Regalare del tempo a chi deve assistere i figli in difficoltà. Presto si potrà fare anche in Italia. Con ogni probabilità la norma sarà inserita nel Jobs Act, il disegno di legge delega sul lavoro all’attenzione del Senato. È un atto di civiltà. Una donazione volontaria dei propri giorni di ferie arretrati ai colleghi che ne hanno bisogno per gravi motivi familiari. Dopo la presentazione dell’emendamento, adesso la proposta di modifica è al vaglio della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Come tutto lascia intendere, sarà inserita nel testo già dalla prossima settimana. Così conferma anche il presidente della commissione Lavoro Maurizio Sacconi.
L’idea è venuta alla senatrice della Lega Nord Emanuela Munerato, una che di vita in fabbrica se ne intende. Prima di entrare in Parlamento – la scorsa legislatura era alla Camera – ha lavorato a lungo come dipendente di un’azienda tessile vicino Rovigo. A Montecitorio qualcuno si ricorda ancora un suo accorato intervento in Aula in “divisa” da operaia. Suo il merito di aver proposto l’introduzione di questa importante novità. «La commissione Lavoro del Senato – spiega la leghista – ha accettato un emendamento con cui si consente ai dipendenti, del pubblico e del privato, di regalare giorni di ferie a un collega affinché possa occuparsi del figlio gravemente malato». E così i giorni di vacanza regolarmente retribuiti potranno essere ceduti a chi ha specifiche esigenze familiari. In particolare la norma servirà a tutelare i genitori di figli minori gravemente malati o vittime di incidenti, in ogni caso bisognosi di continue cure e assistenza.
Permessi di lavoro extra, frutto della generosità dei colleghi d’ufficio. Le chiamano le ferie solidali. Permetteranno di regalare a chi ne ha bisogno una cosa più preziosa di qualsiasi aiuto economico: il tempo. Se in Italia rappresentano un inedito, altrove sono già realtà. È il caso della Francia, che pochi mesi fa ha introdotto nel suo ordinamento una norma praticamente identica. Lo scorso maggio il Parlamento transalpino ha approvato definitivamente quella che i media locali hanno ribattezzato la “legge Mathys”. Un provvedimento nato dalla toccante esperienza di Christophe Germaine, operaio e padre di un figlio di appena dieci anni malato di un tumore al fegato. L’iniziativa legislativa è nata in seguito alla gara di solidarietà dei colleghi di fabbrica di Germaine, impegnati a raccogliere e donare allo sfortunato collega i propri giorni di ferie. Quasi duecento permessi retribuiti, che cinque anni fa gli hanno consentito di trascorrere gli ultimi giorni di vita del figlio al suo fianco.