E in 500 scuole italiane più della metà degli alunni sono stranieri

Quasi tremila istituti scolastici contano una presenza di studenti non italiani pari ad almeno il 30 per cento. È un fenomeno che interessa tutta Italia - le province con percentuali più alte sono Prato, Piacenza e Reggio Emilia - che impone maggiori attenzioni per l’inclusione dei più piccoli

In oltre 500 scuole italiane, oltre la metà degli studenti sono stranieri. È una condizione che ormai interessa l’uno per cento di tutte le strutture educative. E così, mentre si trasforma la società, si fanno più urgenti le sfide legate a inclusione e integrazione. Proprio a partire dal mondo della scuola.

La crescente presenza di studenti «con background migratorio» è un elemento non più marginale. Anche nel nostro Paese è ormai la realtà. A fornire un quadro della situazione è un’interrogazione presentata a Montecitorio dalla deputata Eleonora Cimbro. Nel giro di otto anni, dal 2006 al 2014, gli istituti di istruzione caratterizzati da una presenza di alunni stranieri pari ad almeno il 30 per cento sono passati dall’1 al 5 per cento. In pratica in 2.851 scuole uno studente su tre non è italiano. È particolarmente significativa la crescita del fenomeno nelle scuole di infanzia. Nell’anno scolastico 2012/2013 gli istituti frequentati per metà da alunni stranieri erano in totale 269. Nel giro di un anno sono diventati 322, il 20 per cento in più.

In 2.851 scuole della Penisola almeno uno studente su tre non è italiano

Sono scuole dove la presenza di bambini stranieri è ormai una realtà. Dove è impossibile prescindere da uno scenario sempre più multiculturale. Difficile fare un quadro geografico: il fenomeno interessa trasversalmente tutto il Paese. «In rapporto al loro territorio – si legge nel documento – le province con la più alta percentuale di scuole ad elevata presenza di alunni con background migratorio sono Prato, Piacenza, Reggio Emilia, Brescia, Mantova». La prospettiva cambia guardando ai numeri assoluti. In questo caso gli istituti interessati sono concentrati soprattutto nelle aree delle grandi città. Da Roma a Torino, senza dimenticare Milano. «L’area metropolitana di quest’ultima da sola ne conta 65, di cui 19 sono scuole dell’infanzia».

L’interrogazione passa in rassegna le scuole secondarie di secondo grado. Le realtà interessate da un’alta percentuale di studenti stranieri sono 43. Tutte statali. In gran parte, si legge, sono istituti professionali (35), ma ci sono anche istituti tecnici. Mancano, invece, i licei. «La maggioranza, ben 25 istituti, è costituita da scuole serali». Ancora una volta il fenomeno interessa tutto il Paese. Considerando queste scuole, si scopre che ai primi posti, «con percentuali che superano addirittura il 75 per cento di presenze di studenti stranieri» ci sono istituti di metropoli del Nord Italia. «Ma nell’elenco si incontrano anche istituti di piccole città come Conegliano, Leno, Iesi, Oderzo e Novellara».

Nell’anno scolastico 2012/2013 le scuole di infanzia frequentate per metà da alunni stranieri erano 269. Nel giro di un anno sono diventate 322, il 20 per cento in più

Realtà spesso caratterizzate da elementi di complessità e fragilità. E proprio per questo avrebbero necessità di specifiche attenzioni: dalle risorse alla formazione del personale scolastico. Passando per apposite politiche e azioni di promozione dell’integrazione. Intanto il governo prova a fare la sua parte. Come spiega nella risposta all’interrogazione la titolare dell’Istruzione Stefania Giannini, il ministero ha recentemente destinato un milione di euro per realizzare interventi finalizzati «all’inclusione e all’integrazione» degli alunni stranieri nelle nostre scuole. La scorsa estate, sono stati messi a disposizione 500mila euro «per il potenziamento dell’italiano come lingua seconda, con particolare attenzione agli studenti di recente immigrazione». Altri 500mila euro destinati a progetti di sostegno linguistico e psicologico per i minori stranieri non accompagnati. La strada per l’integrazione è ancora lunga.

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