ExpatStoria di Paolo, archeologo dalla Sicilia a Cambridge

Tutti i bambini vogliono fare gli archeologi, pochi ci riescono. La prima parte del racconto di Paolo Guarino: una storia di amore per l’antichità e per Sarah

La storia di Paolo, archeologo siciliano che dall’Inghilterra torna alla sua terra per produrre olio di oliva

Alla domanda “Che cosa vuoi fare da grande?” una delle risposte più frequenti dei più piccoli è “l’archeologo”. Questo mestiere affascinante e misterioso e l’amore per Sarah, incontrata negli anni dell’università, ha portato il protagonista della storia Expat di questo mese, Paolo Guarino, a lasciare le sue amate terre siciliane per trasferirsi in Inghilterra ma non senza lasciarsi alle spalle una porta aperta per ritornare a Villarosa, Enna, terra amata e intrisa della storia della sua famiglia.

Nato e cresciuto in Sicilia, circondato da siti archeologici e con un padre amante di storia antica, Paolo è sempre stato affascinato dal passato. Ha cominciato a studiare archeologia a Catania per poi passare a Roma per approfondire gli studi in archeologia preistorica e cominciare la collaborazione con la missione archeologica italiana nel vicino oriente con la professoressa Frangipane, con la quale ha scavato in Turchia per quasi 10 anni. Ha quindi deciso di continuare con un dottorato alla UCL (University College London) per soddisfare il suo interesse all’approccio più antropologico e teorico britannico e, nel tempo trascorso nel Regno Unito, lavorare come archeologo per la Cambridge Archaeological Unit, come “Project Supervisor” per l’Aoc London, Archaeology South East – UCL e Museum of London Archaeology ed ora come “Project Officer” per la Cotswold Archaeology.

Alla domanda “Che cosa vuoi fare da grande?” una delle risposte più frequenti dei più piccoli è “l’archeologo”. Paolo c’è riuscito, in Inghilterra

La professione è stata tuttavia solo uno dei due più importanti propellenti verso una vita “inglese”, il primo è certamente stata Sarah.

«Quando ho incontrato Sarah ero a Roma e lei studiava archeologia a Cambridge. Un suo professore organizzava uno scavo in Sicilia e io mandai una domanda di partecipazione. Lì conobbi lei e altri archeologi inglesi, alcuni dei quali rimasero cari amici nonché importanti contatti professionali quando decisi di trasferirmi nel Regno Unito. Io e Sarah avevamo 21 anni ed eravamo incuriositi e affascinati dalle differenze culturali che ci dividevano e al contempo attraevano. Forse se fossimo stati più grandi avremmo trovato più difficile accettare le differenze e cambiare le nostre abitudini ma eravamo giovani e desiderosi di provare tutto, con il senno di poi, direi che ha funzionato.

Era il 2000 e finita la sua laurea e il suo gap-year in Sudamerica Sarah si trasferì a Roma. Io stavo ancora studiando e lei lavorò per l’OIM (Organizzazione Internazionale per l’immigrazione), per il World Food Programme e come editor di “Wanted in Rome”, settimanale in inglese per Expat. Io mi sono laureato nel 2002 e finito il servizio civile, nel marzo 2003 partimmo per Cambridge.

Scegliemmo questa città per vari motivi, il primo è che i nostri amici archeologi lavoravano lì e ci avevano detto che la loro compagnia cercava personale da assumere, in secondo luogo Cambridge era l’ultima città inglese in cui Sarah aveva vissuto e che sentiva un po’ come casa sua, terzo – non in termini di importanza – stavo facendo domande per il dottorato e per borse di studio un po’ ovunque e Cambridge aveva un buon dipartimento di archeologia orientale».

La vita di Paolo e Sarah a Cambridge ha quindi inizio.

(A sabato prossimo con la seconda parte di questa storia Expat)

IN INGLESE

QUI l’audio

The story of Paolo, Sicilian archaeologist going from England back to his homeland to produce olive oil

When somebody asks a child “What do you want to be?” one of the most frequent responses is “I want to be an archaeologist”. This mysterious and fascinating job and the love for Sarah, that he met at university, led the main character of the Expat story of this month, Paolo Guarino, to leave his beloved Sicily to move to England, without forgetting an open door to return to Villarosa, Enna, land steeped in the history of his family.

Born and raised in Sicily, surrounded by archaeological sites and a father who loved ancient history, Paolo has always been fascinated by the past. He began studying archeology in Catania before moving to Rome to go on with his studies in prehistoric archeology and begin cooperation with the Italian archaeological mission in the Near East with Professor Frangipani, that he’s been digging in Turkey for almost 10 years with. He decided to continue with a PhD at UCL (University College London) to satisfy his interest to the more anthropological and theoretical British approach and, during the time spent in the UK, to work as an archaeologist for the Cambridge Archaeological Unit, as “Project Supervisor “for AOC London, Archaeology South East – UCL and Museum of London Archaeology and now as a” Project Officer “for the Cotswold Archaeology.

His profession was, however, only one of the two most important steps towards a more “English” life – the first one was certainly Sarah.

“When I met Sarah I was in Rome and she was studying archeology in Cambridge. One of her professors was organizing a dig in Sicily and I sent my application form. That’s where I met her and other British archaeologists, some of which kept on being dear friends and important business contacts when I decided to move to the UK. Sarah and I were 21 at the time and we were intrigued and fascinated by the cultural differences that divided and attracted us at the same time. Perhaps if we had been older we would have found more difficulties in accepting all of the differences and changing our habits but we were young and eager to try everything – in the long run, I’d say it worked.

It was the year 2000 and once Sarah finished her degree and gap-year in South America, she moved to Rome. I was still studying then and she started working for the IOM (International Organization for Migration), the World Food Programme and as editor of “Wanted in Rome”, a weekly publication in English for Expats. I graduated in 2002 and once I finished my civil service in March 2003, we left for Cambridge.

We chose this city for several reasons, the first is that some of our archaeologist friends worked there and we were told that their company was looking for personnel to be hired. Secondly, Cambridge was the last English city where Sarah had lived and felt a little bit at home. Finally third – but not least important – I was applying for doctoral scholarships a bit everywhere and Cambridge had a good department of Eastern Archaeology “.

Paolo and Sarah’s new life in Cambridge can now start.

(Till next Saturday with the second part of this Expat story)

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