Come la virtual reality cambierà il modo di fare storytelling

E se lo dice il presidente e CEO di Facebook che nel 2014 ha comprato per due miliardi di dollari Oculus Rift, i visori progettati e finanziati su Kickstarter dal ventiduenne Palmer Luckey, possiamo immaginare il futuro che ci aspetta

Un po’ di storia recente. Mark Zuckerberg sale sul palco del Mobile World Congress 2016 durante la presentazione dei nuovi device Samsung e spiega: «Manca poco, la virtual reality permetterà l’integrazione delle più diverse tipologie di connessioni social, immaginate per esempio due amici che potranno incontrarsi anche se distanti migliaia di chilometri e trascorrere ore insieme come se fossero nello stesso ambiente. Presto tutti potremo vivere le stesse esperienze in uno spazio virtuale capace di annullare qualsiasi distanza». E se lo dice il presidente e CEO di Facebook che nel 2014 ha comprato per due miliardi di dollari Oculus Rift, i visori progettati e finanziati su Kickstarter dal ventiduenne Palmer Luckey, possiamo immaginare il futuro che ci aspetta.

Per la fotografia la rivoluzione è già in atto: non più foto statiche, ma scattate in formato 360 con dispositivi come la Panono Camera Ball o 360Heroes di GoPro, sistemi capaci di realizzare immagini sferiche che riproducono un’immersione totale in un ambiente interno o esterno, con una risoluzione che permette lo zoom senza perdere di qualità. Cambia così anche l’esperienza di viaggio (ma le applicazioni sono assai di più) o di acquisto di un servizio. Pensate infatti di poter scegliere la camera di un hotel o di Airbnb, muovendosi al suo interno ma camminando dentro la stanza del vostro soggiorno. Oppure immaginate un tour 360 in uno showroom Ikea per poi condividerlo su Facebook e chiedere feedback agli amici prima di fare l’acquisto di una cucina.

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