I guai di McDonald’s e Kfc con la carne in Cina

I guai di McDonald’s e Kfc con la carne in Cina

Un fornitore di carne per i locali cinesi di McDonald’s e Kfc (Kentucky Fried Chicken) è accusato di aver venduto alle due catene carne marcia e di aver falsificato le date di scadenza dei prodotti. Non stiamo parlando di numeri piccoli, perché Kfc ha 4.400 locali solo in Cina, nazione che pesa ormai per il gruppo Yum! Brands (che conta, oltre a Kfc, Pizza Hut e Taco Bell), il 35% dei ricavi totali. 

Né si tratta di un fornitore qualsiasi, perché la Husi Food di Shanghai, controllata dell’Osi Group di Shanghai, ha accompagnato McDonald’s dall’apertura dei primi ristoranti, all’inizio degli anni Novanta tra Pechino e Shanghai. Successivamente è entrata nell’orbita di Yum Brands. Attualmente ha otto centrali di produzione di carne e pollame in Cina. Uno di questi, poco fuori Shanghai, ha subito un’ispezione da un ente locale di controllo sulla sicurezza alimentare. L’ispezione è arrivata dopo un’inchiesta di una televisione locale, sotto copertura, che aveva trovato diverse irregolarità, tra cui la manomissione delle date di scadenza. I controlli sarebbero ancora in corso, secondo quanto riferito da un dipendente di Husi Food al Financial Times. 

Un comunicato di Yum! Brands ha chiarito che il gruppo, così come McDonald’s, ha sospeso le forniture dallo stabilimento incriminato. Per Kfc è già il secondo caso di irregolarità legate alla sicurezza alimentare: la società è appena uscita da un’indagine che 18 mesi fa scoprì un uso eccessivo di antibiotici nei polli di un fornitore. 

L’attenzione alla sicurezza alimentare in Cina è cresciuta molto dopo uno scandalo del 2008: allora i prodotti di un caseificio furono contaminati da melamina chimica industriale e portarono alla morte di sei bambini e alla malattia di altre migliaia. 

Lo scandalo si allarga a Giappone e Starbucks

Nella giornata di martedì 22 luglio un portavoce di McDonald’s in Giappone ha detto che la società si era rifornita per circa un quinto dei suoi Chicken McNuggets dalla Husi Food di Shanghai e che lunedì ha sospeso la vendita del prodotto. Ha aggiunto che sono già stati individuati fornitori alternativi in Thailandia e Cina.  

Sta intanto emergendo che sono diverse le insegne che ricorrono alla società sotto investigazione, come messo in luce dalla Reuters. Burger King e Dicos, la terza catena di fast food in Cina, di proprietà della Ting Hsin International, hanno detto che avrebbero rimosso i i prodotti della Husi dai loro punti vendita, ammettendo implicitamente di averli. Lo stesso ha fatto la catena di pizzerie Papa John’s International, che su Weibo, l‘equivalente cinese di Twitter, ha comunicato di aver tolto tutti i prodotti a base di carbe riforniti da Shanghai Husi e tagliato i rapporti con il fornitore. 

Starbucks, semprese su Weibo, ha affermato di non avere rapporti diretti con la Shanghai Husi, ma che alcuni dei suoi polli comprati da un altro fornitore originariamente provenivano dalla Husi per i propri “Chicken Apple Sauce Panini”. Tutti sarebbero stati rimossi dagli scaffali. 

Altri marchi si sono affrettati a prendere le distanze. Ikea ha precisato che non si approvvigiona da Shanghai Husi dallo scorso settembre, mentre Domino’s Pizza e Subway hanno smentito le voci di articoli online che li associavano al fornitore. 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter