I paesaggi alterati dalle statue più grandi del mondo

I paesaggi alterati dalle statue più grandi del mondo

Il fotografo parigino Fabrice Fouillet ama esplorare la relazione tra l’uomo e il suo ambiente. Nelle sue immagini, come questa serie “Colosses”, delinea una situazione particolare: città, centri urbani sovrastati da statue enormi, i colossi dei giorni nostri.

Al contrario di turisti e visitatori che percorrrono lunghe distanze per ammirare questi giganti, Fouillet, che ha una formazione da antropologo, è più interessato a studiare come il paesaggio venga modificato dalla loro costruzione: «La loro immensità è attraente, divertente, affascinante. Ma la cosa che mi ha attirato di più è la necessità umana di costruire cose gigantesche. A quel punto mi sono chiesto in che modo opere del genere fossero in relazione con ciò che li circonda. Per questo ho scelto di fotografarli da punti di vista insoliti, di sicuro diversi da quelli turistici – o religiosi – questo mi permette una visione più ampia, una percezione della loro dimensione più completa».

E le immagini, va detto, sono davvero interessanti.

Il richiamo della madrepatria, Volgograd, Russia. Costruita nel 1967

Monumento al Rinascimento Africano, Dakar, Senegal. Costruita nel 2010

Il volto di Atatürk, Smirne, Turchia. Costruita nel 2009

Cristo benedicente, Manado, Indonesia. Costruita nel 2007

Cristo Re, Świebodzin, Polonia, Costruita nel 2010

Grand Byakue, Takazaki, Giappone. Costruita nel 1937

Guan Yu, Yuncheng, Cina. Costruita nel 2010

Mao Zedong, Changsha, Cina. Costruita nel 2009

Ringraziamo l’autore per averci permesso di utilizzare le immagini
 

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