Grillini d’Abruzzo, dove i 5 Stelle sono già in testa

Grillini d’Abruzzo, dove i 5 Stelle sono già in testa

Di fronte alla piazza centrale di Cepagatti sorge l’antica torre longobarda, simbolo della città. Ai suoi piedi la seicentesca chiesetta di San Rocco, edificata dai marchesi Valignani come voto per aver scampato la peste. Insieme ai resti di una domus romana, tra le principali attrazioni locali gli abitanti citano orgogliosi anche Beppe Grillo. Venuto in visita nella primavera di qualche anno fa per uno dei suoi primi comizi politici. Ridente paesino sulle colline abruzzesi vicino Chieti, questa è una delle patrie del Movimento Cinque Stelle. Quando la lista civica si presentò alle elezioni comunali il Movimento non era neppure nato. Correva l’anno 2008, a Palazzo Chigi c’era ancora Romano Prodi. L’esordio non fu particolarmente felice. Nonostante la presenza in piazza dell’ex comico, i grillini conquistarono la miseria di 158 preferenze, poco più del 2 per cento. 

Daniele Del Grosso se la ricorda bene quella giornata.  «Appena finito il comizio, Grillo mi prese da parte e mi disse: “Daniele, guarda che non vincerai mai”». Poi l’imprevisto successo. Sfumata l’elezione a sindaco, oggi Del Grosso è un deputato del Movimento Cinque Stelle. Intanto anche i diecimila cepagattesi sono stati travolti dal fenomeno grillino. Qui alle ultime Politiche il Movimento ha conquistato il 34,5 per cento. In pratica ha votato per Beppe Grillo più di un elettore su tre. «Si vede che abbiamo fatto un buon lavoro» sorride Manuela, proprietaria dell’enoteca nel vecchio borgo, punto di riferimento della locale comunità pentastellata. I manifesti a Cinque stelle e le liste dei candidati alle Europee fanno bella mostra tra le botti.

Sono passati sei anni, il quadro politico è completamente cambiato. Sconfitti a Cepagatti, adesso i grillini sognano di conquistare l’Abruzzo. Del resto qui il Movimento è la prima forza politica da almeno un anno. Alle elezioni del 2013 i Cinque Stelle hanno sfiorato il 30 per cento – il 29,89 per cento considerata la sola Camera dei deputati – superando le coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Terra storicamente democristiana, l’Abruzzo. Ai tempi d’oro da queste parti lo Scudo Crociato raggiungeva il 53 per cento. Adesso è diventata zona grillina. A fronte di tanti elettori, qualcuno lamenta una certa carenza di attivisti. E questo spiegherebbe le difficoltà nel compilare le liste in alcuni piccoli centri. In realtà gli stessi avversari riconoscono un successo in larga parte inatteso. «In Abruzzo i Cinque Stelle riempiono sempre le piazze, anche senza Beppe Grillo». 

La sfida parte dalla Regione. Le speranze pentastellate sono affidate a Sara Marcozzi, giovane avvocatessa di Chieti. La sua non è una partita semplice, almeno sulla carta. Domenica prossima dovrà vedersela con il candidato del centrosinistra Luciano D’Alfonso, quello di centrodestra Gianni Chiodi, governatore uscente, e l’esponente di sinistra Maurizio Acerbo. Se i recenti numeri del Movimento di Grillo lasciano ben sperare, il contesto elettorale crea qualche preoccupazione. La differenza con le Politiche dello scorso anno è evidente. Come riconoscono gli stessi attivisti, le elezioni locali hanno dinamiche particolari. Sul territorio c’è ancora chi preferisce votare l’amico o il conoscente. E da questo punto di vista non aiuta la mole di candidati in corsa: più di duecento solo quelli presenti nelle otto liste che sostengono il Pd D’Alfonso. 

Sara Marcozzi punta sulla trasparenza e sul dimezzamento degli stipendi per tutti i consiglieri regionali. Il programma prevede il sostegno alle piccole imprese e il divieto di estrazione degli idrocarburi – tema particolarmente sentito in Abruzzo – sia in mare che sulla terraferma. Ma la battaglia elettorale a Cinque Stelle si concentra soprattutto su Equitalia. La candidata alla presidenza propone la revoca del mandato per la riscossione dei tributi regionali. E forse non è un caso se nei giorni scorsi Beppe Grillo si è presentato al tribunale di Pescara. Un appuntamento seguito da centinaia di simpatizzanti abruzzesi – nonostante il comizio di piazza fosse in programma poche ore dopo – per partecipare all’asta pubblica della casa pignorata a un imprenditore locale. 

Ma non ci sono solo le Regionali. La conquista dell’Abruzzo passa anche dai consigli comunali. I grillini puntano sulla città di Montesilvano, stalingrado pentastellata. Alle ultime Politiche qui il Movimento ha conquistato quasi il 37 per cento. Un risultato clamoroso, dodici punti in più rispetto alla media nazionale. E non si tratta di in un borgo sperduto. Con oltre sessantamila abitanti, Montesilvano è una delle quattro principali città della regione. A correre per la poltrona di sindaco sarà il ventiduenne Manuel Anelli, laureando in tecniche di radiologia all’università di Chieti. Contando sulle divisioni interne al centrosinistra locale, il giovane grillino è convinto di poter arrivare al ballottaggio. «Io ci credo davvero – racconta – Proprio per questo ho rifiutato la candidatura alle Regionali». 

Intanto ha lanciato alcune proposte destinate a far discutere. Per scegliere la sua squadra di governo, Anelli ha messo in rete un avviso pubblico. Chi vuole diventare assessore potrà rispondere fino al 30 maggio, proponendosi in base alle proprie competenze. In caso di elezione saranno scelti i più meritevoli. «Un altro progetto – continua il grillino – è riservato alle fasce più deboli della popolazione. Il comune metterà a bilancio le loro utenze e in cambio chiederà un po’ del loro tempo». Insomma, le famiglie più disagiate potranno portare le bollette in municipio, impegnandosi a curare i giardini pubblici o tenere aperte le biblioteche cittadine. Intanto grazie a Forza Italia la campagna elettorale di Manuel Anelli conquista la ribalta nazionale. Conseguenza della querela del senatore berlusconiano Antonio Razzi, evidentemente poco divertito da una battuta durante un recente comizio («Avere un finanziere candidato sindaco – aveva scherzato Anelli – è come vedere Razzi ministro della cultura»).

Manuel Anelli è anche uno dei pochi grillini già entrati nelle istituzioni abruzzesi. Eletto nel 2012 in consiglio comunale a Montesilvano, un anno fa ha dovuto lasciare l’incarico. Estromesso dopo un riconteggio dei voti – in seguito a un ricorso della maggioranza – e la riassegnazione dei seggi. E così l’unico esponente a Cinque Stelle rimasto in carica è Carlo Spatola Mayo, eletto a Spoltore. Ventimila abitanti sulla costa adriatica, altro feudo pentastellato. Qui alle Politiche di un anno fa il Movimento ha raggiunto l’incredibile percentuale del 38,65. 

Questa volta i candidati sindaci grillini sono sedici. Tutti in gara per conquistare un lungo elenco di amministrazioni abruzzesi, da Giulianova a Teramo. Il colpo sarebbe vincere a Pescara. Nella città di Gabriele D’Annunzio i Cinque Stelle puntano ancora una volta su una giovane donna. Si chiama Enrica Sabatini, ha trentadue anni, laureata in Psicologia. Il suo programma punta sulla riorganizzazione del personale comunale e un maggior coinvolgimento dei cittadini nella gestione della città. C’era anche lei alcuni giorni fa sul palco allestito allo stadio del Mare, assieme a Beppe Grillo. Un comizio seguito in piazza da almeno diecimila abruzzesi. Per quanto difficile, la corsa di Sabatini sembra possibile. «A causa delle divisioni nel centrodestra – raccontano in città – i grillini rischiano di arrivare al ballottaggio anche a Pescara».

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