La maledizione di via Poli, la strada dove tramontano partiti e ambizioni

La maledizione di via Poli, la strada dove tramontano partiti e ambizioni

C’è un luogo, a Roma, dove i sogni della politica italiana nascono e muoiono con inquietante frequenza. È una piccola striscia d’asfalto nel cuore del rione Trevi, a due passi da via del Tritone. Una via maledetta per molti partiti. Proprio qui all’inizio del Seicento fu costruito il palazzo su cui ancora oggi poggia la splendida Fontana di Trevi. Ad acquistarlo, pochi anni dopo, fu Giuseppe Lotario Conti. Dal duca di Poli presero nome l’edificio e la strada che conduce fino agli uffici parlamentari di via del Pozzetto. Un tragitto di pochi minuti, dove tramontano progetti e ambizioni politiche.

I partiti che scelgono di trasferirsi in via Poli sembrano avere il destino segnato. È il caso della Margherita. All’inizio del Duemila, prima di spostarsi nella vicina Sant’Andrea delle Fratte, i centristi trovano una sede da queste parti, proprio davanti agli uffici della Camera di Palazzo Marini. L’epilogo è rapido. Dopo la fusione con i Ds, nel 2007 le attività del partito vengono sospese. Nel 2012 il movimento di Francesco Rutelli viene definitivamente sciolto. Nel giro di pochi anni la Margherita sparisce.

C’è un luogo, a Roma, dove i sogni della politica italiana nascono e muoiono con inquietante frequenza. È una piccola striscia d’asfalto nel cuore del rione Trevi, a due passi da via del Tritone

Qualche anno dopo si trasferiscono a via Poli i primi transfughi del Popolo della Libertà. Sono i ribelli di Futuro e Libertà guidati da Gianfranco Fini. I cronisti di Palazzo ancora ricordano l’inaugurazione della nuova sede, organizzata in un caldissimo pomeriggio dell’estate del 2011. Tra torte alla crema e spumante, Fini prova a rilanciare il suo progetto politico dopo la fallita sfiducia al governo del Cavaliere. Durerà poco. Triste scherzo del destino: lo stesso palazzo, qualche piano più sotto, ospita la sede dei berlusconiani Club della Libertà. Anche loro ormai spariti. 

Proprio in questa strada nasce e muore l’idea del Terzo Polo. Di quel sogno restano i rimpianti, ma anche i nuovi inquilini della sede di via Poli. Già, perché dopo Fini qui si trasferisce Mario Monti. Forse la più sorprendente meteora del firmamento politico italiano. Nel 2013 il Professore si candida a guidare il Paese dopo la breve esperienza del governo tecnico. Senza successo. Oggi i suoi eredi abitano ancora da queste parti. Archiviati i fasti di un tempo – e archiviato anche Mario Monti – i centristi di Scelta Civica rimangono un piccolo partito di maggioranza. Guidato con entusiasmo, ma per ora senza troppi voti, dal sottosegretario Enrico Zanetti.

Proprio in questa strada nasce e muore l’idea del Terzo Polo. Di quel sogno restano i rimpianti, ma anche i nuovi inquilini della sede di via Poli. Dopo Fini qui si trasferisce Mario Monti

Ma la storia è destinata a ripetersi, così come i comportamenti umani. Lo scriveva Niccolò Machiavelli e Via Poli non fa eccezione. Inconsapevoli del passato, più recentemente altri partiti hanno trovato alloggio in questa strada. Pochi giorni fa si sono trasferiti i verdiniani di Ala. Si tratta dell’Alleanza Liberalpopolare-Autonomie del senatore Denis Verdini, scesa in campo per sostenere le riforme del governo Renzi. Numeri alla mano, al Senato rischia di essere determinante per le sorti dell’esecutivo. È un gruppo parlamentare piccolo, agguerrito, ed evidentemente poco scaramantico. 

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