla guida del governo. Ambiente e scuola sono i fiori all’occhiello dell’era Renzi; note dolenti disabilità e immigrazione, luci e ombre invece sul fronte casa. La spesa per i servizi sociali a Firenze è stata costante in tutti gli ultimi cinque anni, pari a quasi 55 milioni.

Ambiente. È stato uno dei pezzi forti dell’amministrazione comunale targata Matteo Renzi. Punto principale delle politiche ambientali, il piano strutturale a “volumi zero”, ovvero il divieto di costruire edifici ex novo, ma soltanto la possibilità di riqualificare gli stabili dismessi (tanti quelli semi abbandonati in città). Un piano definito da Palazzo Vecchio “unico in tutta Italia”. “Il nuovo Piano strutturale – disse Renzi poco dopo l’elezione a sindaco – sarà basato sul verde e sulla sostenibilità ambientale, ma avere ‘volumi zero’ non significa che a Firenze non si costruirà più niente. Per esempio prevediamo di avere 9.780 nuovi alloggi da ricavare da strutture dismesse, da contenitori ora vuoti”. Così è stato e alcuni edifici sono stati recuperati dal degrado (tra questi l’ex ospedale Meyer che diventerà asilo nido, l’ex hotel Majestic che diventerà un hotel di lusso e l’ex asilo Richter su cui partirà a breve un progetto di housing sociale). Ancora troppi, però, quelli ancora in attesa di essere riqualificati, dall’ex Manifattura Tabacchi alle ex poste di via Masaccio, sono tanti i contenitori enormi su cui proliferano incuria e degrado. 

In tema ambiente, Renzi può vantare la chiusura al traffico di numerose piazze della città. C’è chi lo chiama “Matteo il pedonalizzatore” visto che ha liberato dallo smog aree storiche come piazza Duomo (“una della piazze più famose del mondo non può essere uno spartitraffico”), piazza Pitti, piazza San Firenze e via Tornabuoni. Proprio quest’ultima pedonalizzazione, ha detto Renzi, ha contribuito a realizzare “la più grande area pedonale d’Europa”. Tutto questo però non è andato di pari passo con un concreto sviluppo del trasporto pubblico: mai cominciati i lavori per le annunciate linee 2 e 3 della tramvia. Positiva la ristrutturazione eco-sostenibile di alcune scuole in città, così come positiva è stata l’istituzione degli Angeli del Bello, un’associazione di 1.500 volontari impegnati settimanalmente a ripulire la città dal degrado.

Casa. Settore delicato, visto che Firenze è una delle città italiane con il maggior numero di sfratti. Circa 100 ogni mese, secondo quanto denunciato dal sindacato inquilini Sunia, e decine di famiglie costrette a vivere in alloggi di fortuna come occupazioni (alcune sono state sgomberate per ripristinare la legalità, oltre 30 gli edifici sotto occupazione in città) e centri d’accoglienza. Che però sono quasi tutti al collasso e incapaci di rispondere alla domanda dei bisognosi. Per fronteggiare l’emergenza casa, Palazzo Vecchio ha inaugurato 1.139 alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma anche in questo caso ci sono lunghe liste d’attesa per beneficiare di un appartamento. Inoltre, alcune case popolari sono in attesa di essere ristrutturate e attualmente vuote. Troppi anche gli edifici dismessi e inutilizzati che potrebbero accogliere i senza dimora. Sul fronte casa, il sindaco Renzi ha incentivato più volte il governo per dare l’ok per il recupero delle vecchie caserme. Tante quelle abbandonate in città. Dal ministero della Difesa però, nonostante le richieste esplicite di Renzi, ancora nessuna novità definitiva. Positiva (e quasi unica in tutta Italia) l’istituzione a Firenze della Commissione di graduazione sfratti per monitorare la situazione degli sfratti e renderli meno traumatici per le famiglie. Erogati contributi per la prevenzione della morosità incolpevole (45 per complessivi 335 mila euro) e quelli per l’affitto (1.250.000 euro per 4.226 famiglie).

Disabilità. Tasto dolente per l’amministrazione Renzi. Pochi passi avanti in questi cinque anni di amministrazione sul tema dell’accessibilità della città ai disabili. Renzi aveva promesso un miglioramento nella mobilità dei disabili, ma su questo fronte non è avvenuto molto, salvo l’acquisto da parte di Ataf di 40 autobus dotati di pedanina manuale per l’accesso delle persone in carrozzina. Gran parte degli autobus registra una difficile accessibilità. E ci sono problemi anche sulla nuova tramvia, dove tra il marciapiede e la vettura ci sono dieci centimetri che molto spesso costringono il disabile a richiedere aiuto per salire a bordo. 

La pavimentazione del centro storico di Firenze mal si presta alla circolazione delle carrozzine, e anche in questo senso non è stato fatto molto, tranne qualche operazione di ripavimentazione. Finì sotto i riflettori la battaglia di inizio mandato tra il sindaco e i disabili quando Renzi decise di pedonalizzare piazza Duomo impedendo l’accesso anche alle auto degli invalidi. Il sindaco tornò sui suoi passi dopo le vibranti proteste delle associazioni dei disabili. Associazioni che hanno sempre lamentato una scarsa attenzione di Renzi su questo tema, testimoniata anche dai rarissimi incontri avuti con la consulta dei disabili. Niente di particolarmente importante neppure per i non vedenti, così come per i sordi: in base a quanto scritto al punto 39 dei famosi 100 punti di Renzi, l’amministrazione comunale si sarebbe impegnata per rendere accessibile ai sordi l’ufficio relazione con il pubblico di Palazzo Vecchio grazie alla “revisione del contratto con il gestore del contact center per garantire modalità di risposta istantanea via internet (su chat riservata) per i non udenti”. Eppure per i sordi comunicare col Comune è ancora molto difficile. Renzi aveva promesso anche accessibilità ai cinema per i sordi, ma niente si è mosso. Meglio invece sul fronte non autosufficienza e anziani, dove l’amministrazione targata Renzi si merita la sufficienza.

Immigrazione. Molto radicata a Firenze la presenza del volontariato e delle associazioni che si occupano di inclusione degli stranieri. Tanti i progetti su emarginazione e accoglienza attivi da anni. Terreno fertile per l’amministrazione comunale, che non sempre però è riuscita a tenere il passo dell’associazionismo su questo delicato settore. Tra i principali progetti attivati nell’era Renzi, c’è la nascita del Centro Paci a Firenze Nord, un centro di accoglienza per richiedenti asilo finanziato dallo Stato e coordinato dal Comune dove si accolgono e si tentano di professionalizzare oltre cento profughi all’anno, soprattutto somali. Palazzo Vecchio ha poi conferito la cittadinanza onoraria ai tre senegalesi rimasti feriti nell’agguato razzista di piazza Dalmazia nel dicembre 2011. Il sindaco Renzi si è espresso più volte sullo ius soli (“Chi nasce in Italia deve essere italiano”) e sull’abolizione della Bossi Fini. Ma i disagi quotidiani vissuti dagli immigrati in città persistono. Quasi sempre al collasso le strutture di accoglienza, non sufficienti ad ospitare tutti. Ecco perché molti immigrati, e tra questi tanti profughi di guerra, sono costretti a dormire in luoghi fatiscenti come palazzi abbandonati e occupazioni: circa 300 tra eritrei, somali ed etiopi quelli che vivono in uno stabile nella zona di Rifredi, una sessantina quelli che vivono in condizioni durissime negli ex magazzini dell’ospedale pediatrico Meyer nella zona delle Cure. E altri ancora in varie occupazioni. 

Positive le politiche sociali nei confronti dei rom, soprattutto grazie al superamento del grande campo nomadi dell’Olmatello, a due passi dall’aeroporto. Aumentati di dieci unità i posti Sprar per richiedenti asilo. C’è poi il progetto finanziato dall’Unione Europea per l’accoglienza delle persone vulnerabili e vittime di tortura (nel 2013 accolte 59 persone).