Vi siete mai chiesti perchè i Beatles non si esibirono più dal vivo dopo il ’66, a parte lo storico concerto sul tetto della Apple Records?
Bene, esiste una teoria ormai cult secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente stradale proprio nel settembre (o, secondo altre versioni, nel novembre) del ’66, mentre trasportava un autostoppista. I Beatles avrebbero insabbiato il tutto per non stroncare la favola dei fab4 e risparmiare al mondo quell’enorme shock, prendendo un poliziotto canadese (o un attore scozzese, a seconda del complottaro) e piazzandolo al posto di Paul, dopo le dovute operazioni chirurgiche.
Dal ’66 in avanti, quindi, la persona che ha suonato con John, George e Ringo, che ha composto successi mondiali come Hey Jude, Let it be e Penny Lane, nonché il protagonista di una quarantennale carriera da solista, sarebbe una sorta di impostore.
La teoria cominciò a circolare già nel ’69, quando Russel Gibb, un dj, annunciò in radio di aver ricevuto la clamorosa soffiata della morte di Paul. Aveva ragione De André riguardo alle notizie originali: il tam tam è meglio di qualsiasi giornale, tanto è vero che in pochi anni si scatenò una psicosi collettiva alla ricerca di indizi nascosti, segnali, trappole lasciate dai Beatles (e dall’impostore) nelle loro canzoni.
Secondo i complottisti i Beatles avrebbero inserito nelle loro canzoni e nelle copertine die dischi innumerevoli indizi a favore della teoria della morte di Paul
Secondo i complottisti, infatti, i Beatles rimasti avrebbero farcito le canzoni e le copertine dei dischi con decine di indizi a conferma della morte di Paul. Tracce ascoltate al contrario, immagini funeree e scritte nascoste (come la celebre grancassa di Sgt. Peppers che, vista allo specchio, mostrerebbe la data dimorte di Paul e la scritta “he die”): la leggenda si è alimentata nel tempo e anche chi non ha sostenuto il complotto è arrivato a pensare che in effetti i Beatles, ad un certo punto, stessero al gioco alimentando di proposito i sospetti.
E in effetti lo stesso Paul sdrammatizzò la vicenda nel ’93, facendo uscire l’album Paul is Live e tornando a posare ad Abbey Road. Se venticinque anni prima la targa del Maggiolino sullo sfondo era “28if”, ovvero, nella narrazione complottista, “Paul avrebbe 28 anni se fosse ancora vivo”, nel ’93 lo stesso Maggiolino è targato “51is”: Paul c’è ed ha 51 anni. Fine della vicenda? Ovviamente no, perchè col web la teoria è tornata in auge e adesso ci sono decine di pagine che raccolgon minuziosamente gli incrollabili indizi a favore del Paul is Dead.
Insomma, tra scie chimiche e rettiliani, tra viaggiatori nel tempo e attentati fasulli, ci sta pure che Paul McCartney sia morto o per lo meno in un’isola con Marylin e Elvis a godersi la bella vita alla facciaccia di Ringo. Nel dubbio meglio non sbilanciarsi, non sia mai che il poliziotto canadese un giorno crolli e vuoti il sacco…