A tre giorni dall’avvio ufficiale di Expo Milano si ritrova in ginocchio, paralizzata dallo sciopero del trasporto pubblico indetto il 28 aprile dal Cub (Confederazione Unitaria di Base), come atto di protesta proprio contro l’accordo siglato tra i sindacati e il Comune relativo al piano di lavoro durante i sei mesi della manifestazione. Metropolitane ferme e mezzi di superficie dimezzati, dalle 8:45 alle 15, hanno mandato in tilt il traffico cittadino soprattutto in centro e Linate. Nemmeno il servizio di taxi è bastato a soddisfare le richieste di spostamenti dei cittadini, che si sono ritrovati —una volta terminato lo sciopero — a fare i conti con ritardi abissali o con mezzi pieni all’inverosimile. Tra l’altro, da quanto si apprende dal sito del Cub, sembra che per la prima volta Atm non abbia previsto il “piano di rientro” dei treni delle metropolitane al termine della protesta, causando ulteriori disagi ai passeggeri.
Buona la seconda verrebbe da dire. Quello che il prefetto Francesco Paolo Tronca aveva impedito in extremis lo scorso 13 aprile, precettando i lavoratori di Cub con un provvedimento che di fatto li costringeva a presentarsi a lavoro regolarmente, si è verificato esattamente quindici giorni dopo in linea con le previsioni dei responsabili della sigla sindacale in protesta. Del resto già all’epoca Claudio Signore — segretario generale di Cub — era stato chiaro: «sciopereremo ancora se sarà necessario, anche durante Expo». E così è stato oggi, con un’adesione che ha raggiunto il 70% per la metropolitana.
Foto pubblicata su Twitter da Alessandra Midiri
Ad essere contestati da parte dei lavoratori di Cub sono gli accordi che la maggior parte delle sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Faisa, Sama, Orsa) hanno stipulato con Atm, nell’ottica della copertura del piano di viabilità previsto da maggio a ottobre 2015. I temi più caldi riguardano l’inesigibilità delle ferie in qualsiasi periodo dell’anno, la mole eccessiva di straordinari che porterebbe ad orari di guida superiore al limite consentito dal codice della strada, oltre all’insufficienza di assunzioni previste da Atm che non basterebbero a coprire le carenze di personale. Ora, visti gli esiti dello sciopero, ci sarebbe la possibilità di fare la voce grossa da parte di Cub che intanto, attraverso un comunicato stampa, avanza le prime richieste: in primis un incontro con il sindaco Giuliano Pisapia che, secondo la Confederazione, si sarebbe sottratto fino ad ora ad un confronto con i lavoratori; la riduzione del 50% dei permessi sindacali; infine la riapertura del tavolo delle trattative con la modifica dei contenuti dell’accordo Expo.
D’altronde è bastato utilizzare i mezzi per qualche ora in giro per Milano per capire chi abbia il coltello dalla parte del manico. Le stazioni della metropolitana sono state prese d’assalto e alle banchine c’è chi lamentava ritardi di oltre venti minuti anche al termine dello sciopero. Il grido di protesta è esploso perfino sui social: oltre alle foto postate dagli utenti in attesa alla fermata, c’è chi si interroga su come sarà possibile far fronte ad oltre venti milioni di persone in occasioni di Expo2015, denunciando una figuraccia da parte di Atm. Uno sciopero che arriva a ridosso di un altro evento fondamentale per la strategia di crescita del trasporto pubblico milanese: il 29 aprile verranno inaugurate cinque nuove stazioni della metropolitana lilla (Domodossola, Lotto, Segesta, San Siro ippodromo, San Siro stadio) nate anche per permettere un miglior raggiungimento della stazione di Rho-Pero dove avrà luogo l’Esposizione universale.
Foto pubblicata su Twitter da Clay
Considerato l’esito dello sciopero viene da chiedersi se non sia il caso di vagliare la possibilità di intavolare una nuova discussione, che metta di fronte tutti gli attori in gioco (Atm, Comune di Milano, sindacati di categoria) nella consapevolezza che dalla prossima settimana ci sarà da affrontare una sfida che — positiva o negativa si valuterà in seguito — porterà Milano ad essere la vetrina del Paese in tutto il mondo. Expo, ancor prima di cominciare, ha già emesso tanti verdetti negativi, mostrando troppo spesso il volto peggiore del nostro Paese. Con le dovute proporzioni, sia chiaro, è possibile sfruttare una delle caratteristiche più positive di Milano, la mobilità, come occasione di riscatto cittadino e nazionale? E magari permettere che scene come quelle di oggi non si ripetano più?