Majorino o Balzani, Balzani o Majorino, Majorino e Balzani. La sinistra milanese si è incartata sul gioco dei nomi: quale dei due assessori, entrambi del Pd, dovrà battere alle primarie il candidato renziano Giuseppe Sala? Uno solo di loro o entrambi? Oppure nessuno dei due, se si mangeranno voti a vicenda? I fatti certificano per ora che sia Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, in campo da luglio, sia Francesca Balzani, vicesindaco sempre a Milano che ha deciso ufficialmente di partecipare alle primarie del 7 febbraio, raccoglieranno le firme. Sperando, ciascuno per proprio conto, che l’altro prima o poi si ritiri.
Non è soltanto una questione di strategia, anche se è chiaro che i numeri contano: se si presentano due aspiranti sindaco della stessa area politica – che comprende parte del Pd e gran parte di Sel – e’ facile che si sottraggano voti a vicenda se non sapranno uscire da quell’area, favorendo il concorrente che gioca in una logica più ampia. Ritorna però, nella disputa milanese, anche una questione ormai classica da questa parte dello schieramento politico, resa ancora più imperativa dallo spauracchio del partito della nazione che tutto appiana: l’esame del dna di sinistra. Chi è più di sinistra di chi?
La storia di sinistra di Majorino affonda saldamente le radici nella politica milanese. Assessore alle Politiche sociali dal 2011, di lui si è parlato soprattutto per lo sforzo nell’assistenza ai profughi e nell’allargare la fruizione dei diritti da parte degli omosessuali
Sala, il commissario Expo blandito per mesi da Matteo Renzi e dai suoi luogotenenti lombardi (Martina, Alfieri, Bussolati), appena chiusi i cancelli dell’Expo, il 31 ottobre scorso, ha dovuto alla fine darsi un pedigree per non risultare troppo indigesto: «Sono sempre stato di sinistra», ha giurato, anche se in passato è stato il direttore generale del sindaco berlusconiano Letizia Moratti. Ma essendo Sala esterno alle gerarchie di partito – e per inciso ancora non ha ufficializzato la sua candidatura -, è soprattutto fra i sostenitori di Majorino e della Balzani che si svolge questo tema del chi è più di sinistra di chi. Con il risultato che la sinistra per ora si è spaccata: Sel, per dire, vorrebbe appoggiare entrambi i candidati e potrebbe alla fine uscire dal percorso delle primarie se uno dei due non farà un passo indietro, perché a quel punto Sala – che quelli di sinistra non considerano di sinistra – avrà maggiori chance di vincere. Così ci sarà un altro candidato di sinistra ‘vera’ ma fuori dell’area Pd.
La storia di sinistra di Majorino affonda saldamente le radici nella politica milanese. In città è nato nel 1973, si è iscritto a 14 anni alla Figc, la federazione giovanile del Pci, è stato militante del Pds e dei Ds, consigliere per le politiche giovanili del ministro Livia Turco, nel 2006 e’ stato eletto per la prima volta al Consiglio comunale di Milano, dove è stato anche capogruppo del Pd. Assessore alle Politiche sociali dal 2011, di lui si è parlato soprattutto per lo sforzo nell’assistenza ai profughi e nell’allargare la fruizione dei diritti da parte degli omosessuali. Per le primarie ha il sostegno di molte associazioni impegnate nel sociale, del collega assessore Filippo Del Corno e di una parte della sinistra Pd più (per ora) Sel.
La storia di sinistra della Balzani, classe 1966, è molto diversa. Anzitutto è nata a Genova. Poi la sua esperienza è maturata lontano dalla politica: da avvocato e docente di diritto tributario, si è ‘prestata’ al ruolo di assessore al Bilancio a Genova, nel 2007. Poi a quello di eurodeputata, nel 2009, per il Pd. Al Comune di Milano è approdata nel 2013, come nuovo assessore al Bilancio
La storia di sinistra della Balzani, classe 1966, è molto diversa. Anzitutto è nata a Genova. Poi la sua esperienza è maturata lontano dalla politica: da avvocato e docente di diritto tributario, si è ‘prestata’ al ruolo di assessore al Bilancio a Genova, nel 2007. Poi a quello di eurodeputata, nel 2009, per il Pd. Al Comune di Milano è approdata nel 2013, come nuovo assessore al Bilancio. La nomina a vicesindaco è arrivata solo quest’anno, a luglio. Per le primarie, la Balzani ha l’appoggio dell’inner circle del sindaco Giuliano Pisapia, e dell’avversario sconfitto da Pisapia alle primarie del 2011, Stefano Boeri. Boeri inizialmente era sulle posizioni di Majorino, come quella sinistra Pd non allineata a Renzi e Sel che adesso stanno riflettendo su chi appoggia e sulla sfida del vicesindaco.
Uno sempre sulla scena, l’altra invece molto schiva, Majorino e la Balzani hanno una cosa in comune: un carattere di ferro, che è il primo spigolo contro cui questa battaglia di appartenenza politica sta andando a sbattere. Anzi, a dirla tutta c’è anche una seconda affinità: entrambi appaiono il frutto della mancanza di un erede legittimo del sindaco Pisapia. Che non si è voluto ricandidare. Ma che sembra non aver allevato alcun successore capace di essere riconosciuto. Senza se e senza ma, avrebbero detto quelli della vera sinistra che una volta scendevano in piazza.