I deputati italiani dovranno rinunciare ai regali. Addio agli omaggi dei propri elettori, alle strenne natalizie, ai pacchi dono. Almeno ai più costosi. La norma potrebbe essere presto introdotta dalla giunta per il Regolamento di Montecitorio. E non è neppure l’unica. Su pressione del deputato del Partito democratico Michele Nicoletti, la Camera è pronta a dotarsi di un codice di comportamento per i parlamentari. Un vero e proprio decalogo etico a cui attenersi scrupolosamente.
Tra le misure c’è l’obbligo di dichiarare e rendere nota la propria situazione patrimoniale. Oggi la pubblicità dei dati non è obbligatoria
Nulla di troppo inedito. All’estero questo documento esiste da tempo. È proprio partendo dall’esperienza del Parlamento europeo e di altre assemblee nazionali che Nicoletti ha avviato la sua battaglia. In passato, peraltro, alcune istituzioni internazionali avevano già segnalato le carenze italiane. «Nell’ultima relazione del Greco, il gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione, era stato evidenziata l’assenza di un codice di condotta per i nostri parlamentari» racconta il deputato democrat. «L’anno prossimo ci sarà un nuovo controllo, non sarebbe male farci trovare pronti».
E così alla Camera è partito l’iter del provvedimento. La parola d’ordine è trasparenza. Le regole di condotta dei nostri parlamentari dovranno essere improntate alla totale chiarezza. La bozza del codice – l’approvazione spetta alla giunta per il Regolamento – ipotizza norme particolarmente stringenti. Anzitutto l’obbligo di dichiarare e rendere nota la propria situazione patrimoniale (oggi la pubblicità dei dati non è obbligatoria). Qualcuno vorrebbe persino estendere la misura, impegnando i deputati a pubblicare sul sito della Camera i redditi dei familiari più stretti. «Ma su questo aspetto la discussione è ancora aperta» racconta Nicoletti, professore di Filosofia politica all’università di Trento e presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
I deputati dovranno restituire con tante scuse solo i doni dal valore superiore ai 150 euro, lo stesso tetto è già fissato dal Parlamento Europeo
C’è poi il divieto di accettare regali. Penne e pensierini non sono a rischio: la bozza del codice prevede una soglia. I deputati dovranno restituire con tante scuse solo i doni dal valore superiore ai 150 euro. Lo stesso tetto già fissato dal Parlamento Europeo. «Intendiamoci, non credo sia una pratica frequente – spiega Nicoletti – A me non è mai capitato di ricevere regali così costosi. Però è sempre meglio inserire un limite». Pubblicità, poi, alla posizione professionale di tutti i deputati. È un intervento necessario per arginare il rischio di conflitti di interessi. Il documento immagina una dichiarazione pubblica di tutte le attività professionali. «Perché diversamente da altri Paesi, in Italia si può esercitare una professione anche durante il proprio mandato parlamentare», racconta il deputato.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Arrivano le multe per i parlamentari. Particolarmente curiosa la parte del codice che riguarda le sanzioni. Si tratta di misure amministrative e politiche. Per esempio si ipotizza il divieto di presiedere una commissione per i deputati che non dichiarano specifici conflitti di interesse. O in alternativa l’impossibilità di venire nominati relatori dei provvedimenti. A queste si possono aggiungere sanzioni pecuniarie. Non è una novità. Già oggi i giorni di assenza dai lavori parlamentari comportano una decurtazione della diaria.
Durante l’ultimo incontro alla Camera è stato invitato anche il “deontologo” dell’assemblea nazionale francese, il responsabile dei comportamenti etici dei deputati d’oltralpe
Sorprendentemente l’adozione del codice sembra procedere a passo spedito. Su iniziativa della presidente Laura Boldrini – presidente della Camera e della giunta per il Regolamento – a Montecitorio sono già stati organizzati due seminari per studiare le esperienze internazionali. Durante l’ultimo incontro è stato invitato anche il “deontologo” dell’assemblea nazionale francese. Si chiama Ferdinand Mélin-Soucramanien, è il responsabile dei comportamenti etici dei deputati d’oltralpe. Curiosa figura che, chissà, potrebbe essere introdotta anche in Italia. La proposta di modifica del regolamento è stata depositata lo scorso dicembre. Dopo qualche ritardo tecnico, la giunta sembra pronta a votare. «C’è un forte sostegno trasversale – racconta Nicoletti – il documento è stato sottoscritto da 174 deputati di tutti i gruppi». In realtà mancano i Cinque Stelle. Il motivo è semplice: i deputati grillini hanno già adottato un proprio codice di condotta. «Ma ho fiducia che anche loro abbiano a cuore questo provvedimento».