Baci e abbracci. Un caffè e una chiacchierata sul pesto alla genovese. All’aeroporto di Malpensa Matteo Salvini incontra casualmente Beppe Grillo prima di imbarcarsi per Bruxelles. E in via Bellerio c’è già chi si domanda se il leader del Movimento Cinque Stelle non consideri la Lega come un nuovo, imprevisto, interlocutore politico. Parevano degli appestati fino a una settimana fa, ora il Carroccio 3.0 e No Euro è tornato al centro dei giochi politici dopo il risultato alle ultime elezioni. Anche perché sono tanti i temi che i pentastellati condividono con il Carroccio, dal federalismo alla legalizzazione della prostituzione. Guarda caso tutti principi alla base dei cinque referendum che i leghisti stanno portando avanti in questi mesi. «Patto alla genovese» in vista, sulla falsariga di quello delle sardine di bossiana memoria?
In realtà Salvini e Grillo non sono mai stati così distanti, come dimostra la scelta di dialogare a livello europeo chi con Marine Le Pen (Salvini) chi con Nigel Farage (Grillo). Eppure l’incontro informale di questa mattina testimonia una volta di più l’improvviso potere attrattivo della Lega Nord. I mesi terribili degli scandali “Belsito e The Family” sono un ricordo lontano. la rotta elettorale degli ultimi due anni pure. Certo il Carroccio è convalescente, non è più il primo partito del nord, ma le ultime elezioni lo hanno riproposto al centro della scena politica. Improvvisamente tutti cercano Matteo Salvini. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi assicura pubblicamente che il nuovo centrodestra non potrà prescindere dall’intesa con la Lega: i due si incontreranno a Montecitorio giovedì 29 maggio. L’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan va oltre. Un tempo acerrimo nemico del leghismo, ora il berlusconiano presidente della commissione Cultura di Montecitorio si lascia scappare un inedito endorsement: «Salvini leader del centrodestra? Mi sembra una buona idea».
In Parlamento si respira un’aria diversa. «Adesso non ci snobba più nessuno» sorride il delegato d’Aula alla Camera Massimilano Fedriga. Conseguenze dirette di quel 6,5 per cento conquistato alle Europee, che forse ha dato alla testa a più di qualche leghista. In tanti sognano l’espansione del movimento ben oltre il Po. Il seggio conquistato nella circoscrizione Italia Centrale è un successo a cui nessuno pensava. «E allora alle prossime elezioni mi candido a sindaco di Roma» scherza ancora il deputato leghista. Nel gruppo parlamentare si discute apertamente di un nuovo ruolo politico per il Carroccio, in grado di organizzare da protagonista la futura coalizione di centrodestra. «Saremo noi la forza trainante – continua Fedriga – Siamo l’unico partito d’area a crescere». Già si sogna un cartello elettorale in grado di arginare lo strapotere renziano. Una grande alleanza che unisca attorno allo spadone di Alberto da Giussano i berlusconiani e i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. «Alfano? No grazie, lui ha già deciso di entrare nella nuova Democrazia Cristiana appena fondata da Matteo Renzi».
Ipotesi e suggestioni probabilmente esagerate, che pure dimostrano la rinascita della Lega. Intanto Salvini chiude a Bruxelles l’alleanza con il «Matteo Renzi di Francia» – nel senso di boom elettorale -, quella Le Pen che ha staccato di dieci punti Francoise Hollande. «Che ci sia qualcuno preoccupato della nostra presenza è un buon segno», commenta il segretario durante la conferenza stampa all’Eurotower. «Il processo alle idee è invece un pessimo segno. L’obiettivo è essere l’unica opposizione coesa e coerente alla frittata di democristiani e socialisti». Sicuramente a Strasburgo faranno discutere i due eurodeputati Gianluca Buonanno e Mario Borghezio, noti entrambi per iniziative dissacranti e polemiche.
Nel frattempo in Italia prosegue la battaglia dei referendum. Dalla cancellazione della legge Fornero al reato di clandestinità, fino all’abolizione delle prefetture, altro punto di contatto con il Movimento Cinque Stelle. «E la vuole sapere la novità? – rivela Fedriga – Da lunedì scorso, dopo il grande successo alle Europee, la gente ha iniziato a fare le file per firmare». Esausti dalla lunga campagna elettorale, nelle piazze di mezza Padania i militanti si preparano ad allestire gazebo per raccogliere le sottoscrizioni. Al momento, raccontano, i referendum più votati, circa 400mila firme, sono quelli sulla Fornero e sull’abolizione della legge Merlin. Per i leghisti della prima e dell’ultima ora, c’è tempo fino al 25 giugno.