Watson, il computer ad apprendimento automatico che nel 2011 ha vinto al gioco Jeopardy! per poi trovare un impiego nell’analisi di dati medici e scientifici, potrebbe presto trovare un nuovo lavoro: la guida turistica per musei.
Un gruppo di ricercatori di IBM Research India ha utilizzato Watson in un’app Android di nome Usher, che fornisce informazioni sulle opere d’arte di un museo e permette di formulare domande a riguardo. Il sistema è un esempio del modo in cui IBM spera di promuovere le potenzialità di Watson fra programmatori di ogni genere d’app. La ricerca è stata presentata recentemente in occasione di una conferenza ad Atlanta dedicata alle interfacce intelligenti per utenti .
L’app analizza i dati raccolti dagli accelerometri, dal giroscopio e dalla bussola del telefono per capire dov’è l’utente e cosa ha di fronte
L’app analizza i dati raccolti dagli accelerometri, dal giroscopio e dalla bussola del telefono per capire se l’utente è fermo, sta camminando o girando in un particolare punto, e determinare se sta guardando in una particolare direzione. Così facendo, l’app è in grado di fornire informazioni quali “Alla tua sinistra puoi vedere I girasoli di Van Gogh”.
Nel corso di una simulazione effettuata con una versione di Watson addestrata a rispondere a domande generali, quando una persona si fermava di fronte a un quadro, i ricercatori erano in grado di rilevare la sua posizione e digitare o chiedere domande del tipo “Chi ha dipinto questo quadro?”, “Qual è il tema di questo quadro?” o “Qual è il significato di questo quadro?”.
Usher non è ancora disponibile al pubblico, ed è stato provato esclusivamente utilizzando contenuti che i ricercatori avevano creato per essere abbinati a determinati quadri. Shubham Toshniwal , un coautore del documento che lavora presso l’IBM Research India di Nuova Delhi assieme al gruppo Watson, sostiene però che questo progetto è stato accolto “abbastanza bene” internamente, e che può immaginare come potrebbe aiutare le persone ad apprendere maggiori nozioni sull’ambiente attorno a loro in una varietà di scenari al coperto, siano essi edifici storici o uffici.
Da quando Watson ha avuto il suo momento di gloria televisiva, IBM ha riversato grandi somme nella ricerca dietro questo progetto con la speranza di acquisire software e hardware in grado di passare al setaccio montagne di dati e rispondere a domande complesse (vedi “Watson conosce la soluzione ai problemi di IBM?”).
Con Usher, i ricercatori IBM hanno utilizzato un software per simulare il modo in cui una persona esplorerebbe un museo in cui le diverse opere d’arte e i settori erano stati etichettati con degli ID corrispondenti con i loro dati (quali i nomi dei dipinti) conservati nel database. La posizione di una persona, determinata al chiuso misurando la forza dei segnali Wi-Fi disponibili in rapporto con lo smartphone dell’utente, aiuterebbe Usher a determinare il quadro al quale sono più vicini.
Il grosso problema che dovranno risolvere sarà proprio la precisione del rilevamento di posizione
Toshniwal dice che l’app è in grado di trovare anche gli amici che si trovano al museo connettendosi ai profili di social network come Facebook. Se i ricercatori continueranno a lavorare ad Usher, un grosso problema che dovranno risolvere sarà proprio la precisione del rilevamento di posizione al coperto. Come precisato dai ricercatori, laddove i segnali Wi-Fi possono fornire alcune informazioni di base sulla posizione di una persona, la precisione non è ancora ottimale.
Una possibile soluzione potrebbe trovarsi nell’utilizzo di sensori di prossimità quali l’ iBeacon una tecnologia che utilizza il Bluetooth a basso consumo energetico per determinare la prossimità di iPhone altrui in prossimità. Un certo numero di musei sta già mettendo questo sistema alla prova.