Elezioni a MilanoLupi in agguato, ma Salvini resiste

Berlusconi e Maroni lo sosterrebbero come candidato sindaco a Milano, il segretario della Lega però non lo vuole

La carta Maurizio Lupi – accompagnata dall’ipotesi di una lista civica che non contenga il simbolo di Ncd ma sottragga voti moderati al centrosinistra – è stata fatta cadere nuovamente sul tavolo del centrodestra che sta cercando di chiudere un accordo sul nome del candidato sindaco di Milano. A Silvio Berlusconi, il nome dell’ex ministro non dispiace, gli offre anche l’opportunità di recuperare un pezzo di consenso cittadino che si è allontanato in questi anni. Ma, quella di Lupi, attualmente capogruppo alla Camera di Area Popolare, è una carta che rischia di non vincere la sfida con il banco, che non è più saldamente nella mani del Cavaliere di Arcore ma sta passando appunto in quelle del segretario della Lega.

Matteo Salvini resta infatti convinto che con gli ex berlusconiani di Ncd non si debba più trattare. Quindi passi per una lista civica di quell’area, ma è difficile – anzi, impossibile, dicono i leghisti – che il segretario dia il suo via libera al nome di Lupi per rappresentare l’intera coalizione. Specie ora che i sondaggi, a Milano, accreditano al Carroccio potenziali consensi a due cifre, ben al di sopra di quelli di Forza Italia.

Che si sia tornati a parlare di Lupi è però un segnale ulteriore che la partita delle Comunali, sul tavolo del centrodestra, non si è ancora chiusa. Berlusconi ha voluto dare avvio alla campagna milanese sabato scorso, ai gazebo di Forza Italia, nonostante il nome del candidato sindaco non ci sia ancora. Ma ha chiarito che la volontà dei suoi alleati (Lega e Fdi) è ormai di aspettare l’esito delle primarie del centrosinistra fissate per il 6-7 febbraio. Anche per calibrare le contromosse in base alla collocazione del candidato da battere.

Per rientrare in gioco, dicono che Lupi abbia coltivato il terreno con il Cavaliere e anche con il migliore alleato che ha in Lega: il presidente della Lombardia, Roberto Maroni

I nomi della rosa sono noti: Alessandro Sallusti è disponibile ma sarebbe l’unico che rimarrebbe se tutti gli altri dicessero di no, Paolo Del Debbio ha invece declinato più volte ma continua a essere corteggiatissimo. Gli altri papabili sondati sia da Berlusconi sia da Salvini sono tutti civici, senza tessera di partito, e tutti hanno risposto negativamente.

Per rientrare in gioco, dicono che Lupi abbia coltivato il terreno con il Cavaliere e anche con il migliore alleato che ha in Lega: il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, con cui l’ex ministro è in contatto costante. Dalla sua parte, ci sarebbe la possibilità di recuperare (anche, appunto, con una lista civica ben reclutata) un po’ di consensi nella borghesia moderata milanese e soprattutto fra i cattolici vicini a Cl, sottraendoli così a Giuseppe Sala, se dovesse essere lui il candidato vincente delle primarie del centrosinistra. Contro l’ipotesi Lupi, invece, il sospetto di un controproducente ritorno al passato. Non solo per i leghisti ma anche per quei giovani di Forza Italia che a Milano non vorrebbero vedersi sorpassati da quelli che considerano “traditori” rimasti con Letta e con Renzi, per poi tornare a casa al momento della composizione delle liste.

Il pressing è tutto ora su Salvini, che in assenza di un altro nome forte avrebbe probabilmente solo due possibilità di ribaltare completamente il tavolo: trovare un buon perdente o candidarsi lui stesso a sindaco di Milano.

Twitter: @ilbrontolo

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