Le smart city non sono un’idea astratta, ma un investimento concreto in grado di fornire ricadute immediate anche sui bilanci dei Comuni. Un esempio arriva da Bracciano e da L’Aquila dove Smart Eye, il dispositivo ideato dall’azienda romana Smart-I – tra i vincitori del bando Enel Lab – è stato installato in via sperimentale lo scorso anno.
Una rete di sensori ottici fissati sui lampioni, per regolarne la luminosità e l’intensità in funzione delle reali esigenze di traffico, consente un risparmio energetico già nel breve termine e, a regime, una riduzione dei consumi della bolletta comunale addirittura del 49%. Il lampione resta infatti spento se non passa nessun veicolo o pedone e acceso, anche di giorno, ma solo se c’è poca luce o piove. E come effetto derivato, ma non secondario, il sistema consente un innalzamento dei livelli di sicurezza. Smart-Eye è infatti dotato di videocamera e Gps per interpretare le condizioni meteo della zona e adattare l’intensità della luce all’effettivo livello di luminosità della giornata.
Inoltre è capace di individuare nel suo campo visivo oggetti, come pedoni e auto, e avvertire in caso di situazioni di pericolo, che si tratti di un incidente o di un momento di traffico congestionato. In prossimità di scuole o istituti è in grado di mettere in sicurezza gli studenti soprattutto nei momenti di ingresso e uscita dai cancelli. In ambienti lavorativi è in grado addirittura di studiare e analizzare le cause di incidenti di lavoro e prevedere le situazioni di pericolo inviando alert sonori. Nei cantieri o nelle fabbriche, in caso di incidente interviene allertando le autorità o i referenti aziendali.
«L’idea è nata una sera in cui passando in una strada deserta mi è balzato agli occhi il fatto che fosse completamente illuminata ma deserta», spiega Mauro Di Giamberardino, co-fondatore e ceo di Smart-I. «Così ho avuto l’idea di razionalizzare. Ho cominciato a guardarmi intorno e a notare che le tecnologie sviluppate in contesti militari potevano essere riprodotte. Ho parlato con un rappresentante dell’Enea il quale mi ha confermato che i costi dell’illuminazione pubblica restano la terza voce nel bilancio dei Comuni. A quel punto, con un socio abbiamo dato il via alla nostra avventura imprenditoriale». Che sta funzionando. «Il sistema si è rivelato robusto e preciso», prosegue di Giamberardino. «Ora stiamo installando sistemi a Malaga, Brindisi, Potenza e a Buzios in Brasile e siamo in grado di fornire ai Comuni la nostra tecnologia a “noleggio”». Le amministrazioni in cambio di una fee mensile utilizzano apparati, know how e servizio di gestione. L’anno di sperimentazione, con verifiche e analisi dei risultati ottenuti in corso d’opera, sta già permettendo ulteriori funzionalità come il controllo delle centraline semaforiche per ottenere la Green Wave o il controllo accessi parcheggi.
Smart-I è una delle sette start up entrate a far parte del perimetro Enel Lab che, oltre a ricevere un contributo economico (impegno complessivo di 15 milioni di euro in tre anni) per lo sviluppo del progetto, hanno avuto la possibilità di crescere all’interno del gruppo Enel, che le supporta mettendo loro a disposizione competenze, ingegneristiche, tecnologiche, legali e di mercato che solo un’azienda multinazionale leader nel settore può offrire. Nel perimetro del gruppo energetico sono così entrati altri sei germogli tutti vincitori del progetto Enel Lab. Una selezione iniziata nel 2012 e durata un anno, che da un ventaglio di oltre 250 progetti, oltre a Smart-I, ha incoronato Atea (La Spezia), per le turbine eoliche ad asse verticale capace di produrre energia grazie allo spostamento d’aria generato dai veicoli in transito; Athonet (Trieste–Vicenza), che si occupa di creare una rete di traffico dati dedicata alle smart grid; Calbatt (Rende-CS), per lo sviluppo di una tecnologia che permette di ottimizzare il ciclo di ricarica delle batterie; Green Lab Engineering, per la soluzione che permette la gestione proattiva della rete a bassa tensione; i-EM, per il sistema di simulazione e supporto alle decisioni per l’energy management; la spagnola Mirubee (Madrid–Barcellona), per il sistema di monitoraggio dei consumi domestici. Il ventaglio di start up – in primis Smart-I – concorre a dare risposte concrete anche alle sollecitazioni politiche e rivolte alla politica.
Non a caso recentemente il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha esternato l’obiettivo taglio illuminazione. «Troppi sprechi anche nell’illuminazione pubblica», ha detto spiegando che spegnere luci non necessarie farebbe ottenere subito risparmi non trascurabili per i conti pubblici nell’ordine di 100-200 milioni l’anno. Anche se, ha riconosciuto, «il grosso dei risparmi richiede investimenti» che lui individua come possibili attraverso forme di partenariato pubblico privato che evitino l’esborso immediato di risorse da parte del settore pubblico. In linea con quanto proposto da Smart-I.
Il sistema “smart lighting”di illuminazione pubblica intelligente consente sia la riduzione dei consumi che la video sorveglianza e monitoraggio del traffico
Business Model:
Smart-I si rivolge essenzialmente a due cluster di clienti: Amministrazione Pubblica ed Esco. Nel primo caso il business model si basa sulla gestione dell’illuminazione pubblica attraverso la fornitura di un servizio end to end che va dall’installazione, alla gestione fino alla manutenzione, assicurando il rispetto costante di determinati standard di efficienza. Nel secondo caso la value proposition si basa sulla vendita del prodotto e l’incasso di royalties .
Vantaggi:
Il sistema permette un controllo adattivo dell’illuminazione stradale, la video sorveglianza e il monitoraggio del traffico sfruttando software installati on board che controllati controllabili da remoto.