Ambrosoli: “Sala sarà uguale a Pisapia nell’attenzione ai diritti. Di tutti”

Umberto Ambrosoli, presidente del comitato elettorale di Sala, spiega cosa succederà ora nel centrosinistra milanese

Giuliano Pisapia è rientrato nella foto di gruppo. Sul palco del teatro Elfo Puccini il sindaco uscente di Milano si è ripreso la scena nell’incontro pubblico che ha suggellato il suo appoggio alla
candidatura di Giuseppe Sala. Attorno a loro, Pisapia e Sala, avevano tutta la Giunta uscente, che per la gran parte ha sostenuto Mr Expo alle primarie e che per il resto si era divisa fra Francesca Balzani e
Pierfrancesco Majorino. In quello stesso teatro due mesi fa gli assessori pro-Sala avevano archiviato l’esperienza arancione senza mai citare direttamente Pisapia – accusato di scelte troppo autonome e
incoerenti, compreso il lancio fuori tempo massimo della candidatura Balzani, la cui collocazione resta tutt’oggi un’incognita – e rivendicando ognuno per sé il merito di un pezzo di eredità.

Due mesi dopo si è imposto un remake un po’ diverso di quella serata: senza il ruolo catalizzatore del sindaco arancione, malgrado la sua strategia sia uscita sconfitta dalle primarie, per Sala sarebbe infatti
difficile tenere insieme (a sinistra) tutte le anime di uno schieramento che spesso lo ha vissuto come un corpo estraneo. Pisapia, all’Elfo Puccini, è stato quello che ha fatto il discorso più politico, più caldo, anche più critico quando ha chiesto di rispondere con maggiore vigore alle critiche degli avversari. Tutto quello che sembra ancora mancare all’oratoria del manager di Expo. Un abbraccio inevitabile, quindi, che non lascia più alibi al centrosinistra per iniziare la sua campagna elettorale senza farsi rubare troppo spazio
dal candidato del centrodestra, Stefano Parisi.

Abbiamo chiesto a Umberto Ambrosoli, presidente del comitato elettorale di Sala, che cosa succederà ora nel centrosinistra milanese. “L’evento con Pisapia e Sala – ha detto Ambrosoli a Linkiesta – è stato l’inizio della campagna elettorale, ha mostrato un centrosinistra di governo e unito attorno a Sala. Conclusa
un’esperienza amministrativa, c’è un nuovo corso, un passaggio che è avvenuto pubblicamente, davanti a tutti. Ora ci aspetta una campagna elettorale lunga, abbiamo davanti tre mesi e mezzo, sarà una bella
competizione. Mi immagino che ancora per tre settimane siano possibili azioni di assestamento per avere una definizione chiara dei posizionamenti interni e delle strategie di ciascuno: poi, da dopo
Pasqua, saremo nel vivo della campagna elettorale”. Quanto all’ipotesi della Balzani candidata a rimanere vicesindaco, oltre al probabile ruolo di numero uno di una lista arancione, per l’ex candidato governatore della Lombardia è prematuro parlarne.

Ambrosoli, abbiamo visto il palco dell’Elfo Puccini come l’esito di una ricerca di benedizione da parte di Pisapia, senza la quale il cammino di Sala sembrava in salita.

Generalmente mettiamo più passione nel vedere i problemi che nello scorgere le soluzioni. Ma non la leggerei così. Ieri è stata celebrata una liturgia, e più di questo io non so che cosa volere da Pisapia, che si era speso pancia a terra per uno specifico candidato e per tenere alta l’attenzione di quella sinistra che aveva storto il naso per la candidatura Sala. Io vedo un Pisapia molto, molto impegnato

Dopo le primarie Sala si è però eclissato dal dibattito politico, è quasi sparito proprio mentre arrivava Parisi. Perché?

Non sono d’accordo che sia sparito. E’ vero che la scena nei mezzi di comunicazione è stata facilmente occupata da Parisi, ma semplicemente perché Parisi prima non esisteva. Per mesi Berlusconi, Salvini, La
Russa ci dicevano che in una settimana ci sarebbe stato il loro candidato sindaco, che poi non arrivava mai. Quando il candidato è arrivato, ci mancava che non ricevesse attenzione. E’ vero: oggi chi
entra in metropolitana vede la faccia di Parisi sui manifesti, mentre Sala ha fatto scelte diverse nella gestione dei tempi e degli spazi della sua campagna. Però questa è strategia. Parisi oltretutto ha
bisogno di farsi conoscere e anche di farsi vedere sa solo, chi ha dietro ci ricorda una Milano da dimenticare. La mia sensazione è che l’abilità politica di Sala stia crescendo con una velocità
sorprendente

E’ vero: oggi chi entra in metropolitana vede la faccia di Parisi sui manifesti, mentre Sala ha fatto scelte diverse nella gestione dei tempi e degli spazi della sua campagna. Però questa è strategia.

Ci dice qualche nome di candidato nella lista che state preparando a suo sostegno?

No, niente nomi per adesso. Siamo in una fase di riservatezza. Il percorso è quello di fare una lista a immagine e somiglianza della candidatura di Beppe Sala. Dobbiamo sfruttare un capitale politico
espansivo, parlare alla Milano moderata, offrire una proiezione internazionale in vari ambiti e dare un’adeguata rappresentanza al mondo imprenditoriale

Un identikit? Almeno sulla composizione generazionale…

Nessun identikit particolare, altrimenti sarebbe come fare nomi. E’ chiaro comunque che la sfida ri-generazionale è nelle nostre corde

Il confronto con il sindaco uscente sarà comunque inevitabile, ieri come nel prosieguo della campagna. In che cosa si differenzierà Sala da Pisapia?

Nella proiezione internazionale. Pisapia ha fatto un lavoro molto importante, ha posto le basi per tutto quello che si farà in futuro. Ma c’è ancora un pezzo da aggiungere perché Milano sia in competizione
con le altre grandi città internazionali, e questo lo può fare Sala. Penso per esempio ai musei, alle realtà culturali di Milano, all’eccellente rete universitaria: bisogna sapere andare all’estero e venderle bene

E in che cosa in particolare Sala sarà uguale a Pisapia?

Nell’attenzione ai diritti, ai diritti di tutti

Expo è una cosa, fare il sindaco un’altra. Sala, una storia da manager, rischia di rimanere dominato dai partiti, non crede?

Per come lo conosco io, il rischio è esattamente l’opposto. E’ una persona capace di mettere in armonia gli opposti. Come ha fatto appunto all’Expo

Alla fine riconoscerà alla Balzani il ruolo di candidata vice-sindaco?

Io non so se la Balzani dovrà o vorrà esserlo. Di vicesindaco di solito si parla quando c’è un sindaco, anche se capisco la curiosità dei media. Come ha detto anche la Balzani oggi bisogna parlare di una
visione comune della città. Di certo, lei è una persona di qualità ed è molto bello sapere che sia a disposizione per lavorare, insieme, per il futuro di Milano

Twitter: @ilbrontolo

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