Alitalia, firmano Cgil e Cisl, no da Uil e Ugl

Alitalia, firmano Cgil e Cisl, no da Uil e Ugl

 La Filt-Cgil e la Fit-Cisl hanno firmato il contratto nazionale di settore del trasporto aereo e l’accordo sui risparmi sul costo del lavoro per circa 31 milioni per i prossimi 5 mesi. Non hanno invece firmato Uil-Trasporti e Ugl.

Contratto nazionale di lavoro e taglio dei costi del lavoro: sono stati questi i due temi su cui oggi si sono divisi i sindacati impegnati nella trattativa con Alitalia. Un’intesa è stata trovata con Cgil e Cisl su entrambi i punti. È prevista una riduzione del costo del lavoro per 31 milioni. La Uil si è invece detta contrare alla parte sul Contratto nazionale di settore. Nei giorni scorsi la Cgil si era invece sfilata sul tema degli esuberi. Dalle 17 sono di nuovo riuniti l’azienda e i segretari generali delle categoria. «Il testo definito stanotte non è cambiato e siamo qui per firmare», ha affermato il segretario della Filt Cgil Franco Nasso. Alle 12.30 i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna CamussoRaffaele Bonanni e Luigi Angeletti, erano stati convocati per sciogliere il nodo della misurazione della rappresentanza sollevato dalla Uil. 

Il motivo della contrarietà della Uil 
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, non ci sono «le condizioni perché l’esito finale abbia un esito positivo», perché, l’attuale testo «viola molti dei diritti dei lavoratori dell’azienda». Per il segretario generale della Uil Trasporti, Claudio Tarlazzi, entrando al ministero dei Trasporti per la fase conclusiva della trattativa: «A queste condizioni noi non firmiamo: se non cambiano le condizioni non firmiamo nè il contratto nè i risparmi sul costo del lavoro».

Il tema sollevato dalla Uil è quello della misurazione della rappresentanza. Il sindacato ha proposto che il peso dei naviganti sia calcolato rispetto ai soli dipendenti di Alitalia, come per un contratto aziendale, affinché conservino la centralità. Contrari gli altri sindacati, che in base all’Accordo interconfederale sulla rappresentanza, trattandosi di un contratto nazionale, hanno sostenuto che la rappresentatività si misura rispetto ai lavoratori del settore aereo.
 

Le richieste di Etihad 
Secondo alcune fonti vicine alle trattative citate dall’Ansa, le richieste di Etihad, oltre a contemplare la necessità di 2.251 esuberi, prevedono anche la certezza delle regole contrattuali per i prossimi 3 anni e importanti risparmi sul costo del lavoro.

Secondo la proposta della società, per il 2014 non vi saranno aumenti contrattuali, che scatteranno nel biennio successivo, quando crescerà del 6,5% la componente fissa della retribuzione del personale navigante (circa 250 euro in più, secondo stime sindacali) e del 6% il minimo tabellare del personale di terra (circa 120 euro). Gli aumenti saranno erogati in due tranche, a maggio 2015 e luglio 2016. Per il 2014 la proposta del taglio del costo del lavoro pesa per 16,5 milioni sui piloti, per 8,5 milioni sugli assistenti di volo e 5 milioni sul personale di terra. Un lavoratore di terra perderà circa 100 euro al mese, un comandante 1.500 euro. La trattenuta è progressiva, dal 4% per i redditi tra 30-40mila euro al 10% oltre i 90mila euro.

Del Torchio: Alitalia sta morendo, credo stasera accordo 
«Alitalia sta morendo. Credo che stasera alle 17 troveremo un accordo» sul contratto e sui risparmi sul costo del lavoro. Così l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, aveva detto lasciando il Ministero dopo l’incontro con i sindacati su questi due temi.

Esuberi, Poletti: accordo si può chiudere, no stop da Cgil 

A preoccupare, naturalmente, sia governo sia sindacati, era stato già allora il nodo degli esuberi. Sul tema è intervenuto oggi il ministor del Lavoro Giuliano Poletti. Nella trattativa Alitalia-Etihad «abbiamo fatto quanto possibile per ridurre al minimo i problemi occupazionali». Mentre i colloqui tra i due vettori sono ancora in corso, il ministro del Lavoro riferisce alla Camera sulla vertenza. “Il lavoro fatto aveva e ha come fulcro la necessità di produrre una risposta per la continuità dell’impresa e quindi del lavoro”, ha detto Giuliano Poletti. “Pensiamo che quanto raggiunto sia il massimo del risultato possibile”. Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha confermato da parte sua che, dopo la firma di tutte le altre sigle, si andrà avanti anche senza il consenso del sindacato di Corso Italia.

Poletti ha anche citato la riduzione degli esuberi e l’impegno di ricollocamento di 681 lavoratori, nel contesto di attività connesse a quelle della nuova societa. L’ipotesi iniziale era di 2251 esuberi, “numero ridotto a 1635 con un blocco importante di lavoratori che sono rimasti all’interno del perimetro della nuova azienda”, ha riferito Poletti.  

Gli investimenti 
L’accordo tra Alitalia ed Etihad Airways era stato raggiunto lo scorso 25 giugno con un comunicato in cui le due compagnie confermavano “di aver trovato un accordo sui termini e condizioni dell’operazione” con cui la compagnia di Abu Dhabi si impegnava ad acquistare una partecipazione azionaria del 49% di Alitalia. Etihad, aveva annunciato il ministro Lupi, intende investire nella compagnia di bandiera italiana 1,25 miliardi di euro di qui al 2018 e staccherà un ’assegno da 560 milioni di euro che servirà per la patrimonializzazione. Altri 690 milioni saranno messi sul piatto, in un arco di quattro anni, per sviluppare la flotta.  

Le banche

È stato invece risolto il ristrutturazione del debito con le banche. In cambio dei 560 milioni sul piatto, Etihad aveva infatti chiesto che 565 milioni del miliardo di euro di debiti fossero rinegoziati, con la cancellazione di un terzo e la conversione in azioni (con un convertendo a due-tre anni) dei restanti due terzi.

Le rotte
Con l’ingresso di Etihad in Alitalia dovrebbero comunque diminuire i voli nazionali. Come hanno più volte ribadito, gli arabi sono intenzionati a ridurre la presenza della compagnia italiana in questo settore giudicato poco redditizio per puntare, piuttosto, sulle tratte internazionali e intercontinentali. Quasi sicuramente con Etihad si passerà attraverso gli hub dell’Europa settentrionale, come Francoforte, Parigi o Amsterdam, e Fiumicino, mentre. 

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