Milano 2016Le promesse di Passera per Milano: 25mila posti di lavoro e duemila telecamere di sicurezza

L’ex banchiere ha avviato la campagna elettorale come candidato sindaco di Milano per Italia Unica. Un po’ americano, un po’ berlusconiano, ammicca al centrodestra m rischia di non avere alleati

Lui l’ha definita una “campagna ambrosiana”. Ovvero dai toni molto milanesi: sobrietà, concretezza e vicinanza alla gente. Il battesimo ufficiale di Corrado Passera come candidato sindaco di Milano ha avuto però anche il timbro di un impegno politico all’americana, con qualche venatura di berlusconismo vent’anni dopo. Non solo perché la sede dei suoi comitati – nella centralissima via Dante che guarda al Castello Sforzesco – è un open space pieno di palloncini blu, mappe coperte da post-it e messaggi ottimistici sull’avvenire (lo slogan della campagna è “Sicurezze ai milanesi!”), fra cui la promessa di 25.000 nuovi posti di lavoro se diventerà sindaco. E nemmeno tanto per gli ininterrotti video promozionali che mostrano un Passera rassicurante che cammina per le strade della città e incontra gente. Un po’ americano e un po’ il Berlusconi della prima ora, l’ex banchiere ministro dello Sviluppo economico nel Governo di Mario Monti, lo è sembrato soprattuto per la quasi nulla presenza (per ora) dei partiti organizzati. Al loro posto ci sono i comitati: la sua squadra di professionisti, smantettoni e giovani volontari ha annunciato che farà proselitismo porta a porta. O “door to door“, per dirla appunto come gli americani, per convincere i potenziali elettori ad uno ad uno, facendo leva sul senso di appartenenza alla città più che a uno schieramento politico.

Tra i messaggi ottimistici nella sede dei comitati elettorali, la promessa di 25.000 nuovi posti di lavoro se diventerà sindaco

Passera, dunque, ha confermato che sarà in corsa con il suo movimento, Italia Unica, alle Comunali del 2016. Lo aveva già annunciato, a giugno. Ma l’avvio della sua campagna davanti ai sostenitori e alla stampa è stato anche il segnale che non vuole aspettare le candidature definitive degli altri schieramenti, mostrando di credere molto in se stesso più dei sondaggi.

La sfida dell’ex ad di Intesa Sanpaolo è anzitutto al centrosinistra, non fosse che per un motivo: è lo schieramento da battere. Secondo Passera, la Giunta del sindaco Giuliano Pisapia non ha risposto in maniera “adatta” ai due problemi che stanno invece al centro del suo programma, le due “non-sicurezze”. Quella fisica: «Milano sta diventando una delle città più pericolose d’Italia». Qui, Passera propone una pattuglia fissa in ogni quartiere, a qualsiasi ora, mille agenti municipali in più per le strade di Milano e duemila telecamere di sicurezza aggiuntive, oltre che fermezza contro l’immigrazione clandestina e gli abusivi.

Poi c’è la seconda sicurezza da garantire, quella di un lavoro: «Milano ha raggiunto un livello di disoccupazione mai visto». E qui Passera ha proposto quello che potrebbe essere un contratto alla Berlusconi: un piano di investimenti comunali da 2 miliardi di euro (per rinnovare periferie e rilanciare le eccellenze), ricavabile dalla privatizzazione di Sea e A2a, ma anche dalla vendita di immobili comunali. Piano che, secondo le previsioni del candidato sindaco, porterebbe ad almeno 25.000 posti di lavoro nuovi.

La promessa della linea dura sulla sicurezza: una pattuglia fissa in ogni quartiere, mille agenti municipali in più per le strade di Milano e duemila telecamere di sicurezza aggiuntive, oltre che fermezza contro l’immigrazione clandestina e gli abusivi

Ma è in queste proposte – riassumibili in ordine, sicurezza, benessere, ottimismo – che si vede come la vera sfida di Passera sia più al centrodestra che ancora non ha un candidato sindaco. Passera vuole porsi come il candidato della Milano moderata, lontano dagli estremismi dei 5 Stelle e soprattutto della Lega, pur solleticando i sostenitori dell’autonomia proponendo una Milano con poteri legislativi pari a quelli delle Regioni.

Una sfida però difficile, perché le truppe di Passera sembrano minuscole rispetto a quelle degli altri. L’ex banchiere, vedendo le prime mosse, ha sicuramente un sostegno economico adatto a una campagna lunga e ben confenzionata. Ma non ha ancora compagni di strada politici né un programma che si discosti in maniera dirompente da quello degli altri né l’esuberanza mediatica tanto in voga. Stando così le cose, si profila un piazzamento da quarti in classifica, dietro anche ai grillini che hanno già la loro candidata “fuori dai partiti”, Patrizia Bedori. Il rischio insomma è che quando si chiarirà il quadro politico nazionale e milanese, quindi quando partirà la campagna elettorale vera e propria, il nome di Passera finisca per essere quello in rincorsa di tutti, se non riuscirà a trovare una collocazione riconoscibile nello scenario politico.

La vera sfida di Passera è al centrodestra populista. Ma l’ex ministro non ha compagni di strada politici, né un programma dirompente né esuberanza mediatica. Il rischio è che alle elezioni milanesi si piazzi al quarto posto

Proprio in queste ore nel centrosinistra si attendono chiarimenti sulle candidature a sindaco. Matteo Renzi dovrebbe vedere entro giovedì sia il sindaco Pisapia, che sponsorizza la sua vice Francesca Balzani, a cui darebbe in dote il sostegno di un centrosinistra tradizionale, sia il commissario Expo, Giuseppe Sala, più teso ad allargare la base verso il centrodestra. Entro una settimana si saprà in quanti si candideranno alle primarie.

Nessuna notizia invece sul fronte del centrodestra. Matteo Salvini, che si presenterà come capolista della Lega Nord alle Comunali, spinge perché la coalizione scelga subito il suo candidato, prima del centrosinistra. Ma questo nome non si trova. In mezzo, fra i due principali schieramenti, Ncd sta a guardare.

Sarebbero gli ex berlusconiani al governo con Renzi gli alleati politici naturali di Passera. Ma ancora non hanno deciso definitivamente che fare. Potrebbero recuperare in extremis l’alleanza di centrodestra. Oppure, se resterà come probabile il veto da parte della Lega a una l’ora presenza in coalizione, quelli di Ncd andrebbero per la loro strada: potrebbero finire proprio nell’area di Passera, che ha più volte parlato con Maurizio Lupi, Roberto Formigoni e i colonnelli lombardi del partito. A meno che le sirene del mondo milanese che sta spingendo per la candidatura di Sala non siano più forti: senza il passaggio delle primarie, il commissario Expo avrebbe il sostegno anche dei centristi.