Avete mai sentito parlare degli esperimenti russi sul sonno, quelli che durante la seconda guerra mondiale portarono le cinque cavie – prigionieri politici – alla follia e poi alla morte? E di un file chiamato smile.jpg che mostra l’immagine di una creatura simile a un cane con la bocca aperta in un sorriso agghiacciante? E di un canale televisivo amatoriale che andava in onda a fine anni ’90, Caledon Local 21? Forse non vi è mai capitato di guardarlo, anche perché si tratta di un canale locale canadese, la sua storia però è molto inquietante e articolata. È raccontata sul blog di un certo Elliot, che nel corso di alcuni anni ha aggiornato i suoi lettori sulle scoperte che andava via via facendo sul bizzarro canale televisivo per bambini che da piccolo gli capitava ogni tanto di guardare, con i suoi strani programmi, come “Lo scantinato di Mr. Bear”. La storia che emerge è piuttosto agghiacciante. E, naturalmente, non c’è nulla di vero.
Un creepypasta è una storia dell’orrore che viene copiata-e-incollata su internet, si diffonde come un meme e rimane aperta e editabile come una voce di Wikipedia. Può essere raccontata sotto forma di testimonianza, magari attraverso commenti su forum o siti-contenitori come 4chan; può essere accompagnata da foto o da file audio. Se il racconto ha successo, si arricchisce, muta forma, acquista attendibilità e finisce per ispirare prodotti collaterali, che sfociano su canali YouTube o su Twitter. Un po’ come è accaduto al personaggio di Slender Man, forse il creepypasta di maggior successo in assoluto.
Come ogni tipo di linguaggio, anche questa forma narrativa, a cavallo tra il racconto amatoriale e la leggenda metropolitana, ha le proprie regole e i propri stilemi. Il più importante dei quali – l’unico che vede d’accordo tutti i cultori del genere – è anche il più semplice: la storia deve essere trattata come se fosse vera.
Come ogni tipo di linguaggio, anche questa forma narrativa, a cavallo tra il racconto amatoriale e la leggenda metropolitana, ha le proprie regole e i propri stilemi. Il più importante dei quali – l’unico che vede d’accordo tutti i cultori del genere – è anche il più semplice: la storia deve essere trattata come se fosse vera
Nella tradizione dei loro antesignani – le leggende metropolitane, appunto, o i racconti del terrore intorno al falò del campeggio – i creepypasta sono spesso in prima persona e raccontano fatti accaduti all’autore stesso o a qualche amico/conoscente (magari un cugino?). Insomma, la peculiarità della narrazione è la capacità di farla sembrare vera, o almeno di inserirla in un contesto plausibile: una sorta di “facciamo finta che”, nello stile di The Blair Witch Project e degli altri mockumentary.
Il più famoso personaggio creato da un creepypasta è, si diceva, Slender Man: una creatura molto alta, allampanata, pallida e con il volto del tutto privo di lineamenti. Spesso raffigurato con le braccia come tentacoli, il suo hobby preferito è rapire bambini, destinandoli a una fine non ben precisata.
Lo Slender Man, a differenza di altri creepypasta, ha un papà, un luogo e una data di nascita ben definiti: Eric Knudsen l’ha infatti creato nel 2009 per il forum Something Awful, nell’ambito di una gara di Photoshop. Il suo successo però è stato talmente grande da aver ispirato tutta una serie di contributi collaterali che ne hanno alimentato a dismisura la mitologia, con centinaia di foto, video, racconti e articoli in grado di trasportare Slender Man oltre il meme e proiettarlo in quello che la Slender Man Wiki chiama un “Gioco di realtà alternativa” (ARG). Se la maggior parte delle opere di finzione portano infatti il fruitore in un mondo altro, l’ARG porta l’elemento fantastico nel nostro universo, creando una realtà ad hoc che è solo un gradino più in là del nostro, e i cui punti di accesso sono appunto i blog, i canali YouTube, i forum, perfino l’email.
Slender Man ha dato vita, tra le altre cose, a una finta serie documentaria – con il canale YouTube MarbleHornets – e a un videogioco – Slender: The Arrival –; e nel 2014 ha fatto la sua più lampante incursione nella realtà balzando agli onori delle cronache statunitensi perché tirato in ballo come presunto movente per il tentato omicidio di una dodicenne da parte di due coetanee.
Il più famoso personaggio creato da un creepypasta è Slender Man: una creatura molto alta, allampanata, pallida e con il volto del tutto privo di lineamenti. Spesso raffigurato con le braccia come tentacoli, il suo hobby preferito è rapire bambini, destinandoli a una fine non ben precisata
Un po’ meno celebre, ma anch’essa ben radicata nel web, è la storia cui si accennava all’inizio, quella del canale televisivo per bambini Caledon Local 21. Il racconto si chiama 1999 – «il 1999 fu l’anno in cui persi il mio primo dentino e salii per la prima volta su un aereo, ma fu anche segnato dalla precoce perdita della mia innocenza di bambino» – e dal punto di vista narrativo è molto interessante, perché la storia è lunga, articolata, in fieri e la struttura a blog è rispettata efficacemente nei toni e nei contenuti.
Simile come argomento, e altrettanto emblematico dal punto di vista narrativo, è Candle Cove, un grande classico del genere. Questa volta il racconto ha la forma di una discussione su un forum. Un utente chiede informazioni su un cartone animato a tema piratesco che ricordava di aver guardato da bambino, negli anni ’70. Altri utenti rispondono: anche loro ricordano il programma, e mano mano, la discussione del forum mette insieme sempre più dettagli sullo strano cartone animato: particolari sempre più inquietanti, perché la sensazione dominante in tutti gli utenti è che la trasmissione fosse piuttosto raccapricciante. Il vero plot-twist da brivido si ha però con l’ultimo post: un utente racconta infatti di aver fatto visita alla madre e di averle domandato delucidazioni su Candle Cove. La madre ricordava la trasmissione, o meglio, ricordava quando il figlio diceva di guardare questo cartone e restava per mezz’ora impalato davanti alla tv sintonizzata su un canale statico: «Avevi una tale fantasia con il tuo piccolo spettacolo sui pirati!». Anche in questo caso l’autore è noto: il fumettista Kris Straub.
Come si intuisce da questi esempi, i creepypasta fanno spesso riferimento al mondo dell’infanzia, ai ricordi che l’adulto ha della vita da bambino, alle paure sedimentate e mai completamente risolte, ai grandi mostri che affliggevano le nostre notti prepuberali, dai più fantasiosi – uno Slender Man che in fondo è una variante dell’Uomo Nero – al sempre efficace terrore del quotidiano, quando la minaccia si nasconde in ciò che normalmente rassicura: un programma per bambini, i giochi preferiti o la propria casa.
I creepypasta fanno spesso riferimento al mondo dell’infanzia, ai ricordi che l’adulto ha della vita da bambino, alle paure sedimentate e mai completamente risolte, ai grandi mostri che affliggevano le nostre notti prepuberali, dai più fantasiosi – uno Slender Man che in fondo è una variante dell’Uomo Nero – al sempre efficace terrore del quotidiano
Non è naturalmente una regola universale. Alcune delle storie che si trovano su Reddit, ad esempio, sono di altro tenore, come questo breve racconto anonimo, più sottile e originale del solito. Si attengono invece all’immaginario infantile grandi classiconi come Passi o come La sindrome di Lavandonia, riferito alla serie di giochi dei Pokémon, in particolare i primi due, “Rosso” e “Blu” (Verde, in Giappone). Questo racconto si inserisce nel filone gamepasta, la variante cioè basata sul mondo videogiochi, come le storie di Ben Drowned e Sonic.exe, ispirate rispettivamente a The Legend of Zelda: Majora’s Mask e Sonic the Hedgehog. O come il recente Sad Satan.
Una tipologia a parte è quella dei rapporti SCP, cioè i rapporti della Secure, Contain and Protect Foundation (Fondazione per assicurare, contenere e proteggere) il cui tenore è più fantascientifico e a tratti complottistico. La sfida dell’autore risiede nel saper ricreare in maniera realistica lo stile di un rapporto scientifico o di una ricerca effettuata da questa fantomatica organizzazione non governativa internazionale segreta. Trovate una breve descrizione di questi racconti nell’elenco di Listverse sui migliori creepypasta, un elenco da cui attingere quest’Halloween insieme alla lista di Gizmodo e ai consigli di Creepypasta.wikia: se siete un po’ retrò potete memorizzarli e raccontarli con una torcia puntata in faccia.
Anche l’era di internet ha dunque la sua forma di folclore, le sue piccole storie di terrore che anziché essere tramandate oralmente davanti al fuoco nelle sere d’inverno, proliferano nei falò virtuali di forum e blog. Storie copyfree, senza autore e senza una versione definitiva, un po’ come erano le fiabe del folclore germanico prima che i fratelli Grimm, da bravi filologi, le raccogliessero e le rielaborassero in una forma letteraria.
È proprio sulla questione dell’autorialità – a volte, come nel caso di Slender Man e Candle Cove, riconducibile a un’identità precisa, più spesso volutamente smarrita nel web – che riflette tra le altre cose Shira Chess, co-autrice di Folklore, Horror Stories, and the Slender Man. Interpellata da Prismo sulla nuova serie tv ispirata ai post creepypasta annunciata dal canale statunitense SyFy, Chess ha commentato che se da un lato siamo di nuovo alle prese con il tentativo di una grande azienda di trarre profitto dal lavoro di scrittori non riconosciuti, dall’altro il fenomeno dell’appropriazione, per quanto riguarda la cultura popolare, è sempre esistito.
Come i fratelli Grimm con le fiabe e le leggende germaniche, anche i creepypasta del forum verranno dunque selezionati e riscritti da un team di autori per la nuova serie di SyFy, che si concentrerà ogni stagione su una storia in particolare, nello stile di True Detective o di American Horror Story. Sembra si chiamerà Channel Zero: Candle Cove. Vi ricorda qualcosa?