La riforma (im)possibile della Pa

La riforma (im)possibile della Pa

Dal 1° settembre scatta la riduzione del 50% dei permessi e distacchi sindacali per i dipendenti della pubblica amministrazione. È il primo effetto della riforma della ministra Marianna Madia diventata legge lo scorso 7 agosto 2014.

In una circolare del 20 agosto firmata dalla Madia si legge che la riduzione «è finalizzata alla razionalizzazione e alla riduzione della spesa pubblica». che «tutte le associazioni sindacali rappresentative dovranno comunicare alle amministrazioni la revoca dei distacchi sindacali non più spettanti». In questo modo, tutte le pubbliche amministrazioni avranno «la possibilità di impiegare un maggior numero di unità di personale nello svolgimento delle attività istituzionali con una conseguente ottimizzazione nell’impiego delle risorse umane». In particolare, con riferimento al comparto della scuola, il taglio dei distacchi dovrebbe portare a risparmi quantificabili, visto che la previsione «determina un minor onere per le supplenze». Nel settore infatti le posizioni lasciate «scoperte» devono essere infatti rimpiazzate da altro personale. Ora, con la riduzione del 50%, si potrà fare a meno delle relative sostituzioni, con un risparmio, viene stimato nella relazione tecnica, di 10.170.000 euro annui, al lordo degli oneri riflessi a carico dell’amministrazione. Secondo fonti sindacali citate dal Corriere della sera, il dimezzamento dei distacchi sindacali colpirà oltre un migliaio di persone. 

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