Da una parte c’è il candidato sindaco delle ultime amministrative, Marcello De Vito. Sostenuto dalla deputata romana Roberta Lombardi, volto noto e punto di riferimento degli attivisti della Capitale. Dall’altra c’è la giovane avvocatessa Virginia Raggi, altra consigliera uscente. Sponsorizzata, così almeno raccontano, dai parlamentari Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Sullo sfondo restano le elezioni di giugno per il Campidoglio. In vantaggio nei sondaggi, stavolta i grillini hanno imparato una vecchia lezione della politica. Nessuna accelerazione. Per evitare di bruciare il proprio candidato sindaco, meglio prendere tempo. Il prescelto sarà selezionato a febbraio. In rete, ça va sans dire. Al termine di un percorso lungo e complicato, scandito da un regolamento degno di un talent show.
Prima dei nomi, però, si sceglierà il programma. Sulla base dell’attività svolta in Aula GIulio Cesare dai quattro consiglieri uscenti, in questi giorni il Movimento ha stilato una lista di dieci punti. Dieci “aree di intervento per Roma”, come spiega il blog di Grillo. Si va dal turismo alla sicurezza, passando per la trasparenza amministrativa e le politiche sociali. Entro il mese di gennaio, parola alla rete. Gli iscritti voteranno le tre priorità che caratterizzeranno la prossima, eventuale, giunta a Cinque stelle. Non solo internet, però. Nello stesso periodo sarà organizzato un percorso di ascolto sul territorio: una serie di incontri con comitati di quartiere e associazioni romane per discutere il programma della futura consiliatura.
Alla prima selezione di gennaio parteciperanno i 233 iscritti che hanno già presentato la domanda ufficiale. Da questa lista saranno individuati i 48 fortunati che finiranno nella lista elettorale del Movimento. I quindici più votati si contenderanno il ruolo di candidato sindaco
A metà gennaio si comincia a fare sul serio, con la scelta dei candidati. Il regolamento pentastellato prevede diverse votazioni. Alla prima selezione parteciperanno i 233 iscritti che hanno già presentato la domanda ufficiale per partecipare alle amministrative. Da questa lista saranno individuati i 48 fortunati che a giugno finiranno nella lista elettorale del Movimento. I possibili consiglieri comunali. Il candidato sindaco, invece, sarà scelto solo in un secondo momento. A concorrere saranno i primi quindici classificati, che si sottoporranno nuovamente al giudizio della rete. Tutto semplice? Non ancora. Restano da chiarire alcuni dettagli, visto che al momento solo trenta aspiranti consiglieri hanno dato la propria disponibilità a correre anche per la poltrona di sindaco.
Le indiscrezioni evidenziano una prima, importante, novità. Contrariamente a quanto emerso nei mesi scorsi, i vertici del Movimento hanno deciso di lasciare libertà di voto solo agli iscritti della Città Eterna. Nessuna selezione nazionale, insomma. Troppo alto il rischio di selezionare un candidato poco vicino agli elettori romani, con inevitabili ripercussioni alle urne. Intanto è ancora mistero sull’identità dei concorrenti. Si sa per certo, però, che della sfida faranno parte anche volti nuovi. Per la prima volta si sono potuti candidare alla selezione interna tutti gli iscritti al M5S, senza nessuna distinzione. Largo agli ultimi arrivati. Questo non vuole dire che tra gli aspiranti sindaci concorreranno necessariamente noti esponenti della società civile (ipotesi circolata con insistenza). Più probabile, invece, che tra i papabili ci saranno i rappresentanti di associazioni e categorie cittadine che negli ultimi tre anni si sono avvicinate ai Cinque stelle romani.
In pole position restano i 4 consiglieri uscenti. Nonostante gli inviti a tenere il profilo basso e non esporsi, la settimana scorsa Virginia Raggi ha bruciato – un po’ a sorpresa – gli altri concorrenti. «Sì, me la sento di candidarmi sindaco» ha spiegato ai giornalisti
In pole position restano ovviamente i quattro consiglieri uscenti. Tra i vertici non c’è grande entusiasmo: finora nessuno è stato in grado di emergere con convinzione. Dal punto di vista mediatico un candidato forte non si è mai imposto. Eppure con ogni probabilità il prescelto sarà uno di loro. In queste settimane i diretti interessati hanno già iniziato a sgomitare. La visibilità sui giornali conta poco – e forse non tutti se ne sono accorti – a fare la differenza sarà la mobilitazione degli iscritti. Per spuntarla servirà aver convinto il maggior numero degli attivisti romani. Anche per questo saranno determinanti le sponsorizzazioni dei parlamentari più noti. Ne sa qualcosa Marcello De Vito, candidato sindaco sconfitto nel 2013, sostenuto dalla deputata romana Roberta Lombardi, molto attiva in città. Sarebbero dalla parte di Virginia Raggi, invece, i parlamentari Alessandro Di Battista e Paola Taverna. Particolare non del tutto irrilevante: a Milano e Torino i Cinque Stelle hanno già selezionato una candidata sindaco donna. Vero simbolo del cambiamento in politica. Adesso molti sono convinti che la scelta possa essere ripetuta anche a Roma.
E gli altri? In città raccontano che il più giovane dei quattro, Enrico Stefàno, alla fine potrebbe farsi da parte. Diverso il ruolo di Daniele Frongia, l’ultimo consigliere uscente. Dipendente dell’Istat, tecnicamente preparato, in queste settimane è stato lui a relazionarsi con il commissario Francesco Paolo Tronca. Dai vertici qualcuno teme la sua indipendenza, forse troppa. Lontano dai riflettori, intanto la competizione è già iniziata. Nonostante gli inviti a tenere il profilo basso e non esporsi, la settimana scorsa Virginia Raggi ha bruciato – un po’ a sorpresa – gli altri concorrenti. «Sì, me la sento di candidarmi sindaco» ha spiegato ai giornalisti a margine di un incontro pubblico. «Ho una famiglia che mi appoggia, è fondamentale avere una rete alle spalle». A Roma qualcuno è rimasto stupito. Pensare, raccontano, che fino a un mese fa la consigliera aveva persino valutato di ritirare la propria disponibilità.