217 miliardi di investimenti esteri stranieri in Italia solo nel 2014, in forte crescita rispetto allo stesso periodo nel 2013. Un’accelerata importante, senza dubbio, che alimenta i dibattiti tra chi ne coglie i segnali positivi e chi invece è preoccupato per la perdita di sovranità economica che ne conseguirebbe. Al centro del dibattito, in queste settimane, c’è soprattutto la Cina, che nel giro di pochi mesi, principalmente attraverso la sua banca centrale, ha acquisito partecipazioni in Eni, Enel, Ansaldo, Fiat e, negli ultimi giorni, in Cdp Reti, che a sua volta controlla Terna e Snam, e Prysmian (ex Pirelli cavi).
Così la Banca centrale cinese, l’istituzione finanziaria con maggiori risorse al mondo, dopo aver puntato lo scorso marzo 2,1 miliardi di dollari sui principali colossi energetici italiani, ha aggiunto altri 500 milioni, portando i suoi interessi in Italia a un passo dai tre miliardi.
Non è da oggi, tuttavia, che il Paese di Mezzo è attratto dalle imprese italiane. Di acqua sotto i ponti, del resto, ne è passata parecchia, da quando la Cina era vissuta alternativamente come un opificio a basso costo dove andare a delocalizzare, una fabbrica di falsi o un gigantesco mercato estero da conquistare. Per provare a capire meglio cosa sta succedendo, abbiamo raccolto un po’ di articoli prodotti in questi mesi relativi all’avanzata cinese in Italia.
Cdp e l’avanzata cinese nel Mediterraneo
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di Stefano Cingolani
2014, vendesi Italia
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di Francesco Cancellato
La guerra Cina-Italia per il marchio Sergio Tacchini
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di Marco Fattorini
Made in Yidali: ci salverà la Cina?
Potrebbe essere il Dragone a dare una mano al nostro sistema economico. Un po’ di dati e di storie
di Francesco Cancellato
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di Maurizio Bertera