Il mercato dei voti. A pochi giorni dalle Regionali, in Puglia scoppia la polemica sulla compravendita delle preferenze. Mentre forze dell’ordine e magistratura entrano in campagna elettorale, emergono i primi dettagli del presunto illecito. Al centro del caso finiscono i compensi garantiti da alcuni comitati elettorali ai rappresentanti di lista, meglio se giovani disoccupati. Secondo le indiscrezioni esisterebbe un vero e proprio tariffario. Ad alcuni rappresentanti sarebbero offerti dai trenta ai cinquanta euro per controllare il regolare svolgimento delle operazioni nei seggi, ma anche per assicurare il proprio voto e quello di alcuni familiari. Una prassi nota, tutt’altro che inedita. E secondo alcuni neanche illegale: in cambio del proprio impegno, i diretti interessati non sarebbero retribuiti direttamente, ma attraverso un rimborso spese. Sistema che permetterebbe di aggirare le norme sul voto di scambio.
«Al momento sono arrivate almeno una ventina di segnalazioni, provvederamo a inoltrare una denuncia»
In Puglia i giornali locali non parlano d’altro. Il Movimento Cinque Stelle si è intestato la battaglia: da qualche settimana i grillini hanno creato un sito, votolibero.it, dove è possibile indicare presunte irregolarità. «Al momento sono arrivate almeno una ventina di segnalazioni – racconta il senatore leccese Maurizio Buccarella – Per quelle ben documentate provvederemo presto a inoltrare una denuncia alle forze dell’ordine». Nel frattempo la collega Daniela Donno ha portato la vicenda in Parlamento. In un’interrogazione depositata la scorsa settimana a Palazzo Madama, la senatrice pentastellata chiama in causa direttamente il governo, chiedendo di attivarsi «per assicurare il regolare svolgimento della campagna elettorale». A sentire lei «sussistono fondati motivi – così si legge nel documento – per ritenere che i dati esposti integrino la fattispecie di cui al recentemente modificato articolo 416-ter del codice penale, rubricato “scambio elettorale politico mafioso”».
E così le autorità intervengono. Come racconta l’edizione barese di Repubblica, domenica prossima la questura del capoluogo pugliese avrebbe deciso di controllare con attenzione le operazioni di voto. Almeno due agenti di polizia saranno presenti in ogni scuola. Ma è in allerta anche una speciale squadra della Digos specializzata in materia elettorale, pronta a intervenire in caso di problemi ai seggi. È il risultato delle tante, troppe, segnalazioni giunte negli ultimi giorni sul presunto mercato dei voti di scambio. «Il fenomeno è fisiologico nel caso di competizioni elettorali – racconta il questore Antonio De Iesu a Repubblica – Ci sono però degli elementi che in queste ore si stanno approfondendo da un punto di vista giudiziario, che ci fanno comunque pensare che ci possano essere delle fibrillazioni. Per garantire, quindi, il massimo grado di trasparenza nel momento più alto di democrazia, è bene essere presenti e organizzati».
I casi sono diversi, anche se tutti ancora da verificare. La prima vicenda risale allo scorso aprile, come riporta nella sua interrogazione la senatrice Donno. «Il deputato del Movimento 5 Stelle Giuseppe D’Ambrosio – si legge – ha presentato un esposto presso le autorità competenti per denunciare, allegando relativa documentazione, una conversazione avvenuta su una chat di Facebook, nella quale si faceva riferimento ad una possibile offerta di soldi in cambio di voti, a margine di una richiesta di rappresentare nei seggi una lista collegata al candidato di centrosinistra alla presidenza della Regione Puglia, Michele Emiliano». Sul sito votolibero.it è pubblicata la schermata della conversazione: in cambio di tre voti vengono offerti trenta euro. La settimana scorsa è stato il senatore Buccarella a segnalare un altro caso, presentando una denuncia alla procura di Lecce. «Nella documentazione allegata – racconta il parlamentare – ci sono sms, una chat su facebook e alcune registrazioni video». Stavolta il rimborso spese viene offerto da una donna che sembra legata al comitato elettorale di un altro candidato vicino a Michele Emiliano.
Non è tutto. Qualche giorno fa un’inchiesta giornalistica della locale emittente Telenorba avrebbe sollevato un altro presunto illecito. L’ennesimo. Nella sua interrogazione, la senatrice grillina Dondo cita il servizio televisivo che «denunciava la presenza di “comitati elettorali”, nei quali è possibile essere reclutati come rappresentanti di lista ma viene imposta la condizione di portare dei voti di preferenza dietro compenso economico. (…) tali cifre si aggirerebbero tra i trenta e i cinquanta euro corrisposti in base ai voti conquistati dal candidato e certificati sui tabulati elettorali. Apprendiamo da fonti di stampa che tale servizio sarebbe stato girato nel comitato elettorale di Anita Maurodinoia, candidata nella lista del Partito democratico a sostegno del candidato presidente Michele Emiliano». Mentre la digos barese ha acquisito il filmato in questione, gli illeciti restano ancora da dimostrare. Anzi, la citata candidata ha respinto ogni accusa, annunciando querele contro i giornalisti e contro tutte le persone non autorizzate che nei comitati elettorali si qualificano come suoi collaboratori.
«Su Facebook in cambio di tre voti vengono offerti trenta euro»
Intanto a pochi giorni dal voto il confronto tra candidati finisce per accendersi sulla presunta compravendita di voti. Michele Emiliano ha già proposto di inserire nella prossima legge elettorale il divieto di queste pratiche. «Qui non si tratta di rappresentanti di lista – ha spiegato ieri durante un confronto televisivo – ma di “conta-voti”. In alcuni casi la loro retribuzione è stata registrata e le fatture depositate in Corte d’appello. Forse non è illegale, ma è una cosa che fa schifo». Se tecnicamente non si tratta di voto di scambio, la prassi resta censurabile. «Si è creato un polverone che sta rendendo un’immagine completamente sbagliata della Puglia – raccontava pochi giorni fa Emiliano – Per questo ho proposto di inserire nella nuova legge elettorale il divieto di utilizzo di questi “conta-voti” nei seggi e, per i candidati che se ne avvalessero, pesanti sanzioni economiche. Intanto, ho lanciato un appello a tutti i candidati affinché si eviti la tecnica durante queste elezioni».