È un periodo di crisi per le religioni. Soprattutto per il cristianesimo: pochi vanno a messa, meno ancora orientano il proprio voto sulla base di questioni di fede, il Papa è costretto a diventare uno showman, la Bibbia diventa un libro polveroso pieno di formule vuote: come può essere “gioia” vera quella in Cristo? La percezione più diffusa è che si tratti di uno stato di contentezza derivante da una forma di autosuggestione, poco autentica e poco forte. In ogni caso, un concetto stiracchiato.
E ancora: perché la Chiesa usa ancora parole bizzarre come “transustanziazione”, o “iperdulia”, rischiando di tenere lontane da sé le folle?
È quello che si devono essere chiesti anche Andrew e Chris Breitenberg, che hanno inventato una app per svecchiare la Bibbia: si chiama Parallel Bible. Il funzionamento è semplice: per “venire incontro alle esigenze del nuovo secolo, il XXI”, la app mescola insieme instagram e citazioni bibliche, immagini di luoghi che ispirano la fede a riflessioni sul testo sacro, sugli insegnamenti di Gesù e così via. Ci sono anche storie, esempi, momenti in cui si coglie, applicata, la vita religiosa. Il tutto va condiviso, un social network di stampo religioso. Questi sono alcuni esempi:
Quanto durerà? Quanto tempo passerà prima che arrivino le prime scissioni e le prime eresie?
L’obiettivo, in ogni caso, è di rendere cool la religione. Chissà se ci riusciranno. San Paolo, un paio di millenni fa, ce l’aveva fatta. E non aveva nemmeno lo smartphone.