Prima Lamberto al Cocoricò, poi Lorenzo in Salento (anche se si è poi scoperto che era stata vittima di una grave cardiopatia asintomatica), infine Ilaria, a Messina. Sembra un’estate, questa, scandita dalle morti per droga. Casi di cronaca, questi, che hanno fatto finire sotto processo le discoteche e le pasticche di metanfetamina, mediaticamente più note come ecstasy. E che hanno fatto riemergere, carsico, il dibattito sulla pericolosità delle sostanze stupefacenti. In questi giorni, ad esempio, sembra che le metanfetamine siano una specie di eroina versione moderna, nonostante sia oggi una droga molto meno diffusa e assunta rispetto a quanto lo fosse, ad esempio, nella prima metà degli anni ’90. E soprattutto, nonostante i casi di morte per assunzione di ecstasy siano infinitamente inferiori a quelli per cocaina ed eroina. Insomma, vale la pena di chiedersi quale sia la pericolosità effettiva, individuale e sociale, di ciascuna droga, prima di costringere alla chiusura delle attività economiche sull’onda dell’emotività di questi giorni.
Per Lancet, l’ecstasy, ha un sorprendente e bassissimo livello di pericolosità, sia individuale, sia – ancor più – sociale. Superiore solamente a quello dell’acido Lsd, delle buprenorfine e dei funghi allucinogeni, la droga meno pericolosa in assoluto,
Uno degli studi più completi e controversi su questo tema l’ha pubblicato qualche anno fa – era il 2010 – la rivista medica Lancet, la più importante rivista medica del mondo. In questo studio il ricercatore David Nutt misura la pericolosità dell’uso delle droghe in Gran Bretagna usando due misure – la pericolosità per l’indivuo e il danno alla società – e sommandole l’una all’altra. Da tale studio si evince come la droga più pericolosa del pianeta sia l’alcol, sia a livello individuale, sia a livello sociale. Seguono a breve distanza eroina, crack e metanfetamine, più nello specifico, le metanfetamine di Breaking Bad. Non l’ecstasy, che invece ha un sorprendente e bassissimo livello di pericolosità, sia individuale, sia – ancor più – sociale. Superiore solamente a quello dell’acido Lsd, delle buprenorfine e dei funghi allucinogeni, la droga meno pericolosa in assoluto, secondo Lancet. Curiosamente, invece, la cannabis risulta essere meno pericolosa del tabacco, ma più del metadone, delle benzodiazepine (Xanax, Valium, Tavor) e di quella ketamina che sul Corriere della Sera di mercoledì 12 agosto Elia Del Borrello, responsabile di tossicologia forense dell’Università di Bologna definisce «droga killer, drammatica, che sfugge a tutte le analisi».
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È lo stesso Nutt che ha fatto parziale autocritica definendo il suo studio imperfetto. Tuttavia, aggiunge che non vede «come non si possa dire che l’alcol non sia la droga più pericolosa in circolazione»
Studio controverso, quindi. E in effetti diversi scienziati l’hanno criticato soprattutto per aver comparato sostanze illegali come l’eroina ad altre legali come l’alcol e il tabacco (un ragionamento questo, che non vale per la marijuana, visto che il largo consumo, ancorché illegale in moltissimi stati, la rende equiparabile a una droga legale). Altri, l’hanno accusato, invece, di aver ridotto una molteplicità di variabili in un unico indice. Esempio: due droghe che hanno un punteggio simile, eronia e crack, hanno effetti molto diversi: assumere eroina porta con se un elevato rischio di mortalità, mentre con il crack si rischia soprattutto di incorrere in danni cerebrali permanenti. Allo stesso modo l’alcol è molto pericoloso a livello sociale perché aumenta l’aggressività di chi lo assume, mentre i danni sociali di eroina e cocaina sono legati alle attività criminali che circondano tali sostanze.
Piccola chiosa: è lo stesso Nutt che ha fatto parziale autocritica definendo il suo studio imperfetto. Tuttavia, aggiunge che non vede «come non si possa dire che l’alcol non sia la droga più pericolosa in circolazione». A quando politici che proporranno la chiusura di tutti i bar della Penisola?