A Milano è previsto un provino pubblico tra candidati, quasi sul modello reality show. A Roma si pensa di aprire la lista a qualche esponente esterno, espressione della società civile. Ovunque sarà comunque la base a decidere, come sempre. I Cinque Stelle si preparano alle Comunali della prossima primavera, che potrebbero offrire loro la prima vera occasione di governo. Da Nord a Sud, si procede in ordine sparso. Se nel capoluogo lombardo tra pochi giorni è in programma un primo confronto tra gli aspiranti sindaci, all’ombra del Colosseo tutto va a rilento. In attesa di capire le mosse del dimissionario Ignazio Marino, i grillini hanno difficoltà a individuare un candidato per il Campidoglio. Non proprio un dettaglio. Intanto emergono le differenze. Mentre i pentastellati romani sono pronti al voto online, i colleghi meneghini dovranno votare in appositi seggi. Con buona pace della Rete.
La Capitale è un obiettivo ambizioso, tutt’altro che impossibile da raggiungere. Ma la città di Expo, dove alcuni sondaggi danno i Cinque Stelle attorno al 20 per cento, offrirebbe un’affermazione più inattesa. Per certi versi sorprendente. Merito di Mattia Calise, unico consigliere attualmente in carica e oggi impegnato a organizzare la successione. E con lui dei 9 consiglieri eletti in Regione Lombardia. A Milano non ci saranno volti nuovi: sono in gara per una candidatura i grillini già impegnati nelle 9 zone municipali in cui è suddivisa la città. Due i nomi per ora emersi di più nelle conversazioni: Gianluca Corrado (avvocato) e Antonio Laterza (consigliere di zona).
Lunedì prossimo a Milano, dalle 20 alle 22.15, i candidati grillini si presenteranno. Tre minuti a testa per gli aspiranti sindaci, ognuno in rappresentanza delle 9 zone in cui è divisa la città
Il programma è serrato: lunedì sera, il 2 novembre, dalle 20 alle 22.15 (“improrogabilmente”, si legge nell’invito all’evento, questo sì on-line) nella sala consiliare della zona 3, a Città Studi, ciascuno si presenterà e spiegherà perché vuole correre per le Comunali. Tre minuti a testa per gli aspiranti sindaci, uno per ognuna delle 9 zone. I circa 70 candidati al ruolo di candidato consigliere comunale, invece, saranno presentati in maniera collettiva da un delegato.
L’election day sarà domenica 8 novembre. In seggi fisici, non virtuali, posizionati in un auditorium in zona Lambrate. Qui tutti gli iscritti certificati del Movimento 5 Stelle di Milano potranno esprimere la loro preferenza. La votazione si terrà con il criterio Condorcet (la Treccani lo spiega nel dettaglio in questo link) attraverso il quale tutti i candidati saranno votati in ordine di gradimento. Un approccio che si presta all’intrusione di telecamere e curiosi, e per questo non lascia tranquilli i 5 Stelle lombardi. Ma se tutto andrà secondo i piani – in attesa di capire se il commissario di Expo Giuseppe Sala scioglierà la riserva su una candidatura sempre più probabile per il centrosinistra – il Movimento di Grillo e Casaleggio sarà il primo a iniziare la campagna elettorale su Milano con un proprio candidato ufficiale e un programma. «Abbiamo scelto di usare questo metodo – risponde la deputata Paola Carinelli – perché ha funzionato già nel 2011. L’importante è che tutti gli iscritti, di Milano come di Roma, possano scegliere. Non sono i nomi l’aspetto decisivo, ma le proposte su cui abbiamo lavorato». Il capogruppo M5S in Regione Lombardia Stefano Buffagni continua: «Gli altri si perdono sui nomi, noi andremo a farci conoscere sui programmi».
Gli attivisti romani voteranno online a gennaio. Mentre si cerca un candidato sindaco a Cinque Stelle, l’unica certezza riguarda i dubbi sui quattro consiglieri comunali uscenti. A rigor di logica, dovrebbero essere loro i più accreditati per la partita. Eppure i vertici del Movimento sono poco convinti
Il percorso di Roma si presenta indubbiamente più promettente, ma anche più complesso e non privo di rischi. Governare la Città Eterna è impresa difficile. Secondo qualcuno impossibile, viste le recenti esperienze amministrative. Nelle scorse settimane tra i Cinque Stelle ha persino iniziato a diffondersi il dubbio: conquistare la Capitale sarebbe davvero una vittoria? Non sarebbe meglio rimanere all’opposizione, per presentarsi alle Politiche 2018 senza eventuali insuccessi alle spalle? Alla fine sembra aver prevalso il realismo. Date le circostanze favorevoli, «perdere Roma sarebbe imperdonabile» ha spiegato ieri il fondatore del Movimento Roberto Casaleggio durante una puntata a Montecitorio.
Il problema resta appunto il candidato. Il nome dell’aspirante sindaco grillino sarà scelto online dagli iscritti, come prevedono le regole. La votazione è in programma per i primi giorni di gennaio, anche se c’è chi spinge per anticipare la scelta a dicembre. Tutto ovviamente dipende da quello che accade in questi giorni in Campidoglio. Al momento non è neppure chiaro se e quando Marino si dimetterà.
Nel frattempo si cerca un aspirante sindaco a Cinque Stelle. L’unica certezza riguarda i dubbi sui quattro consiglieri comunali uscenti. A rigor di logica, dovrebbero essere loro i più accreditati per la partita. Eppure i vertici del Movimento sono poco convinti. Lo stesso Casaleggio avrebbe espresso qualche perplessità sulle capacità, soprattutto mediatiche, dei quattro eletti. «A pochi mesi dalle elezioni questo è oggettivamente un problema», ammettono tra i Cinque Stelle romani. Al momento le preferenze sono per la giovane avvocatessa Virginia Raggi, nettamente favorita rispetto al candidato sindaco sconfitto nel 2013 Marcello De Vito. Sul territorio piace molto Daniele Frongia, consigliere e ricercatore dell’Istat. «Tecnicamente è il più bravo» raccontano in tanti. Preparato, forse anche troppo. Qualcuno teme la sua indipendenza.
I grillini pensano a qualche tecnico anche per la giunta. Il nome che gira con insistenza è quello di Marilisa Magno, presidente della commissione prefettizia nominata all’indomani dello scandalo Mafia Capitale per fare luce sulle infiltrazioni in Campidoglio
Come risolvere il problema? La soluzione più semplice è già stata scartata: candidare nella Capitale uno degli esponenti romani più in vista del Movimento è impossibile. Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi e Paola Taverna sono personalità ormai note e riconosciute. Capaci di correre la sfida del Campidoglio con buone probabilità di successo. Ma sono tutti parlamentari. Ed è ormai confermato che non ci saranno deroghe al regolamento interno: chi ha già un incarico non potrà lasciare per candidarsi a un altro ruolo.
E così a Roma il Movimento si prepara ad aprirsi all’esterno. Nessun apparentamento con liste civiche, come pure qualcuno ha anticipato. Le alleanze elettorali restano un tabù. Ma i grillini sono pronti a candidare alcuni esponenti della società civile. Si pensa a rappresentanti di associazioni e movimenti, personalità più o meno note, meglio se legate al territorio. Persone con la fedina penale pulita, chiaramente non legate ad alcun partito. Pronte a iscriversi al Movimento contestualmente alla propria candidatura. C’è un particolare non di poco conto: aprirsi all’esterno permetterebbe ai Cinque Stelle di conquistare elettori fino a questo momento mai avvicinati.
E sempre a personalità esterne si sta pensando per la prossima, eventuale, giunta grillina. Insieme ad attivisti scelti dalla base, potrebbero affiancare il nuovo sindaco pentastellato anche tecnici d’esperienza. Il nome che gira con insistenza è quello di Marilisa Magno, presidente della commissione prefettizia nominata all’indomani dello scandalo Mafia Capitale per fare luce sulle infiltrazioni in Campidoglio. L’unico dubbio riguarda la base. Quello romano è gruppo molto attivo, il più numeroso d’Italia. Una realtà radicata, poco propensa a decisioni calate dall’alto. Il rischio è che una candidatura “esterna” possa finire per dividere gli attivisti capitolini.