Sono già 4mila i militari italiani impegnati all’estero

Sono già 4mila i militari italiani impegnati all’estero

Dai Balcani al Mali, dall’Afghanistan all’Oceano indiano, dall’Iraq alla Georgia. Mentre si discute se sia o meno opportuno un intervento militare italiano in Libia, circa 4.500 militari italiani sono già impegnati in 28 operazioni internazionali in 38 Paesi in giro per il mondo (numeri aggiornati al 2015). Le maggiori concentrazioni si trovano tra Afghanistan, Libano e Balcani. Il 10 febbraio 2015, durante il consiglio dei ministri, il governo ha autorizzato una spesa di oltre 500 milioni di euro per la proroga fino a fine 2015 delle missioni internazionali italiane. Rispetto al 2014 si sono aggiunte due operazioni di addestramento tra Palestina e Somalia ed è stata rafforzata la presenza anti-Isis in Iraq, che vedrà impegnati 500 uomini tra supporto areo e addestramento delle truppe di terra. 

(La mappa delle operazioni internazionali in corso aggiornate a fine 2014. Fonte: ministero della Difesa)

In Afghanistan l’Italia è presente dal 2003. Tra Kabul ed Herat, si trovano oltre 750 soldati italiani che partecipano all’operazione Nato Resolute Support (Rs), che ha sostituito dal 1 gennaio 2015 la missione Isaf, International Security Assistance Force, terminata il 31 dicembre 2014. L’operazione è stata prorogata dal governo italiano nell’ottobre 2014. E lo scorso 10 febbraio il consiglio dei ministri ha stanziato altri 126 milioni di euro per missione. Qui l’Italia è presente anche nell’ambito della missione di polizia Eupol Afghanistan sviluppata dall’Unione europea, con cinque unità dell’Arma dei Carabinieri. Altri 90 militari si trovano ad Al Bateen e Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove sono dislocati i velivoli di sostegno alle operazioni in Afghanistan e Iraq. Per la proroga di questa operazione, a febbraio 2015 il governo italiano ha stanziato altri 14 milioni di euro. Altri 200 militari si trovano in Iraq tra Erbil e Baghdad e secondo le ultime dichiarazioni del ministro della Difesa Roberta Pinotti il numero salirà a 500, grazie a uno stanziamento di 132 milioni di euro, per «la partecipazione di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica dell’Islamic State and the Levant».

Circa 4.500 militari italiani sono impegnati in 28 operazioni militari in 38 diversi Paesi del mondo. Il governo ha stanziato da poco oltre 500 milioni di euro per la proroga delle missioni

Soldati italiani si trovano anche nei Balcani come assistenza ai governi dell’ex Jugoslavia, tramite missioni Nato e Ue. Le basi itaiane si trovano in Kosovo, Macedonia, Bosnia – Herzegovina e Albania. In totale la presenza italiana conta 600 militari appartenenti a tutte le forze armate, concentrati soprattutto in Kosovo (579). Nell’ultimo anno l’Italia ha destinato a questa missione oltre 59 milioni di euro. 

Sempre sotto il cappello della Nato, si trovano 166 militari italiani nel Mar Mediterraneo aderenti alla operazione Standing Nato Maritime Group 2 e Active Endeavour, attivate dopo l’11 settembre 2001 all’interno della forza di risposta rapida della Nato contro i terroristi. Spesa italiana rinnovata: 19 milioni di euro per il 2015. 

Sotto la guida della Nato e dell’Unione europea, l’Italia partecipa nell’Oceano indiano a diverse operazioni per la prevenzione e la repressione della pirateria con oltre 400 militari. Le operazioni si svolgono nelle acque che vanno dal Mar Rosso all’arcipelago delle Seycelles.

Per conto dell’Ue, l’Italia è impegnata con 73 uomini in Somalia per l’addestramento dei militari somali (ma esiste anche un accordo bilaterale che impiega altri 30 soldati). A questo scopo nel 2015 l’Italia regalerà ai militari somali quattro veicoli. Due persone si trovano in Nigeria, cinque nella repubblica di Gibuti, 13 in Mali, 53 a Bangui, nella capitale della Repubblica Centrafricana, com sostegno logistico, e 9 in Libia. Per la presenza militare in Libia l’Italia ha stanziato oltre 4 milioni di euro destinati alla manutenzione delle navi cedute dall’Italia per fronteggiare il fenomeno migratorio. Per le operazioni in Somalia, Corno d’Africa e Gibuti, l’Italia ha stanziato da poco altri 21 milioni di euro. Sotto la bandiera europea, l’Italia partecipa anche con tre persone all’attività di supervisione del “Peace Agreement” del 2008 tra Georgia e la Federazione Russa, con uno stanziamento ulteriore di 92mila euro per il 2015. 

Per quanto riguarda le operazioni Onu, circa 1.200 soldati italiani si trovano in Libano, soprattutto per il controllo delle frontiere con Israele. L’Italia è al comando della missione Unifil, a cui partecipano oltre 10mila soldati provenienti da oltre 30 Paesi diversi. Il costo per il 2015 è di oltre 120 milioni di euro. Poche presenze anche tra India e Pakistan, Marocco e Cipro.

Attive due missioni multinazionali in Egitto, con 85 soldati italiani, per la supervisione del rispetto del trattato di pace di Camp David e assistenza al valico di Rafah, e in Palestina, con 13 soldati, per la “normalizzazione della città di Hebron”, a cui si è aggiunta una operazione di addestramento di forze non nazionali. Venticinque soldati sono anche di stanza sull’isola di Malta in rispetto di un accordo bilaterale tra i due Stati.  

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