Una nuova Bibbia? Deve essere almeno leggibile

Una nuova Bibbia? Deve essere almeno leggibile

Se non avete mai letto la Bibbia non è colpa vostra. Se non siete tra quelli che non hanno nessun interesse per la religione, ci sarebbe da chiedersi perché uno dei libri più importanti per un credente venga trascurato così tanto. La risposta è semplice: perché è illeggibile dal punto di vista tipografico.

Chi mai si porterebbe in vacanza e sotto l’ombrellone un librone di migliaia di pagine, tutte in carta leggerissima, stampate con caratteri minuscoli e con almeno due colonne di testo per pagina? Già l’esposizione non segue le regole dello storytelling più accattivante, e poi la storia si conosce già, almeno per sommi capi, e non c’è nessun effetto sorpresa. Senza dimenticare la fitta serie di elenchi di nomi, discendenze e regole, che si ripetono e si contraddicono. Insomma, non è una lettura semplice, anche se non si vuole vedere il lato religioso. Se poi il layout è quello che è, è ancora più difficile.

Ecco allora un nuovo progetto, del tipografo americano Adam Lewis Greene, che vuole diffondere la conoscenza della Bibbia passando per un’esposizione migliore del testo. Una leggibilità più alta, in sostanza, può essere la chiave. La Bibbia diventa “solo” un libro lungo, come Infinite Jest, per capirsi, ma con una differenza: invece che essere in un solo volume sarà diviso in libretti, almeno quattro.

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