LinkedIn, il social network professionale più diffuso in rete, ha superato i 300 milioni di membri registrati in tutto il mondo. Ad annunciarlo è stata la stessa società sul proprio sito, tramite un post di Deep Nishar, senior vice president dell’azienda di Palo Alto. Nonostante il numero in questione faccia riferimento agli utenti totali registrati sulla piattaforma e non, come si potrebbe essere portati a pensare, al numero di utenti unici che visitano il sito ogni mese — cifra questa decisamente più bassa, che si aggira intorno ai 187 milioni di utenti — si tratta comunque di un successo. Successo che travalica i confini nazionali dato che buona parte degli utenti non è americano (ben il 67%), mentre la restante parte, circa cento milioni di contatti, è registrato negli Stati Uniti. E non basta, perché il progetto per il futuro è ben più che ambizioso: come si legge sul sito infatti la strategia è quella di «creare opportunità economiche per ognuna delle 3,3 miliardi di persone che compongono la forza lavoro globale».
La strada da percorrere adesso sembra chiara e l’obiettivo primario è quello di espandersi soprattutto sul versante del mobile. Per farlo LinkedIn, da qualche anno a questa parte, sta già pensando a strumenti utili ad offrire ai propri utenti esperienze sempre più personalizzate, iniziando ad esempio a sviluppare numerose applicazioni volte a soddisfare le diverse esigenze dei membri. Si tratta di applicazioni fortemente personalizzate e in linea con i profili di specifici utenti. E non solo, perché su questo fronte si sta lavorando anche per creare parternship con aziende del settore informatico come Apple, Nokia e Samsung.
Una scelta questa, fatta analizzando numeri che parlano chiaro: una media di 15 milioni di visite ai profili ogni giorno; quasi un milione e mezzo di annunci di lavoro pubblicati e oltre 40mila adesioni a posizioni lavorative da più di duecento paesi in tutto il mondo tramite un device mobile. Per fare qualche nome, tra i paesi che utilizzano LinkedIn più da mobile che da computer fisso ci sono per esempio Svezia, Costa Rica, Singapore, Malesia e Regno Unito. E la prossima meta si chiama Cina, dove LinkedIn è sbarcato con una versione beta del sito all’inizio del 2014, un tesoretto che potrebbe portare altri 140 milioni di professionisti. Oltre a ciò – come spiega Nishar nel suo post – va detto che la società di Palo Alto sta attuando una strategia aggressiva per quanto riguarda il mondo delle applicazioni. Al di là delle classiche applicazioni per smartphone e iPad, ci sono Contacs, Recruiter Mobile, e le new entry Pulse che raccoglie e diffonde le notizie di “milioni di editori”, e SlideShare nient’altro che una piattaforma per la condivisione online di presentazioni.
La crescita di LinkedIn è stata esponenziale in questi ultimi anni, basti pensare che solo fino a cinque anni fa gli utenti registrati si aggiravano intorno ai 50 milioni, e che il traffico in entrata da mobile fino a tre anni fa era solo dell’8%, come ha dichiarato Joff Redfern Vice president of Mobile di LinkedIn al sito Business Insider. La volontà di investire sul mobile rappresenta tuttavia la vera novità sul piano della crescita del business, rispetto ad un’azienda che fino a qualche tempo fa lavorava principalmente nell’ottica di trasformare la propria immagine, da un sito che l’utente utilizza solamente poche volte all’anno e principalmente quando è alla ricerca di una opportunità lavorativa, a social network dinamico e stimolante con il quale poter interagire e da poter aggiornare continuamente.
I dati in possesso di LinkedIn permetterebbero di tracciare il primo grafico dell’economia lavorativa nel mondo: una mappa su scala globale i cui nodi principali sarebbero rappresentati dalle connessioni tra persone, imprese, posti di lavoro, competenze e conoscenze professionali. Il modo in cui la rete di professionisti si è evoluta ed è cresciuto su LinkedIn in questi ultimi cinque anni è ben rappresentato dall’infografica – tratta dal sito – che riproponiamo qui di seguito. È cresciuta innanzitutto la percentuale di professioniste donne che a distanza di cinque anni ha praticamente raggiunto la componente maschile; ma sono cambiati anche gli ambiti lavorativi a cui si presta attenzione con l’ingresso di altre professioni come ad esempio quelle mediche.
La strada fin qui percorsa da parte della società di Palo Alto insomma sembra aver sortito gli effetti sperati e la scelta di investire nel mobile, nell’era che può essere definita senza alcun dubbio quella degli smartphone, non può che rappresentare la giusta direzione. Basterà però tutto ciò per riuscire a creare opportunità economiche per oltre tre miliardi di persone in tutto il pianeta?