A Venezia c’è chi chiede apertamente il sostegno degli elettori grillini. A Gela, in Sicilia, c’è chi prova a spostare i propri voti per favorire il candidato a Cinque Stelle. Un po’ ovunque si tentano prove tecniche di intesa con il Movimento di Beppe Grillo. A poche ore dal turno di ballottaggio che deciderà i sindaci di 12 capoluoghi italiani, qualcuno ci spera davvero. Vuoi vedere che il M5S ha iniziato a dialogare con gli altri partiti? Sui giornali non mancano le indiscrezioni. Vicino Cagliari, a Quartu Sant’Elena, il centrosinistra spera nell’appoggio dei Cinque Stelle. A Enna gli elettori grillini sarebbero già stati mobilitati per far perdere il candidato ufficiale del Partito democratico. Accordi, alleanze, semplici ammiccamenti. La realtà spesso è molto diversa.
Le regole dei Cinque Stelle sono chiare. E al momento non sembrano esserci grandi novità. Lo si era visto alle Regionali, quando il Movimento si è presentato senza intese con altri partiti (nonostante il malumore di diversi elettori, specie in Liguria). Ma soprattutto rinunciando al sostegno di liste e listine collegate, come pure qualche parlamentare aveva proposto. Sono princìpi che non sembrano derogabili, anche a rischio di andare contro i propri interessi. È il caso di Roma. Il decalogo pentastellato non permette di lasciare un incarico per candidarsi a una nuova poltrona. E così nell’eventualità di un voto anticipato in Campidoglio, il deputato Alessandro Di Battista dovrà rinunciare a correre da sindaco.
Un po’ ovunque si tentano prove tecniche di intesa con il Movimento di Beppe Grillo
Nonostante le speranze di molti, anche questa tornata elettorale non sembra fare eccezione. Diversi giornali hanno dato ampio risalto alla vicenda di Laives, un piccolo comune in provincia di Bolzano. Qui dopo il voto i consiglieri grillini hanno accettato di sostenere il sindaco di centrodestra, ottenendo in cambio un’apertura su alcuni punti programmatici. Una novità, certo. Ma forse non così rivoluzionaria. Qualche quotidiano si è affrettato ad annunciare la nascita di una nuova fase politica del M5S, finalmente pronto al dialogo con le altre forze politiche. Con tutto il rispetto per Laives, bella cittadina altoatesina di 17mila abitanti, in realtà sembra trattarsi di una vicenda estremamente locale.
E se nascesse un accordo con il Pd in riva alla Laguna? Altra suggestione. A Venezia il candidato di centrosinistra Felice Casson sfiderà domenica l’imprenditore Luigi Brugnaro. Senatore spesso critico nei confronti di Matteo Renzi, a pochi giorni dal voto Casson ha chiesto una mano proprio ai grillini. «Sento la base del Movimento Cinque stelle molto vicina». Le indiscrezioni di Palazzo rivelano gli attestati di stima ricevuti dal candidato dem, ovviamente senza pubblicità, da parte di molti parlamentari pentastellati. Così come l’endorsement ufficiale del magistrato Ferdinando Imposimato, proposto senza successo dai Cinque Stelle alla Presidenza della Repubblica. Ce n’è abbastanza per festeggiare un’intesa tra Grillo e il Partito democratico? Probabilmente no. Il deputato M5S Federico D’Incà, veneto, lo ha spiegato con chiarezza: «Nessuna indicazione di voto per nessun candidato in corsa, il cittadino che ha votato 5 Stelle al primo turno è libero di fare le proprie scelte». Casson? «È una foglia di fico, perché non ha saputo rompere con il passato del Pd veneziano».
Sia chiaro, nessuno vieta ai militanti di Grillo di sostenere Casson. Piuttosto i vertici del Movimento non danno indicazioni di voto ai propri elettori. Lo ha confermato qualche giorno fa Alessandro Di Battista in un’intervista televisiva. «Per noi gli elettori non sono pecore a cui qualcuno deve indicare la strada. L’importante è andare al voto, l’astensionismo è il male peggiore. Sapranno valutare i candidati, non sarò certo io a dire chi devono votare». Ne sa qualcosa il candidato sindaco del Pd di Quartu Sant’Elena, terza città della Sardegna. Sull’Isola si era diffusa l’indiscrezione che al ballottaggio di domenica i Cinque Stelle avrebbero sostenuto più o meno apertamente il dem Stefano Delunas. Il candidato grillino sconfitto al primo turno, Guido Sbandi, ieri ha chiarito la vicenda; «Noi non ci alleiamo con nessuno, i cittadini che ci hanno sostenuto sono liberi di andare alle urne e scegliere secondo coscienza».
Nessuno vieta ai militanti di Grillo di sostenere Casson. Ma i vertici del Movimento non danno indicazioni di voto ai propri elettori
Dove corrono direttamente i grillini? In tutta Italia ci sarà un candidato pentastellato in cinque comuni al ballottaggio. Il Movimento è in lizza per una poltrona da sindaco a Venaria, vicino Torino, e a Porto Torres, nel sassarese. Parte in vantaggio a Quarto, comune di quasi cinquantamila abitanti vicino Napoli, dove prima delle elezioni è stata esclusa per irregolarità amministrative la lista del Partito democratico (da una settimana i parlamentari più in vista fanno la staffetta per sostenere la candidata sindaco Rosa Capuozzo). Restano due comuni siciliani. Augusta, vicino Siracusa, e Gela. Proprio nella città del governatore Rosario Crocetta, i pentastellati sfidano l’esponente del Pd. È questa l’elezione più discussa: prima del voto il candidato grillino Domenico Messinese ha incassato l’appoggio dell’aspirante sindaco del Nuovo Centrodestra, battuto al primo turno. Un sostegno palese – i due si sono fatti fotografare insieme al termine di un comizio di piazza – ma senza tornaconto. Insomma, in cambio dell’endorsement al centrista non sarebbero stati promessi né accordi né posti in giunta. Una vicenda curiosa, certo. Ma forse è un po’ poco per celebrare la nuova fase dialogante del Movimento di Grillo.